Riferimento bibliografico

Agathe Prieur Chaintre´, Yves Couturier, T.H. Trang Nguyen, and Melanie Levasseur. Influence of Hearing Loss on Social Participation in Older Adults: Results From a Scoping Review. Research on Aging. 2023 May 9;1640275231174561.

In sintesi

L’ipoacusia è un fattore che impatta negativamente sulla vita sociale dell’anziano, causando isolamento, perdita di autostima, decadimento funzionale e cognitivo e un maggior rischio di caduta. Questo studio ha effettuato una revisione della letteratura per meglio comprendere l’influenza che la perdita di udito ha sulla vita sociale dell’anziano, indagandone in particolar modo le barriere e le strategie di supporto.

Il contesto e il punto di partenza

Nella popolazione anziana l’ipoacusia è una condizione molto diffusa, che colpisce circa un individuo su tre, la cui prevalenza si è osservato essere in aumento. È un fattore che interferisce negativamente su diverse sfere della vita quotidiana del soggetto anziano, tra cui la partecipazione sociale, elemento fondamentale per una buona qualità della vita e un healthy aging. Benché questo aspetto sia già stato approfonditamente studiato, non era mai stata fatta una revisione della letteratura rigorosa e completa, obiettivo di questo studio.

Le caratteristiche dello studio

Nello studio  è stata condotta un scoping review, con il metodo PRISMA: utilizzando 44 parole chiave in 9 diversi database, sono stati identificati 642 articoli, dei quali applicando i diversi criteri di inclusione ne sono stati selezionati un totale di 41 articoli finali. Attraverso l’analisi di questi studi sono stati identificati i fattori che impattano positivamente e negativamente sulla partecipazione sociale dell’anziano con ipoacusia, fattori legati sia agli aspetti della vita sociale e dell’ambiente, sia alle caratteristiche personali del soggetto stesso.

I risultati ottenuti

La scoping review ha dimostrato come gli anziani con ipoacusia abbiano difficoltà a mantenere le relazioni sociali e tendano all’autoisolamento. Le principali barriere in questi soggetti sono risultate essere l’ipoacusia severa, la difficoltà di comunicazione, le comorbidità e il decadimento cognitivo, mentre le strategie attuate per ridurne l’impatto sociale che sono risultate essere migliori sono il supporto sociale, le strategie di coping e l’utilizzo di apparecchi acustici. Nello studio viene sottolineato inoltre come fondamentale siano il suo riconoscimento precoce, una valutazione completa del paziente insieme a un intervento e a una collaborazione polispecialistica (medici, infermieri, psicologi, audiologi, terapisti occupazionali).

Limiti dello studio

Nella realizzazione di questa analisi, benché sia stato utilizzato un metodo molto rigoroso (PRISMA) e si siano utilizzati diversi database di ricerca, gli autori non possono escludere che, per motivi economici e di tempo, siano stati trascurati studi rilevanti sulla tematica in analisi. Inoltre, proprio per le caratteristiche intrinseche di questo tipo di review, non è stata verificata la qualità degli studi inclusi. Non da ultimo, viene sottolineato come l’utilizzo di diverse scale di valutazione nei diversi articoli analizzati abbia reso difficoltosa la valutazione finale degli stessi.

Quale la novità

Oltre allo  studio rigoroso ed esteso della letteratura sull’impatto dell’ipoacusia nella vita sociale dell’anziano, è stata svolta un’attenta analisi su quali siano i principali fattori che impattano negativamente e su quali strategie attuare per migliorare la qualità della vita dei soggetti.

Quali le prospettive

Benché se ne siano siano rilevate le conseguenze negative sulla qualità della vita dell’anziano, lo studio sottolinea come il problema principale sia l’identificazione precoce della perdita di udito: solo 1 soggetto su 5 arriva all’attenzione medica, e questo con una latenza media di 7 anni dalla comparsa dei sintomi. La perdita di udito stessa viene spesso considerata come una conseguenza normale del processo di invecchiamento, il che, unito allo stigma sociale che la circonda, riduce la richiesta di aiuto da parte di chi ne soffre. Fondamentali sono quindi lo sviluppo non solo di campagne di prevenzione, ma anche di screening nella popolazione anziana.

A cura di Barbara Ferrari


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