Riferimento bibiliografico

Herlo, L.-F., Salcudean, A., Sirli, R., Iurciuc, S., Herlo, A., Nelson-Twakor, A., Alexandrescu, L., & Dumache, R. (2024). Gut Microbiota Signatures in Colorectal Cancer as a Potential Diagnostic Biomarker in the Future: A Systematic Review. International Journal of Molecular Sciences, 25(14), 7937.

 

In sintesi

In questo studio si è voluto determinare se vi fosse una relazione tra la composizione del microbiota intestinale e lo sviluppo del cancro del colon-retto (CRC). I risultati ottenuti evidenziano che i pazienti affetti da CRC presentano modifiche significative nella composizione del microbiota intestinale, sia in termini quantitativi sia qualitativi, in merito al numero e al tipo di batteri presenti, rispetto ai soggetti sani.
Sebbene siano emersi alcuni limiti, i risultati ottenuti sottolineano il potenziale dell’utilizzo delle specie batteriche come biomarcatori specifici per la diagnosi precoce di CRC. Si suppone anche di poter sfruttare il CRC come target per terapie innovative volte a riequilibrare il microbiota.

 

Il contesto e il punto di partenza

Il CRC è il terzo tumore più comunemente diagnosticato sia negli uomini sia nelle donne a livello globale. La sua incidenza è maggiore nei paesi sviluppati, ma è in aumento anche in Asia e Africa, a causa delle modifiche degli stili di vita e dell’invecchiamento della popolazione.

Tra i principali fattori di rischio vi sono l’età, la familiarità, alcune sindromi genetiche ereditarie (sindrome di Lynch e poliposi adenomatosa familiare), malattie infiammatorie a carico dell’intestino (morbo di Crohn e colite ulcerosa), la sedentarietà, una dieta povera di fibre e ricca di carni rosse, l’alcol e il fumo.
Nei paesi ad alto reddito la mortalità è in calo grazie allo screening precoce e ai progressi terapeutici, mentre nei paesi a basso reddito rimane elevata per via dell’accesso limitato alle cure. Studi recenti mostrano come il microbiota intestinale influenzi numerose condizioni cliniche, inclusi i tumori. In particolare, la disbiosi intestinale è stata collegata al CRC, come anche a diverse patologie che ne aumentano il rischio, come obesità, infiammazione intestinale e condizioni di insulino-resistenza.

Interventi terapeutici mirati al ripristino di un microbiota sano, tramite probiotici e prebiotici, dieta o trapianto del microbiota fecale sono attualmente oggetto di studio.

 

Le caratteristiche dello studio

È stata condotta una revisione sistematica con meta–analisi in accordo con le linee guida di reportistica PRISMA (Preferred Reporting Items for Systematic Review and Meta-Analysis).
È stato consultato come database Medline (Pubmed) e successivamente è stata effettuata una ricerca manuale di tutti gli studi considerati eleggibili a partire dalle referenze degli articoli ottenuti dalla prima ricerca, delle revisioni e di altre pubblicazioni rilevanti sul tema.
Sono stati inclusi solo studi clinici randomizzati controllati su adulti che confrontavano il microbiota intestinale di pazienti affetti da CRC con quello di soggetti sani, utilizzando vari metodi di analisi per stabilire l’esistenza di una relazione tra la composizione del microbiota e cancro del colon-retto. Per valutare il bias di pubblicazione degli studi inclusi è stato costruito un funnel plot.

 

I risultati

I risultati ottenuti mostrano che nei pazienti con CRC, l’aumento di determinati “phyla biologici”, ovvero di gruppi di microrganismi con caratteristiche simili, è stato superiore del 22,38% [IC 95% 10-35] rispetto alla loro diminuzione. Ciò riflette un cambiamento significativo nella composizione del microbiota intestinale, sia in termini di quantità sia di tipo di batteri. Questi pazienti mostrano una minore presenza di batteri benefici e una maggiore presenza di batteri associati a disbiosi, infiammazione e progressione tumorale. In particolare, gli studi inclusi hanno evidenziato quali batteri hanno una forte associazione con la malattia, tra cui: Fusobacterium nucleatum (n=3), Bacteroides fragilis (n=4), Peptostreptococcus anaerobius (n=2), Parvimonas micra e Solobacterium moorei (n=1).
In particolare, è stato identificato un aumento di specifici ceppi batterici fortemente associati con la presenza della malattia

 

I limiti dello studio

L’eterogeneità degli studi inclusi in termini di dimensione del campione, tecniche di analisi del microbiota e criteri utilizzati per definire CRC a esordio precoce o tardivo potrebbe rendere difficile trarre conclusioni definitive e generalizzabili.

In particolare, le tecniche impiegate per l’analisi del microbiota variano tra gli studi e questo potrebbe aver influenzato l’identificazione di batteri, compromettendo la comparabilità dei risultati ottenuti. Numerosi fattori confondenti come dieta, stile di vita, uso di farmaci, presenza di altre malattie e area geografica possono alterare la composizione del microbiota nei pazienti con cancro. La mancata considerazione di questi elementi potrebbe limitare la corretta interpretazione delle differenze osservate nei profili microbici.

 

Quali le novità e le prospettive

Questo studio ha mostrato differenze nella composizione del microbiota intestinale nei pazienti affetti da CRC, identificando l’esistenza di un’associazione tra specifici ceppi batterici e lo sviluppo di questa forma di tumore.
Le popolazioni batteriche coinvolte, oltre a consentire la diagnosi precoce, possono diventare bersagli di specifici interventi terapeutici finalizzati a modulare il microbiota intestinale per prevenire o trattare il CRC.

Il microbiota intestinale si presenta quindi come un promettente biomarcatore diagnostico per il CRC. Tuttavia, sono necessari studi ulteriori per confermare l’efficacia clinica e definire protocolli diagnostici condivisi.

 

A cura di Isabella Santomauro e Melania Stedile


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