Riferimento bibliografico

Sheppard JP, Burt J, Lown M, Temple E, Lowe R, Fraser R, Allen J, Ford GA, Heneghan C, Hobbs FDR, Jowett S, Kodabuckus S, Little P, Mant J, Mollison J, Payne RA, Williams M, Yu LM, McManus RJ; OPTIMISE Investigators. Effect of Antihypertensive Medication Reduction vs Usual Care on Short-term Blood Pressure Control in Patients With Hypertension Aged 80 Years and Older: The OPTIMISE Randomized Clinical Trial. JAMA. 2020 May 26;323(20):2039-2051. doi: 10.1001/jama.2020.4871. PMID: 32453368; PMCID: PMC7251449.

In sintesi

Il presente studio dimostra che in pazienti anziani con politerapia antipertensiva, la deprescrizione di un farmaco non ostacola il mantenimento di adeguati valori pressori, in misura simile a quanto osservato nel gruppo di controllo.

L’applicazione di una sistematica strategia di deprescribing potrebbe garantire un contenimento dei rischi di effetti collaterali correlati alla terapia antipertensiva e dei costi economici.

Contesto e punto di partenza

Considerando la popolazione anziana, l’ipertensione arteriosa è, fra i fattori di rischio cardiovascolare, il più comune e più semplicemente modificabile con un adeguato trattamento farmacologico, che si è dimostrato in grado di ridurre l’incidenza di eventi cerebro e cardiovascolari nei pazienti a maggior rischio. Per il mantenimento di valori di pressione sistolica adeguata, considerati in questo studio come pressione arteriosa sistolica < 150 mmHg per una popolazione di età > 80 anni (in accordo con il National Institute for Health and Care Excellence), è spesso necessario l’utilizzo di terapie di associazione che comprendano più principi attivi. Evidenze derivate da studi osservazionali suggeriscono di non strafare: l’ottenimento di valori pressori eccessivamente bassi e l’utilizzo di terapia antipertensiva di associazione possono infatti risultare dannosi in pazienti anziani, pluri-patologici e in poli-farmacoterapia.

Le caratteristiche dello studio

Questo studio ha valutato, durante un follow-up di 12 settimane, l’impatto della strategia di deprescribing della terapia antipertensiva sui valori di pressione arteriosa sistolica. Il campione comprendeva una popolazione di età maggiore a 80 anni, in terapia con almeno 2 farmaci antipertensivi e con valori di pressione arteriosa sistolica inferiore a 150 mmHg. I partecipanti dello studio sono stati randomizzati con un rapporto 1:1. Alla metà del campione è stata applicata la strategia di riduzione del numero di farmaci antipertensivi assunti, mediante la sospensione di 1 farmaco; l’altra metà ha proseguito la terapia farmacologica domiciliare. Il principale obiettivo (outcome primario) era il mantenimento di valori di pressione sistolica < 150 mmHg al follow-up di 12 settimane. Gli obiettivi secondari comprendevano la proporzione di pazienti che mantenevano la terapia farmacologica ridotta, la variazione di pressione sistolica media riscontrata al follow-up fra i due gruppi, il numero di effetti avversi riscontrati e la qualità di vita.

I risultati ottenuti

Dallo studio sono emersi risultati interessanti; dei pazienti assegnati al gruppo del deprescribing l’86,4% (229 pazienti) ha mantenuto valori pressori sistolici < 150 mmHg dopo 12 settimane di follow up, nonostante la sospensione di un farmaco antipertensivo. Dei pazienti inseriti nel gruppo di proseguimento della terapia domiciliare l’87,7% (236 pazienti) ha raggiunto lo stesso risultato. Se prendiamo in considerazione gli obiettivi secondari non sono state riscontrate differenze statisticamente significative fra i due gruppi riguardo agli effetti avversi e alla qualità di vita dei pazienti. I valori di pressione arteriosa media riscontrati a 12 settimane sono risultati maggiori nel gruppo assegnato al deprescribing (133,7 mmHg) rispetto al gruppo di controllo (130,8 mmHg). I dati ottenuti dimostrano che la strategia del deprescribing farmacologico può portare al mantenimento di un adeguato controllo pressorio in una popolazione selezionata di pazienti a fronte di un lieve aumento dei valori di pressione media che sono comunque rimasti entro i limiti imposti dallo studio.

Quali le prospettive

Questo studio mostra come quella del deprescribing farmacologico sia una strada spesso percorribile e sicura attraverso cui si può ottenere un buon controllo dei valori di pressione arteriosa sistolica con un minor rischio di effetti avversi e collaterali e un minor costo sanitario.

In quest’ ottica aiuterebbe sicuramente un prolungamento del follow-up per valutare le implicazioni a lungo termine di questa scelta terapeutica.

A cura di Federico Ceruti

 


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