Riferimento bibliografico

Xue B, Meng X, Liu Q, Luo X. The effect of receptive music therapy on older adults with mild cognitive impairment and depression: a randomized controlled trial. Sci Rep. 2023;13(1):22159. Published 2023 Dec 13. doi:10.1038/s41598-023-49162-6

 

In sintesi

Il decadimento cognitivo lieve è una condizione che interessa una vasta percentuale della popolazione generale (10-15%), con elevata probabilità di progressione a demenza; inoltre rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo di depressione nei pazienti anziani. Vista l’efficacia dimostrata della musicoterapia sul miglioramento delle funzioni cognitive, questo intervento potrebbe svolgere un ruolo nel rallentamento della progressione del decadimento cognitivo lieve e sui sintomi depressivi: questi elementi sono valutati nello studio riportato, che ha registrato un miglioramento sul fronte del decadimento cognitivo e della depressione in un gruppo di pazienti anziani sottoposti a un intervento di musicoterapia di gruppo

 

Il contesto e il punto di partenza

Il decadimento cognitivo si manifesta con un deterioramento delle funzioni cognitive, nello specifico memoria, pensiero e linguaggio. Le forme di decadimento cognitivo lieve (MCI) interessano il 10-15% della popolazione generale. La sua rilevanza a livello globale è data non solo dalla sua elevata prevalenza, ma anche dalla stretta connessione con lo sviluppo di depressione: da un lato il MCI rappresenta un fattore di rischio per depressione (condizione che interessa il 32% dei pazienti con decadimento cognitivo lieve), dall’altro la depressione sembra accelerare la progressione del decadimento cognitivo verso la demenza.

L’utilizzo della musicoterapia si è diffuso nell’ultimo ventennio, alla luce della sua associazione con il miglioramento delle funzioni cognitive, nello specifico memoria, funzioni esecutive e salute mentale. Pertanto si è ipotizzato che potesse essere utilizzata per migliorare le funzioni cognitive nei pazienti anziani con MCI.

 

Le caratteristiche dello studio

Lo studio si configura come un trial randomizzato controllato, condotto in una residenza sanitaria assistita a Wuhan, Cina. I dati sono stati raccolti da due allievi infermieri, mentre la terapia è stata somministrata da un terapista musicale. Lo studio ha incluso pazienti con età superiore a 65 anni, con sintomi di depressione (riscontro alla 15-item Geriatric Depression Scale di punteggio ≥ 8) e presenza di decadimento cognitivo lieve (definito come punteggio al Montreal Cognitive Assessment < 26). Sono stati esclusi dallo studio pazienti con storia di patologia cardiovascolare, malattia di Parkinson o altre patologie organiche o psichiatriche invalidanti, difficoltà in deambulazione o comunicazione e diagnosi di demenza. Sono quindi stati reclutati 80 partecipanti, successivamente randomizzati casualmente tra gruppo di intervento e controllo. Il gruppo di intervento è stato esposto quattro volte a settimana per otto settimane a terapia musicale basata su tre step: ascolto di musica in gruppo, discussione circa i brani ascoltati e una fase finale di rilassamento muscolare con sottofondo musicale.
L’outcome primario dello studio è stato valutare le funzioni cognitive dei partecipanti, mediante il Montreal Cognitive Assessment (MoCA), mentre quello secondario valutare la presenza di sintomi depressivi mediante la Geriatric Depression Scale -15 (GDS -15). Entrambe le scale sono state applicate al baseline e dopo il trattamento.

 

I risultati ottenuti

Al termine dello studio, nei partecipanti inclusi nel gruppo di intervento e quindi sottoposti a musicoterapia si è osservato un miglioramento delle funzioni cognitive e una minore prevalenza di sintomi depressivi, valutati rispettivamente mediante gli score MoCA e GDS-15. Al contrario, non è stata riscontrata una differenza statisticamente significativa rispetto al baseline all’interno del gruppo controllo.

 

Limiti dello studio

Il principale limite dello studio è rappresentato dal fatto che gli effetti dell’intervento sono stati valutati solo al termine dello stesso e non a lungo termine. In secondo luogo, l’intervento sui partecipanti è stato organizzato a gruppi e non individualmente per carenza di staff, per cui lo studio non è in grado di determinare l’efficacia della musicoterapia in sé a prescindere dalle successive attività di gruppo (nello specifico: discussione collettiva dei brani ascoltati e attività di rilassamento in gruppo), che potrebbe avere un effetto confondente sulla prevalenza di sintomi depressivi.

 

Quale la novità

Lo studio ha confermato l’effetto positivo sulle funzioni cognitive e sulla depressione di un’attività di musicoterapia di gruppo praticata con persone anziane.
Un aspetto di rilievo, che potrebbe aver contribuito a mitigare il limite dello studio rappresentato dallo svolgimento di musicoterapia solamente in gruppo, è il fatto che anche il gruppo controllo è stato introdotto ad attività collettive quali attività all’aria aperta e counselling. Inoltre, le funzioni cognitive sono state valutate in modo oggettivo mediante il MoCA, che rappresenta un test di screening per disturbi cognitivi frequentemente utilizzato nella pratica clinica.

 

Quali le prospettive

Un aspetto su cui potrebbero concentrarsi gli studi futuri potrebbe essere il significato a lungo termine di questo e di differenti programmi di musicoterapia (in gruppo o individuali, musicoterapia attiva o solo recettiva…), che possono essere introdotti in setting molto vari, dalle strutture residenziali alle comunità al domicilio dei pazienti. Inoltre potrebbe essere interessante aggiungere i test neuropsicologici come strumento di valutazione dell’efficacia della musicoterapia nel prevenire la progressione del decadimento cognitivo.

 

 

A cura di Sara Casella


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