Riferimento bibliografico

Raed A. Joundi, Scott B. Patten, Aysha Lukmanji, et Al. –  Association Between Physical Activity and Mortality Among Community-Dwelling Stroke Survivors – Neurology, published online August 11, 2021 DOI 10.1212/WNL.0000000000012535

In sintesi

I benefici dell’attività fisica (AF) nella popolazione generale sono noti e largamente dimostrati dalla letteratura scientifica. Per definire i benefici in modo più preciso, individuare i soggetti che maggiormente possono beneficiare dell’attività fisica e indirizzare più correttamente le risorse, sono stati studiati gli effetti positivi che AF porta nei pazienti con pregresso stroke, successivamente al loro rientro al domicilio.

Da questo studio emerge che l’AF riduce la mortalità in tali pazienti, in modo proporzionale alla “dose” di AF svolta.
Questo scenario implica la necessità di promuovere in modo deciso la pratica di AF nei pazienti con pregresso ictus.

Contesto e punto di partenza

Nella popolazione generale, sono noti i benefici che l’attività fisica (AF) ha nella prevenzione di eventi cardio-vascolari, cerebro-vascolari e, di conseguenza, in termini di riduzione della mortalità. Essa ha, inoltre, benefici dimostrati tra i soggetti affetti da coronaropatia.

Rimane ancora non dimostrato l’effetto dell’attività fisica tra i soggetti post stroke. A tal proposito, questo studio si propone di determinare gli eventuali benefici che la pratica sportiva ha tra i soggetti affetti da pregresso stroke rientrati al proprio domicilio.

Le caratteristiche dello studio

È stata studiata popolazione canadese con età superiore a 12 anni attraverso una survey cross- sectional (Canadian Community Health Survey), basata su un registro collegato a database che fornisce dati clinici e anamnestici.

Questionari specifici hanno fornito informazioni riguardo l’AF svolta dai partecipanti, che è stata successivamente misurata in equivalenti metabolici (MET) ovvero Kcal per Kg di peso corporeo per ora. Sono stati inclusi 895 pazienti affetti da pregresso stroke e 97805 controlli.

I risultati ottenuti

Dalle evidenze ottenute sembra che la pratica di attività fisica abbia una forte correlazione a un ridotto rischio di morte per ogni causa nei pazienti affetti da pregresso stroke. Questo rilievo è riscontrato anche nel gruppo di controllo, dimostrando perciò che il beneficio dell’attività fisica per gli stroke non è inferiore a quella dimostrata nella popolazione.

Inoltre, vi è una forte correlazione dose- risposta in entrambi i gruppi. In altre parole, anche l’intensità e la frequenza con cui si svolge l’attività è un importante fattore determinante gli effetti positivi.

Infine, tra gli stroke survivors, la riduzione della mortalità è maggiore tra i soggetti con meno di 75 anni, rispetto a quelli con più di 75 anni. Pare, quindi, che soprattutto i soggetti giovani godano dei benefici dell’attività fisica.

Quale la novità

Questo studio dimostra che l’attività fisica post stroke porta a un rischio ridotto di mortalità per tutte le cause, in modo dose-dipendente e dando i migliori risultati tra gli i soggetti più giovani.

Quali le prospettive

I pazienti con pregresso stroke sono frequentemente portatori di disabilità motoria, cognitiva e sociale. Per questi motivi, essi trovano talvolta difficoltà nel praticare con regolarità attività fisica. Lo studio porta, tuttavia, una significativa evidenza a favore della pratica sportiva in questi soggetti.

Risulta, perciò, oltremodo necessario implementare le risorse disponibili, facilitare l’accesso di queste persone a luoghi di pratica sportiva e incoraggiare programmi mirati di attività fisica.


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