L’artrosi, anche detta osteoartrosi, è una malattia degenerativa delle articolazioni, le strutture anatomiche che mantengono in posizione le ossa del nostro corpo permettendoci di svolgere correttamente i movimenti.

Le superfici delle ossa coinvolte in un’articolazione sono ricoperte dalla cartilagine ialina, un tessuto ricco di acqua, elastico e resistente che riduce l’attrito causato dallo scorrimento l’una sull’altra delle ossa, proteggendole dall’usura causata dai movimenti ripetuti.

Anche la cartilagine, col tempo, può però subire danni fisici e usurarsi progressivamente: l’artrosi consiste proprio nel deterioramento della cartilagine delle articolazioni.

È una condizione estremamente comune, che si manifesta generalmente con dolore e rigidità articolare; pur essendo tipica della terza età, può iniziare già intorno ai 50 anni – soprattutto nelle donne in post-menopausa – e accomuna praticamente tutti gli over 80, anche se solo la metà di chi ne soffre sperimenta sintomi dolorosi. Più raramente, casi di artrosi si manifestano anche prima dei 40 anni e sono dovuti soprattutto a esiti di traumi, di malattie croniche o di malformazioni congenite delle articolazioni.
Solitamente interessa le articolazioni più utilizzate e che devono sopportare i carichi maggiori come quelle delle ginocchia, le anche e la colonna vertebrale ma può colpire anche le articolazioni di mani e piedi.

Cause

Si distingue un’artrosi primaria quando non esiste una causa specifica nota, mentre l’artrosi secondaria è la conseguenza di una patologia (come l’artrite reumatoide), di difetti metabolici o patologie endocrine, di un trauma, di una deformità congenita o acquisita, di un sovraccarico funzionale, di processi infettivi o infiammatori.

Il processo artrosico

Una cartilagine articolare sana è generalmente capace di sopportare lo stress meccanico e la compressione dovuti sia al normale sforzo, sia a periodi di utilizzo molto sostenuto dell’articolazione. Ci riesce grazie alle sue caratteristiche fisiologiche che prevedono, ad esempio, che nei periodi di riposo il tessuto cartilagineo acquisti nuovamente l’acqua persa nei periodi di massima compressione e i nutrienti necessari a recuperare la piena funzionalità.

Con il passare del tempo danni e lesioni, tanto più probabili quanto più l’età avanza e quanto più lo stile di vita prevede grandi sforzi articolari di natura professionale o sportiva, possono rompere questo equilibrio dinamico, dando origine al processo artrosico. Anche l’obesità influisce sull’insorgenza dell’artrosi, inizialmente interferendo nel metabolismo della cartilagine e, in seguito, portando a un’infiammazione localizzata. La cartilagine danneggiata e usurata dai normali movimenti articolari, perde la sua fisiologica elasticità. Il processo degenerativo può coinvolgere anche altri tessuti articolari come ossa, tendini e legamenti, favorendo la comparsa dei sintomi.

Col progredire dell’artrosi la cartilagine inizia a deteriorarsi fino al punto di venire del tutto meno nelle zone di maggior attrito. Quando questo capita, le ossa vengono a contatto diretto l’una con l’altra e i sintomi peggiorano ulteriormente, aumentando la rigidità dell’articolazione come anche il dolore, che diviene costante.

Come estremo risultato di questo processo, le ossa possono arrivare a rimodellarsi producendo delle escrescenze, dette “osteofiti”, che sono responsabili del classico aspetto delle dita degli anziani affetti da artrosi alle mani, che appaiono gonfie a livello delle articolazioni delle falangi (noduli di Heberden e Bouchard).

Sintomi

Il dolore che accompagna il primo esordio dell’artrosi viene descritto come sordo e profondo e peggiora in situazioni di maggior carico, mentre si allevia con il riposo. Un altro sintomo comunemente percepito è la rigidità articolare che si manifesta dopo prolungata inattività, come al risveglio mattutino, per poi scomparire entro la mezz’ora dalla ripresa dell’attività.

Diagnosi

La conferma dalla diagnosi di artrosi, a seguito della segnalazione dei sintomi caratteristici, è clinica; la radiografia dell’articolazione la conferma.
Il medico cerca segnali come la prima formazione di osteofiti, il restringimento dello spazio interno dell’articolazione e altre variazioni nella forma e nella densità delle ossa dovute ai processi infiammatori

Trattamento

A seguito della diagnosi, la terapia è soprattutto di tipo fisico e riabilitativo dal momento che non esistono cure per l’artrosi. Il supporto farmacologico è soprattutto sintomatico e consiste in antiinfiammatori, analgesici e miorilassanti.

Sono inoltre disponibili integratori alimentari che contengono sostanze normalmente contenute nella cartilagine, che possono rallentarne la degenerazione. Tra esse, in particolare, l’acido ialuronico, che può anche essere somministrato direttamente a livello delle articolazioni di più grandi dimensioni, mediante infiltrazione, con l’obiettivo di migliorare almeno temporaneamente i sintomi.

Come estrema misura nei casi più compromessi, si può ricorrere alla chirurgia per ricostruire la funzionalità perduta grazie a protesi articolari.

Bibliografia

MSD Manual – Artrosi
Humanitas – Artrosi

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