Riferimento bibliografico

Brognara L, Sempere-Bigorra M, Mazzotti A, Artioli E, Julián-Rochina I, Cauli O. Wearable sensors-based postural analysis and fall risk assessment among patients with diabetic foot neuropathy. J Tissue Viability. 2023;32(4):516-526.

 

In sintesi

I pazienti affetti da neuropatia diabetica presentano un rischio di cadute aumentato rispetto alla popolazione generale. Per questo risulta fondamentale la diagnosi precoce di questa comune complicanza del diabete mellito e la stratificazione in fasce del rischio di caduta di questi pazienti, ovvero la quantificazione del loro rischio. Questo studio dimostra come le Inertial Measurement Units (IMUs), che sono dei sensori inerziali indossabili, rappresentino un valido strumento nell’identificazione di alterazioni posturali e dell’equilibrio e nella stratificazione del rischio di caduta, al pari delle scale attualmente validate (scala di Tinetti e indice di Downton).

 

Il contesto e il punto di partenza

Il 20-40% dei pazienti con diabete mellito di tipo 2 manifesta come complicanza la neuropatia diabetica, una polineuropatia sensitivo-motoria simmetrica e lunghezza-dipendente derivante da alterazioni metaboliche e microvascolari.
Come noto dalla letteratura, esiste un’associazione tra presenza di neuropatia, che in questo caso si manifesta con perdita della sensibilità fine e della sensazione vibratoria, e alterazioni posturali. Da qui derivano una serie di alterazioni a carico dell’ equilibrio e del cammino che sono responsabili sia di un aumentato rischio di cadute nel paziente diabetico sia, conseguentemente, di un maggior rischio di lesioni determinate dalle cadute stesse (il rischio è circa 15 volte maggiore rispetto alla popolazione sana).
Per arrivare a una diagnosi precoce di neuropatia diabetica ed eventualmente a un intervento terapeutico, risulta fondamentale implementare gli strumenti diagnostici a disposizione in posturologia, che attualmente si basano su apparecchi costosi e che richiedono personale specializzato.

 

Le caratteristiche dello studio

Lo studio cross-sezionale condotto presso l’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna ha arruolato 85 pazienti di età maggiore di 18 anni, affetti da diabete mellito di tipo 1 o 2, che avessero recenti determinazioni di emoglobina glicata e glicemia a digiuno. Sono stati esclusi i pazienti recentemente sottoposti a interventi ortopedici alla caviglia e affetti da condizioni potenzialmente responsabili di disordini del cammino e della postura.
L’obiettivo degli autori è stato verificare la presenza di un’associazione tra le alterazioni posturali registrate mediante IMUs, un sensore indossabile costituito da un accelerometro, un giroscopio e un magnetometro in grado di rilevare oscillazioni nella marcia, la presenza di neuropatia diabetica superficiale e profonda, e il rischio di cadute nei pazienti affetti da piede diabetico.
La valutazione della marcia e la stratificazione del rischio di cadute sono state svolte rispettivamente mediante scala di Tinetti e indice di Downton. La sensibilità superficiale e profonda, invece, sono state valutate mediante test sensorimotori, per definire la soglia di sensibilità vibratoria e alla pressione lieve e la sensibilità dolorifica. Infine, il controllo glicemico è stato valutato mediante glicemia a digiuno ed emoglobina glicata.
I risultati sono stati analizzati mediante un modello di regressione logistica per di analizzare le variabili posturali maggiormente associate a neuropatia e a posizioni corrispondenti a un grado maggiore nelle scale di rischio di caduta.

 

I risultati ottenuti

Lo studio ha evidenziato una correlazione tra presenza di neuropatia profonda alla valutazione clinica e alterazioni posturali rilevate mediante il sensore indossabile; non è stata al contrario osservata una correlazione delle alterazioni posturali con alterazioni a carico della sensibilità superficiale.
Lo studio ha inoltre riscontrato una correlazione tra la presenza di alterazioni posturali rilevate dal sensore e il grado di rischio di caduta calcolato mediante scala di Tinetti e indice di Downton. Le IMUs potrebbero quindi rappresentare un valido metodo per diagnosticare la polineuropatia diabetica, integrando la valutazione clinica e sostituendo gli strumenti attualmente utilizzati in posturologia, che sono ingombranti, costosi e necessitano di un impegno non indifferente di tecnici specializzati.
È stata inoltre osservata una correlazione statisticamente significativa tra alterazioni posturali e scarso controllo glicemico (emoglobina glicata), oltre che con la positività dei test sensorimotori. Al contrario, non è stata osservata alcuna correlazione con i valori di glicemia a digiuno.
Questo studio, nel complesso, dimostrando la presenza di un’associazione tra alterazioni delle vie somato-sensitive profonde, controllo glicemico e alterazioni dell’equilibrio rilevate mediante sensori indossabili, dimostra la validità dell’utilizzo di questi sensori nella valutazione di alterazioni dell’equilibrio e rischio di caduta nei pazienti con neuropatia diabetica.

 

Limiti dello studio

Il principale limite dello studio è rappresentato dalla ridotta numerosità del campione, motivo per cui i risultati potrebbero non essere rappresentativi della popolazione diabetica. Saranno necessari quindi ulteriori studi al fine di validare questo strumento.
Inoltre, l’utilizzo nella diagnosi di neuropatia diabetica di test neurologici con differenti sensibilità e specificità potrebbe aver influenzato la significatività statistica dei risultati ottenuti.

 

Quale la novità

Questo studio è il primo in letteratura a valutare l’applicabilità delle IMUs nel campo della neuropatia diabetica, confrontandole ai test neurologici attualmente in uso per la valutazione della sensibilità superficiale e profonda e alle scale ad oggi validate per la stratificazione del rischio di caduta.

 

Quali le prospettive

I sensori indossabili su cui si è basato lo studio stanno assumendo un ruolo progressivamente crescente nel campo della posturologia, dal momento che rappresentano uno strumento accessibile dal punto di vista economico e in grado di raccogliere e processare ingenti quantità di dati. Sono inoltre uno strumento caratterizzato da buona affidabilità e ripetibilità in ambito clinico rispetto al gold standard.
Questi sensori potrebbero quindi rappresentare un valido strumento nello screening del piede diabetico e nella stratificazione del rischio di caduta in questi pazienti. Tuttavia, saranno necessari ulteriori studi per identificare quali sono i parametri posturali maggiormente informativi e conseguentemente giungere a una standardizzazione di parametri e protocolli da utilizzare.

 

A cura di Sara Casella

 


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