Riferimento bibliografico

John A. Batsis, Peter R. DiMilia, Lillian M. Seo, Karen L. Fortuna, Meaghan A. Kennedy, Heather B. Blunt, Pamela J. Bagley, Jessica Brooks, Emma Brooks, Soo Yeon Kim, Rebecca K. Masutani,Martha L. Bruce, Stephen J. Bartels. Effectiveness of Ambulatory Telemedicine Care in Older Adults: A Systematic Review, Journal of the American Geriatrics Society, agosto 2019, 67 (8): 1737-1749.

In sintesi

Pubblicato nell’agosto 2019, l’articolo analizza l’importanza di integrare il percorso ambulatoriale attraverso la telemedicina per ridurre le disparità di accesso all’assistenza sanitaria provocate dalla lontananza e dalle difficoltà legate ai trasporti, in pazienti con età compresa tra 65 e 86 anni.

Il contesto e il punto di partenza

Ancora oggi nel nostro Paese, a causa anche della conformazione fisica del territorio, esiste una certa eterogeneità tra zone più sviluppate e zone che lo sono meno, in cui spesso la rete dei trasporti ha carenze e gli spostamenti sono lenti e difficoltosi. Parlando di difficoltà degli spostamenti bisogna considerarla sia in termini di spesa da sostenere per il costo dei trasporti, sia in termini di logistica e di tempo, sia anche in relazione alla scarsa mobilizzazione dei pazienti anziani. L’introduzione di metodi alternativi come la telemedicina può essere utile per ovviare a queste problematiche.

Le caratteristiche dello studio

Il lavoro in questione ha analizzato 1.173 articoli in lingua inglese, per la maggior parte realizzati negli Stati Uniti, con dimensioni di coorte comprese tra 3 e 844 partecipanti, prendendone in oggetto infine 17. La durata degli studi varia da 2 settimane a 5 anni. Tutti sono basati sul ricorso a modalità di telemedicina in videoconferenza.

I risultati ottenuti

Dall’analisi degli studi emerge come la telemedicina sia utile e accettabile come metodo per fornire assistenza agli anziani. Le occasioni per utilizzarla analizzate sono legate alla lontananza in termini di spazio, alla difficoltà economica nel riuscire a coprire il costo degli spostamenti e alla difficoltà fisica a muoversi per alcuni pazienti con condizioni cliniche non favorevoli.

La telemedicina può effettivamente aiutare a proseguire il follow-up a distanza di pazienti con patologie croniche, nelle visite in cui il medico deve visualizzare per lo più esami di laboratorio e strumentali eseguiti per valutare l’effettivo stato di salute del malato. Tramite videochiamate è possibile riuscire a tenersi in contatto facilmente e non si sono evidenziate molte differenze rispetto al follow-up eseguito in ambulatorio con la presenza fisica del paziente.
Anche per la diagnosi di patologie di nuova insorgenza, nei casi in cui non sia necessario un intervento immediato che si può attuare solo in maniera fisica, è emersa la grande importanza delle videoconferenze tra medici e pazienti, in cui venivano fornite le indicazioni per l’ esecuzione di nuovi esami, che poi potevano essere portati in visione nel giro di pochi giorni, sempre telematicamente, riducendo, pertanto, drasticamente, i costi e le fatiche di viaggi e spostamenti.

Si è notato come la maggior parte degli anziani partecipi comunque alla visita insieme a un accompagnatore, è verosimile che questa persona possa aiutare il malato nell’utilizzo dei device necessari a effettuare le videochiamate e l’eventuale trasferimento dei file che il medico deve consultare. Nello studio in questione si è confermata la grande partecipazione dei caregiver, che permettono di ovviare alla eventuale difficoltà di comunicazione telematica nelle persone con età maggiore di 65 anni e pertanto non sempre avvezze alla tecnologia.

I limiti dello studio

Lo stato socioeconomico è stato indicato solo in nove studi e la fragilità del paziente e lo stato funzionale è stato riportato in modo incoerente, utilizzando indici diversi. La maggior parte degli interventi si è concentrata su pazienti con malattie croniche tra cui disturbi neurologici, depressione, BPCO, diabete.

Quali le novità e le prospettive

La legge del 2012 che affronta il tema della telemedicina evidenzia l’urgente necessità di sviluppare un approccio innovativo e pragmatico per far sì che questo nuovo metodo di cura arrivi a tutte le popolazioni che ne hanno necessità.
I medici dovrebbero prendere in considerazione l’utilizzo della telemedicina nella pratica di routine per superare le barriere della distanza e dell’accesso alle cure.

Abbiamo oggi l’opportunità di integrare nuovi sistemi legati alla tecnologia negli anziani, che tradizionalmente sono esclusi dalle sperimentazioni: bisognerebbe provare a sfruttarli al meglio.

 

A cura di Chiara Bottino Sbaratta


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