UPO Biobank

Biobanca di ricerca e di cittadinanza

La biobanca è uno strumento innovativo dell’Università del Piemonte Orientale per la ricerca basato su un modello inclusivo di comunità scientifica in cui partecipano attivamente i cittadini, i ricercatori e le istituzioni.
L’AGING Project utilizzerà la biobanca dell’UPO per Il “Novara Cohort Study”, uno studio che si propone di indagare i processi d’invecchiamento nella popolazione del territorio novarese, per identificare gli stili di vita che portano a un invecchiamento sano e i fattori di rischio associati alle malattie tipiche dell’anziano.

Ciascun cittadino, mettendo a disposizione campioni del proprio sangue, liquidi, tessuti e i dati clinici associati, potrà contribuire ed essere parte integrante del progetto e diventare protagonista del processo scientifico e della ricerca biomedica sull’aging.
Contestualmente alla raccolta del materiale biologico, ciascun partecipante compilerà un questionario sullo stato di salute e lo stile di vita.
I campioni biologici ed i dati raccolti saranno depositati nella biobanca dell’UPO e saranno messi a disposizione dei ricercatori che li studieranno per comprendere i meccanismi molecolari dell’invecchiamento e delle malattie associate, come le malattie neurodegenerative, cardiovascolari, metaboliche e neoplastiche.
Il trattamento dei dati sarà effettuato nel rispetto dei requisiti previsti dal Regolamento UE/679/2016, in modalità protetta e salvaguardata medianti sistemi di crittografia e password di accesso per impedire la lettura a chi non sia stato preventivamente autorizzato in modo formale dal responsabile del trattamento dei dati. In qualsiasi momento il partecipante potrà accedere alle informazioni dal progetto di ricerca in cui è stato coinvolto, e/o richiedere la distruzione del campione biologico.

FAQ – Domande Frequenti

Che cos’è una biobanca?

La biobanca è un’unità di servizio, senza scopo di lucro che, nel pieno rispetto dei diritti dei soggetti coinvolti, garantisce e gestisce la raccolta sistematica, la conservazione e la distribuzione, secondo comprovati standard di qualità, di campioni biologici umani e delle informazioni collegate, per finalità biomediche (di ricerca, di diagnosi, di prevenzione o di terapia)
La biobanca svolge una funzione pubblica, di terzietà e di garanzia del processo e di finalità della raccolta di materiale biologico e di informazioni verso tutti gli attori in gioco e verso la società.

Come funziona una biobanca?

Nei locali della biobanca, a partire dall’ingresso, tutto è monitorato fino all’ultimo dettaglio. I locali sono dotati di controllo elettronico degli accessi e di un sistema di allarme che segnala eventuali malfunzionamenti, mentre la gestione dei campioni e dei dati avviene attraverso un software che ne garantisce la tracciabilità e l’anonimato.
A seconda della tipologia, i campioni possono essere crioconservati in congelatori che raggiungono la temperatura di -80°C o in speciali contenitori, dotati di un circuito di azoto liquido che porta la temperatura a -198°C. La crioconservazione è necessaria per conservare per lunghi periodi il materiale biologico che deve rimanere integro fino al momento del suo utilizzo.

Esistono diversi tipi di biobanca?

Le biobanche si caratterizzano sotto vari profili, tra i quali due sono fondamentali: per il tipo di materiale biologico raccolto e la finalità per cui vengono realizzate.
Le biobanche infatti, si diversificano perché possono raccogliere diversi tipi di materiale biologico (linee cellulari, tessuti, cellule, liquidi biologici, DNA, cordoni ombelicali, organi, gameti maschili e ovuli, ecc.) proveniente da individui sani e/o malati.
In base alla finalità, è possibile distinguere le biobanche primariamente orientate a malattia (oncologiche, genetiche, multispecialistiche) dalle biobanche prevalentemente rivolte agli studi di popolazione che raccolgono materiale biologico appartenente a gruppi di popolazione con particolari caratteristiche.

Qual è il ruolo della biobanca nella ricerca scientifica?

La biobanca costituisce una risorsa preziosa che mette a disposizione dei ricercatori un numero di campioni biologici e dati epidemiologici, clinici e di ricerca fino a pochi anni fa inimmaginabile, che possono essere utilizzati per la ricerca biomedica che ha come obiettivi prioritari:

  • migliorare le conoscenze sui fattori di rischio delle malattie, per prevenirne l’insorgenza;
  • identificare biomarcatori per la diagnosi precoce;
  • sviluppare la medicina di precisione e la terapia personalizzata.
Perché partecipare ad una biobanca?

La biobanca si rivela un processo ad impatto scientifico tanto maggiore quanto più si fonda su una concreta collaborazione tra popolazione, ricercatori e istituzioni. Ciascun partecipante gioca un ruolo insostituibile: il cittadino è attivatore e destinatario del processo stesso, il biobancario conserva e tutela, il clinico informa e raccoglie il campione, il ricercatore rivela nuove opportunità.
Essere informati sulle attività della biobanca e coinvolti come parte attiva è condizione necessaria per contribuire al suo sviluppo, all’orientamento della ricerca e l’utilizzo dei risultati.

Qual è il ruolo della biobanca nella società?

La biobanca diventa anche uno strumento per il coinvolgimento attivo dei singoli e di dibattito pubblico sulle finalità della scienza.
Partecipare ad una biobanca ci aiuta a diventare consapevoli della profonda rivoluzione scientifica e sociale in atto, determinata dalla svolta genetica e biomolecolare della ricerca e della cura, che esige un nuovo modello di cittadinanza, di etica e di costruzione della conoscenza scientifica, partecipativo, inclusivo e responsabilizzante

Come si conciliano la libertà e gli interessi della scienza con la necessaria tutela della persona?

I partecipanti alla biobanca sono parte attiva nel processo che rende possibile l’attività di una biobanca: senza il loro materiale biologico e senza la loro storia clinica la biobanca non esisterebbe.
Per tutelare la dignità ed il rispetto di ciascun individuo, la sua inclusione nei processi di ricerca può avvenire soltanto se il soggetto esprime un consenso libero ed informato, e se presente l’autorizzazione di un Comitato Etico indipendente e del garante.
L’atto di consenso attraverso il quale il partecipante acconsente all’utilizzo del proprio materiale biologico è requisito fondamentale alla raccolta, conservazione e impiego del materiale biologico e si deve caratterizzare come un atto libero, consapevole e partecipativo.
In termini di buona pratica, poiché il consenso informato deve coprire l’intero iter cui è soggetto un campione, l’informazione offerta deve, di conseguenza: i) spiegare le fasi di raccolta, conservazione, utilizzo e trasferimento ad altri ricercatori od istituzioni, diversi dal proponente; ii) esplicitare la possibilità di un ritorno d’informazione al partecipante sui risultati della ricerca; iii) dare indicazioni sulle possibili conseguenze per il partecipante od i membri della sua famiglia dei risultati delle analisi molecolari, iv) spiegare la possibilità di anonimizzare i campioni con un codice, v) specificare le misure adottate per la tutela dei dati personali, vi) segnalare nome e contatti del responsabile della biobanca, ovvero dei processi di protezione dei dati e di circolazione di campioni anonimizzati, vii) dichiarare la possibilità per il partecipante di revocare, in ogni momento, il proprio consenso e di richiedere la distruzione dei propri dati personali e campioni; viii) precisare il destino dei campioni in caso di revoca o di chiusura della biobanca; ix) esporre le eventuali prospettive commerciali della ricerca.
Il legame tra coloro che acconsentono all’utilizzo del loro materiale biologico e la biobanca non si esaurisce nel momento della raccolta ma cresce quanto più si sviluppa la ricerca: da questi presupposti il diritto da parte del partecipante di avere tutelate le informazioni che lo riguardano, di sapere l’ambito in cui si intende sviluppare la ricerca, di avere un ritorno sugli eventuali risultati della ricerca, di revocare in qualsiasi momento il proprio consenso informato. Il materiale biologico affidato alla biobanca è e rimane proprietà dell’individuo partecipante.

Principali Riferimenti legislativi sulla protezione dei dati personali
A seguito dell’entrata in vigore del Regolamento Europeo generale sulla protezione dei dati personali e di privacy, (Regolamento europeo 2016/679 – General Data Protection Regulation – GDPR), è stato approvato il Decreto legislativo 10 agosto 2018, n. 101 (in vigore dal 19 settembre 2018), che adegua il Codice in materia di protezione dei dati personali (Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196) alle disposizioni del Regolamento EU. Gli articoli del Codice così aggiornato, di interesse per la ricerca, sono l’art. 110 (ricerca medica, biomedica ed epidemiologica) e l’art. 110 bis (trattamento ulteriore da parte di terzi di dati personali a fini di ricerca scientifica o a fini statistici),
Il 5 giugno 2019, il Garante per la protezione dei dati personali ha quindi approvato il “Provvedimento che individua le prescrizioni relative al trattamento dei dati personali effettuato per scopi di ricerca scientifica ed al trattamento dei dati genetici, ai sensi dell’articolo 21, comma 1 del decreto legislativo 10 agosto 2018, n. 101 (provvedimento n. 146).