La fibromialgia, o sindrome dolorosa diffusa, è una condizione caratterizzata da dolore cronico (ovvero persistente da più di tre mesi) e diffuso, in associazione o meno ad altri sintomi tipici. È la causa più comune di dolore muscoloscheletrico generalizzato nelle donne di età compresa tra 20 e 55 anni, con una prevalenza nel sesso femminile sei volte superiore a quello maschile.

Patogenesi

La patogenesi della fibromialgia è controversa, ma secondo recenti studi sembra che alla base delle sue più tipiche manifestazioni cliniche vi siano alterazioni nell’elaborazione del dolore a livello del sistema nervoso centrale (sensibilizzazione centrale), che genererebbe un’esagerata risposta al dolore allo stimolo doloroso periferico.

Fattori genetici e ambientali probabilmente interagiscono nel promuovere uno stato di “iperirritabilità” cronica del sistema nervoso centrale e periferico.

Manifestazioni cliniche

La fibromialgia si presenta comunemente con dolore diffuso di durata superiore ai 3 mesi dei muscoli e dei tessuti fibrosi, come tendini e legamenti, affaticamento, disturbi del sonno, disturbi cognitivi (difficoltà di memoria e concentrazione), cefalea e intestino irritabile.

All’esame obiettivo è caratteristica la dolorabilità alla digitopressione dei tessuti molli in più sedi anatomiche (i cosiddetti “tender points”, punti tendinei dolenti) in assenza di articolazioni obiettivamente infiammate o tumefatte. Agli esami di laboratorio gli indici infiammatori sono tipicamente normali.

Possono coesistere altre manifestazioni cliniche di accompagnamento, quali: stanchezza cronica, disturbi del sonno e sonno scarsamente riposante, difficoltà di concentrazione, cefalea, ansia e depressione.

Diagnosi  

La diagnosi di fibromialgia è clinica: si fonda, cioè, sulla presenza di un quadro clinico compatibile e sull’esclusione di altre condizioni responsabili della sindrome dolorosa diffusa, tra cui, ad esempio, artrite reumatoide, lupus, polimialgia reumatica, miosite, ipo- o ipertiroidismo, neuropatie.

Trattamento

Il trattamento della fibromialgia è di tipo sintomatico, ovvero volto a ridurre i principali sintomi di questa condizione, in particolare il dolore cronico diffuso, l’astenia, l ‘insonnia e le possibili disfunzioni cognitive. L’approccio terapeutico alla fibromialgia è “by step”:

  • il primo passo è la terapia comportamentale, basata quindi sull’esercizio fisico (possibilmente aerobico, di stretching e rafforzamento muscolare, come yoga, tai-chi o pilates), sull’igiene del sonno, sul riconoscimento e trattamento di eventuali comorbidità che possano accentuare le manifestazioni cliniche della fibromialgia (come l’obesità, le apnee ostruttive del sonno, la neuropatia diabetica, concomitanti malattie infiammatorie);

  • se la terapia comportamentale non è sufficiente ad ottenere un controllo ottimale dei sintomi, il secondo passo prevede la terapia farmacologica, basata sull’uso di molecole attive sul dolore neuropatico periferico, come antidepressivi (come amitriptilina o duloxetina) o specifici antiepilettici/anticonvulsivanti (come pregabalin o gabapentin), a basse dosi e titolabili gradualmente secondo la tollerabilità e la risposta del paziente. Al contrario, l’uso di paracetamolo, FANS e analgesici oppioidi non solo non dà beneficio, ma per quanto concerne gli oppioidi può anche creare dipendenza e amplificare il danno.

  • se ancora il dolore non fosse controllato dalla terapia comportamentale e farmacologica, è fondamentale l’invio del paziente a valutazione specialistica (reumatologo, fisiatra, psichiatra, terapia del dolore) per l’avvio di combinazioni di terapie farmacologiche, sedute di fisioterapia, interventi psicologici. In particolare, nella maggior parte dei pazienti non responsivi alla monoterapia farmacologica, è preferibile passare ad una terapia di combinazione associando un’altra classe di farmaco piuttosto che sostituire un singolo farmaco con un altro o abusare di analgesici.

In ogni caso, il trattamento della fibromialgia è complesso e, per questo, dovrebbe essere multidisciplinare, oltre che individualizzato sulla base dei particolari sintomi riferiti dal paziente.

A cura di Mattia Bellan

 


Iscriviti alla Newsletter

* Richiesti

Scegli la newsletter

Consenso all’utilizzo dei datiAging Project userà le informazioni che fornisci al solo scopo di inviarti la newsletter richiesta.

Puoi annullare l'iscrizione in qualsiasi momento cliccando sul link che trovi nel footer dell'email. Per informazioni sulla Privacy Policy clicca qui.

Cliccando su "Acconsenti", accetti anche che le tue informazioni saiano trasferite a Mailchimp per l'elaborazione. Ulteriori informazioni sulle privacy di Mailchimp qui