Riferimento bibliografico
Zhang PP, Yuan Y, Lu DZ, Li TT, Zhang H, Wang HY, Wang XW. Diagnostic Accuracy of the Eating Assessment Tool-10 (EAT-10) in Screening Dysphagia: A Systematic Review and Meta-Analysis. Dysphagia. 2023 Feb;38(1):145-158.
In sintesi
La disfagia, oltre a correlare con diverse malattie (neurodegenerative, cerebrovascolari, gastrointestinali, neoplastiche), può essere riscontrata in un gran numero di pazienti anziani, dato che l’invecchiamento è un fattore di rischio indipendente nel suo sviluppo. Il paziente disfagico, oltre ad avere difficoltà nell’alimentarsi, con possibile sviluppo di malnutrizione e disidratazione, può andare incontro a complicanze gravi come la polmonite ab ingestis.
Per questi motivi, avere a disposizione uno strumento di screening risulta utile nell’avviare un percorso diagnostico corretto e le successive misure preventive necessarie. L’ Eating Assessment Tool-10 (EAT-10) è utilizzato in tutto il mondo per effettuare uno screening rapido e semplice delle persone ad alto rischio di disturbi della deglutizione. Tuttavia, il cut-off migliore per discriminare correttamente i pazienti a rischio è ancora controverso. Nella revisione sistematica e metanalisi in oggetto, è stata confrontata l’accuratezza diagnostica per lo screening della disfagia di valori di cut-off EAT-10 pari a un punteggio totale di 2 e 3.
Il contesto e il punto di partenza
La disfagia è una sensazione di deglutizione difficoltosa. Questa condizione dipende dall’ostacolato transito dei liquidi, dei solidi o di entrambi dalla faringe allo stomaco. I pazienti possono riferire difficoltà ad iniziare la deglutizione, oppure rigurgito e tosse conseguenti. La disfagia può determinare l’aspirazione in trachea di materiale ingerito o, secrezioni orali, o di entrambi, determinando polmonite ab ingestis; inoltre, una prolungata disfagia spesso causa un’inadeguata nutrizione e conseguente perdita di peso.
Lo screening precoce può aiutare a intervenire nei gruppi ad alto rischio, riducendo efficacemente la disidratazione, la malnutrizione e la polmonite ab ingestis. Allo stato attuale, lo studio tramite videofluoroscopia (VFSS) e la valutazione endoscopica della deglutizione (FEES) sono considerati il gold standard per la diagnosi di disfagia, essendo entrambi metodi di imaging con elevata capacità di valutazione dei movimenti della deglutizione, dei relativi riflessi, del percorso della saliva e del suo eventuale ristagno. Allo stesso tempo, a causa dei costi e del tempo necessario a condurre le indagini, è difficile valutare con questi strumenti ogni paziente a rischio di disturbi della deglutizione. Le persone a rischio dovrebbero prima essere sottoposte a screening utilizzando un questionario, e in seguito quelle con sospetta disfagia potrebbero essere ulteriormente valutate attraverso utilizzando la valutazione per immagini.
L’Eating Assessment Tool-10 (EAT-10) è uno strumento di screening della disfagia sviluppato nel 2008 per identificare le persone ad alto rischio di disturbi della deglutizione. Si tratta di una scala di autovalutazione composta da 10 item, che i pazienti possono completare in un breve periodo di tempo. Ogni item corrisponde a 5 livelli di difficoltà, da “nessun problema” a “problema serio”, con un punteggio totale che va da 0 a 40.
Le caratteristiche dello studio
Lo studio qui presentato ha analizzato l’accuratezza diagnostica dello screening EAT-10 per la disfagia mediante una metanalisi di 7 studi. Gli studi presi in considerazione sono stati eseguiti tra il 2008 e il 2022, includendo 1.064 soggetti a partire dai 18 anni, senza alterazioni cognitive, sia a basso che ad alto rischio per sviluppo di disfagia, i quali allo screening EAT-10 avevano ottenuto un punteggio di 2-3 punti. Successivamente sono stati sottoposti a VFSS o FEES per confermare o meno la disfagia.
I risultati ottenuti
Sono state innanzitutto valutate le capacità di screening di questo score, riscontrando una sensibilità di circa l’80% in pazienti a rischio di sviluppare disfagia. Nei diversi studi presi in considerazione i valori di cut-off utilizzati risultavano diversi. Sono quindi stati confrontati i diversi cut-off riscontrando che, sebbene un cut-off pari a 2 sia più sensibile rispetto ad un cut-off pari a 3 (superiore del 4%), la specificità (quindi la capacità di escludere pazienti effettivamente liberi da malattia) di un cut-off pari a 2 è di molto inferiore rispetto ad un cut-off di 3 (inferiore del 23%). In conclusione, secondo la metanalisi in oggetto, lo score EAT-10 ha un’elevata capacità di riconoscimento dei disturbi della deglutizione, soprattutto utilizzando un cut-off pari a 3.
Infine è stata riscontrata una correlazione lineare tra i punteggi EAT-10 e PAS (Penetration-Aspiration Scale, che definisce il grado di disfagia tramite gli esami strumentali), che potrebbe anche riflettere in una certa misura la gravità della disfagia.
Limiti dello studio
In questo studio i risultati della sensibilità e della specificità sono stati influenzati da alcuni fattori, che possono derivare da cause diverse. Innanzitutto, aspetti culturali possono influenzare l’applicazione clinica di EAT-10: gli studi presi in considerazione riguardavano infatti nazioni differenti ed erano stati eseguiti in lingue diverse; dalla metanalisi è emerso ad esempio che la versione ebraica ha ottenuto un punteggio medio EAT-10 superiore a quello degli anglofoni, ma inferiore a quello degli italiani, spagnoli o svedesi e soprattutto dei giapponesi; queste differenze potrebbero essere correlate a una diversa interpretazione delle domande poste. Inoltre, nel questionario sono presenti affermazioni come “la difficoltà nella deglutizione influenza la mia capacità nell’uscire a cena”, che potrebbero portare a risultati diversi a seconda delle condizioni generali del paziente.
Quale la novità
Questa metanalisi dà conferma dell’alta sensibilità di questo score, il quale nella pratica clinica quotidiana risulta facile e veloce da somministrare ai pazienti a rischio. Si tratta di uno strumento utile, che può aiutare il professionista sanitario nell’individuare pazienti da riferire ad esami strumentali. Si tratta inoltre di un questionario che non richiede una formazione specifica. Lo studio ha inoltre confermato quale valore di cut-off sia da prediligere nella pratica clinica durante lo screening di disfagia: l’accuratezza diagnostica con un cut-off pari a 3 è più elevata, il che può non solo selezionare la maggior parte dei gruppi ad alto rischio di disturbi della deglutizione, ma anche evitare un elevato tasso di diagnosi errate.
Quali le prospettive
Sebbene EAT-10 presenti alcuni difetti di validità strutturale, si tratta di uno score utile quando si sospettano problemi deglutitori. EAT-10 può essere utilizzato come strumento di screening preliminare per la disfagia, per identificare le persone a rischio di disturbi della deglutizione. Infatti, strategie di alimentazione e trattamento appropriate, avviate il prima possibile, possono migliorare la prognosi del paziente e ridurre l’incidenza della polmonite ab ingestis.
A cura di Maia A. Lepore