Riferimento bibliografico

Malfliet A, Marnef AQ, Nijs J, Clarys P, Huybrechts I, Elma Ö, et al. Obesity Hurts: The why and how of Integrating Weight Reduction with Chronic Pain Management. Phys Ther [Internet]. 2021 Aug 14; Available from: doi.org/10.1093/ptj/pzab198

In sintesi

Sovrappeso e obesità sono altamente prevalenti negli individui con dolore cronico. Nelle persone in sovrappeso o obese che soffrono di dolore cronico sembra preferenziale un approccio multimodale mirato sia al dolore che al peso.

Il contesto e il punto di partenza

Sovrappeso e obesità sono identificati come fattori di rischio per lo sviluppo del dolore. L’intensità del dolore e la disabilità mostrano una relazione dose-risposta con BMI, circonferenza della vita, percentuale di grasso e massa grassa. Il trattamento conservativo e farmacologico per il dolore cronico è spesso limitato a effetti a breve termine e di modesta entità. I trattamenti per la perdita di peso associati alla terapia fisica hanno dimostrato di portare a miglioramenti nel dolore e nella disabilità, quando applicati a pazienti affetti da artrosi del ginocchio, fibromialgia e lombalgia cronica rispetto a entrambi gli interventi isolati.

Le caratteristiche dello studio

Lo studio di Malfliet e colleghi fornisce una spiegazione dei possibili meccanismi sottostanti all’interazione tra sovrappeso o obesità e dolore cronico in una popolazione adulta. Gli autori suggeriscono un approccio conservativo alla gestione del peso corporeo all’interno del setting fisioterapico e forniscono linee guida cliniche per la valutazione e il trattamento del sovrappeso e dell’obesità nel dolore cronico. Queste raccomandazioni si basano su evidenze scientifiche disponibili e sull’esperienza clinica degli autori.

I risultati ottenuti

L‘associazione tra dolore cronico e sovrappeso trova diverse spiegazioni, tra cui l’aumento del carico biomeccanico, i cambiamenti nel microbiota intestinale e la (neuro)infiammazione di basso grado. Pertanto, l’anamnesi di una persona con dolore cronico e sovrappeso o obesità dovrebbe anche prendere in considerazione: BMI, massa muscolare e distribuzione del grasso, circonferenza della vita e dei fianchi, misurazioni della plica cutanea e/o valutazione della composizione corporea utilizzando la bio-impedenziometria, alimentazione e abitudini alimentari, equilibrio energetico.

In aggiunta, il legame tra sovrappeso, obesità e dolore cronico dovrebbe essere discusso alla luce di altri fattori legati allo stile di vita, tra cui l’attività fisica, i disturbi del sonno e lo stress. Un’attività fisica insufficiente porta a squilibri energetici, meccanismi (neuro)infiammatori e influisce sulla salute dell’intestino. L’apnea notturna indotta dall’obesità provoca frequenti interruzioni del sonno e quindi una riduzione della qualità del sonno. È noto che i disturbi del sonno aumentano la gravità del dolore. Lo stress può avere un impatto sia sull’assunzione di cibo che sul dispendio energetico e può sviluppare e mantenere il dolore cronico attraverso meccanismi di centralizzazione del dolore. Nella loro pratica clinica, i fisioterapisti dovrebbero considerare di guidare i pazienti verso uno stile di vita più sano, integrare una dieta sana nel contesto di un approccio basato sui pilastri della lifestyle medicine, che affronti anche i problemi del sonno, lo stress e che miri ad un aumento dell’attività fisica e alla riduzione della sedentarietà. L’attività fisica, infatti, non è solo essenziale per un approccio efficace alla riduzione del peso, ma è anche un fattore chiave nella gestione del dolore cronico.

Limiti dello studio 

Lo studio si limita a fornire consigli mirati al setting clinico del fisioterapista. Verosimilmente, linee guida simili possono essere applicate ad altri operatori sanitari.

Quali le novità

Le persone in sovrappeso o obese con dolore cronico hanno maggiori probabilità di aver bisogno di cure più complesse e richiedono un focus su fattori comportamentali come l’attività fisica e la dieta. Gli autori suggeriscono di integrare la terapia conservativa tradizionale con strategie lifestyle nella gestione del dolore cronico di questa popolazione di pazienti.

Le prospettive future

Affrontare importanti comorbilità nell’ambito di un approccio lifestyle potrebbe essere il prossimo passo verso la medicina di precisione. I fisioterapisti trascorrono molto tempo con i loro pazienti, quindi possono intervenire come consulenti di prima linea per diversi aspetti, compresa la dieta. Tuttavia, i fisioterapisti che intendono inserire gli interventi nutrizionali nella loro pratica clinica dovrebbero affrontare un percorso di formazione specifico aggiuntivo sugli aspetti relativi alla dieta e ai modelli alimentari sani. Inoltre, dovrebbero essere consapevoli dei loro limiti e per casi complessi fare riferimento ad altri specialisti. 

A cura di Elisabetta Bravini e Carmela Rinaldi


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