L’ageismo è un processo di stereotipizzazione, pregiudizio e discriminazione basato sull’età cronologica delle persone. Questo concetto, seppur introdotto per la prima volta dal gerontologo Robert Butler nel 1969, è oggi al centro di un rinnovato interesse multidisciplinare che attraversa psicologia, sociologia, medicina ed economia.

Non si tratta semplicemente di atteggiamenti negativi verso gli anziani (old-ageism): l’ageismo può essere diretto anche verso i giovani (young-ageism) e può manifestarsi in forme sottili, o più evidenti nella vita di tutti i giorni.

La definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (2021) ci aiuta a comprendere come l’ageismo si articoli attraverso tre componenti interconnesse:

  • gli stereotipi, che rappresentano le credenze generalizzate legate all’età (gli anziani sono fragili” o “i giovani sono irresponsabili”);
  • i pregiudizi, che costituiscono gli atteggiamenti emotivi negativi che sviluppiamo verso persone di determinate fasce d’età;
  • la discriminazione, la quale si concretizza in comportamenti e decisioni che penalizzano gli individui sulla base della loro età.

Questi tre elementi si alimentano reciprocamente, creando una cultura ageista che può compromettere profondamente la salute, l’inclusione sociale e l’accesso equo alle opportunità.

L’ageismo verso sé stessi

Un aspetto particolarmente insidioso dell’ageismo è la sua capacità di essere interiorizzato. Le persone possono assorbire e far propri i pregiudizi sociali sull’invecchiamento, compromettendo la propria autostima e adottando comportamenti meno salutari.

Da questo punto di vista, Levy (2003) ha rivelato un dato sorprendente: gli stereotipi negativi interiorizzati sull’età possono ridurre l’aspettativa di vita fino a 7,5 anni. Questo effetto si manifesta concretamente, dimostrando come i nostri atteggiamenti verso l’invecchiamento abbiano conseguenze tangibili sulla salute.

La ricerca scientifica ci suggerisce, inoltre, che trattare l’età cronologica come una semplice variabile biologica neutra è deleterio. Un approccio più consapevole richiede di considerare l’età come un costrutto psicosociale complesso, di valorizzare le esperienze soggettive dell’invecchiamento oltre ai dati anagrafici, e di analizzare le intersezioni tra età e altri fattori come genere, status socioeconomico e origine etnica. Solo così possiamo evitare interpretazioni che rinforzino stereotipi esistenti.

…e nella pratica clinica?

L’ambito sanitario rappresenta probabilmente il contesto dove l’ageismo manifesta le sue conseguenze più dirette e preoccupanti. I professionisti della salute, spesso inconsapevolmente, possono perpetuare comportamenti ageisti che si traducono in sottovalutazioni diagnostiche, approcci terapeutici limitanti e scarso coinvolgimento del paziente anziano nelle decisioni che lo riguardano.

Contrastare l’ageismo nella pratica clinica richiede un approccio multilivello che coinvolga diversi aspetti dell’organizzazione sanitaria. Parallelamente, è fondamentale promuovere un approccio centrato sulla persona che veda il paziente anziano come protagonista attivo del processo di cura, non come destinatario passivo. Non si tratta solo di un imperativo etico, ma produce benefici concreti e misurabili: migliora la qualità della vita individuale; aumenta l’efficacia degli interventi sanitari e contribuisce alla sostenibilità dei sistemi di cura.

La consapevolezza di questi meccanismi rappresenta il primo passo fondamentale per promuovere pratiche più inclusive ed efficaci, trasformando la sfida dell’invecchiamento demografico in un’opportunità di crescita per tutta la società.

 

A cura di Cristian Vairo

 

Bibliografia

Butler, R. N. (1969). Age-ism: Another form of bigotry. The Gerontologist, 9(4), 243–246.

Levy, B. R. (2003). Mind matters: Cognitive and physical effects of aging self-stereotypes. The Journals of Gerontology: Series B, 58(4), P203–P211.

World Health Organization (2021). Global report on ageism.

Officer, A., & de la Fuente-Núñez, V. (2018). A global campaign to combat ageism. Bulletin of the World Health Organization, 96(4), 295–296.

Chang, E. S., Kannoth, S., Levy, S., Wang, S. Y., Lee, J. E., & Levy, B. R. (2020). Global reach of ageism on older persons’ health: A systematic review. The Gerontologist, 60(1), e13–e25.


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