Riferimento bibliografico

Herzig SJ, Anderson TS, Jung Y, Ngo LH, McCarthy EP. Risk factors for opioid-related adverse drug events among older adults after hospital discharge. J Am Geriatr Soc. 2021 Sep 15. doi: 10.1111/jgs.17453. Epub ahead of print. PMID: 34528242.

In sintesi

In questo studio che ha considerato una grande coorte di soggetti anziani, il 7% di coloro che sono stati dimessi con una prescrizione di oppiacei ha sperimentato un evento farmacologico avverso (adverse drug events: ADE). I principali ADE identificati sono stati manifestazioni gastrointestinali e delirium. Gli autori hanno inoltre identificato numerosi fattori di rischio per ADE, tra i quali la diagnosi di demenza o delirium, la presenza di campanelli d’allarme per l’utilizzo inappropriato di oppiacei e la prescrizione di formulazioni long-acting si sono rivelati quelli più fortemente associati.

Il contesto e il punto di partenza

In letteratura è descritto come, indipendentemente dall’età, gli oppiacei siano tra le prime cause di comparsa di ADE sia durante la degenza che nella successiva terapia domiciliare. L’utilizzo degli oppiacei è comune in regime di ricovero e spesso capita che vengano prescritti a soggetti che non ne avevano mai assunti in precedenza.
La popolazione over 65 ha maggior rischio di ADE rispetto alla popolazione generale, per molteplici ragioni (comorbidità, politerapie, farmacocinetica e farmacodinamica alterate),. In questo studio, gli autori si sono posti l’obiettivo di valutare l’incidenza e i fattori di rischio per ADE da oppiacei nel setting specifico della popolazione anziana.

Le caratteristiche dello studio

Si tratta di uno studio di coorte, in cui gli autori, utilizzando i database amministrativi, hanno raccolto dati relativi a soggetti ultra 65enni ricoverati negli USA nel 2016.
Sono stati esclusi dallo studio soggetti dimessi presso una struttura o con una diagnosi di patologia tumorale. Lo studio ha valutato l’incidenza, entro 30 giorni dalla dimissione, di ADE correlati agli oppiacei:

  •  un accesso al PS non pianificato;
  • un ricovero con codice diagnostico* per uno degli effetti avversi noti correlati agli oppiacei: delirio, nausea, vomito, ridotta motilità intestinale colica (inclusa costipazione, ileo, ostruzione, occlusione), caduta/frattura, ritenzione urinaria e avvelenamento da oppiacei.

Gli autori si sono inoltre proposti di identificare la presenza di fattori di rischio per ADE; oltre a variabili cliniche e demografiche, gli autori hanno valutato la presenza di “campanelli d’allarme”, quali l’assunzione media giornaliera di una dose di morfina > 120 mg per un periodo di 90 giorni antecedente il ricovero e la prescrizione di oppiacei da 4 o più prescrittori nell’anno precedente il ricovero.

I risultati ottenuti

Gli autori hanno analizzato i dati di 299.239 soggetti ospedalizzati; di questi, 22.879 (7.6%) ha acquistato un oppiaceo sotto prescrizione medica, entro il secondo giorno dalla dimissione ospedaliera.
In merito agli eventi avversi, 1,604 pazienti (7%) sono andati incontro a uno dei possibili ADE da oppioidi entro 30 giorni dalla dimissione e 1,091 (4,8%) entro 14 giorni.
I più frequenti ADE da oppiacei sono stati: stipsi (2.7%), delirium (1.8%), nausea o vomito (1.5%) e si sono manifestati durante re-ospedalizzazione (1134; 70.7%) e accesso al Pronto Soccorso che non abbia richiesto ospedalizzazione (470; 29.3%).

Gli autori hanno identificato i seguenti fattori di rischio per ADE da oppiacei: età > 80 anni, insufficienza renale cronica, diagnosi di demenza e delirium, disturbi d’ansia, utilizzo inappropriato di oppioidi, malattie intestinali, pancreatiche e delle vie biliari, patologie neuromuscolari, utilizzo di oppiodi nel mese antecedente l’ospedalizzazione e presenza di “campanelli di allarme” per utilizzo inappropriato di oppioidi, utilizzo di oppioidi a lunga durata d’azione.
Risultati simili si sono evidenziati anche dopo aver considerato solo i primi 14 giorni del post-dimissione, con inoltre l’evidenza del genere femminile come un significativo fattore predittivo.

Limiti dello studio

I principali limiti dello studio derivano dal suo design, basato sull’utilizzo di dati amministrativi; ciò potrebbe avere portato a sottostimare il reale numero di ADE correlati agli oppiodi. Inoltre, gli autori hanno considerato come ADE tutti quelli potenzialmente correlati all’utilizzo degli oppiodi, ma il disegno dello studio non permette di valutare l’effettiva correlazione causale delle manifestazioni cliniche con l’assunzione di tali farmaci.

Quali le novità

In letteratura ci sono studi che hanno valutato i fattori di rischio per gli ADE da oppiacei nei pazienti ricoverati in ospedale e in ambiente ambulatoriale. La novità principale di questo studio consiste nell’aver condotto una diagnosi mirata alla popolazione anziana nei giorni immediatamente successivi a una dimissione ospedaliera che ha comportato la prescrizione di oppioidi.

Le prospettive future

I risultati ottenuti dovrebbero scoraggiare ulteriormente la tendenza alla prescrizione di oppiacei a lunga durata d’azione.
Inoltre, la consapevolezza, da parte del personale sanitario, di questi fattori di rischio può essere d’aiuto per una valutazione accurata del trattamento dei pazienti anziani, personalizzando le strategie terapeutiche anche mediante il confronto con gli stessi, al fine di sviluppare strategie di riduzione del rischio sul territorio.

*(definiti utilizzando la Classificazione Internazionale delle Malattie (ICD) 9 o 10 codici)

A cura di Davide Di Benedetto


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