La vitamina D è una molecola nota per il suo ruolo importante nel metabolismo del calcio e del fosforo e nella mineralizzazione dello scheletro. La sintesi di vitamina D è innescata quando la pelle è esposta ai raggi ultravioletti UV-B della luce solare. La molecola così ottenuta subisce in seguito due trasformazioni chimiche dette idrossilazioni: prima nel fegato e poi nel rene per produrre la forma fisiologicamente attiva 1,25-diidrossivitamina, nota anche come calcitriolo. Con la sua scoperta nel 1920, la molecola di vitamina D è stata riconosciuta come un elemento nutrizionale essenziale e nel 1932, il chiarimento della struttura chimica della vitamina D ha rivelato che questa molecola era in realtà uno steroide. La vera svolta si è avuta nel 1969 grazie alla scoperta del recettore nucleare della vitamina D (VDR), che ha fatto definitivamente entrare la vitamina D nella famiglia degli ormoni e contemporaneamente ha avviato due decenni di ricerche che descrivono collettivamente l’ampia sfera di influenza di questo ormone/vitamina grazie alla presenza del VDR in oltre 30 tessuti e organi nell’organismo umano.
Anche se la vitamina D può essere introdotta con gli alimenti (olio di fegato di merluzzo, salmone, pesce azzurro, tuorlo d’uovo) è certamente l’esposizione alla luce solare la principale fonte di approvvigionamento.
Sebbene il suo effetto più noto e primo ad essere stato scoperto sia quello antirachitico sullo scheletro, la grande diffusione dei VDR conferma un ruolo biologico più ampio per la vitamina D. Infatti, molti studi hanno trovato un ruolo vitale per la vitamina D:

  • nella crescita cellulare;
  • nella regolazione immunitaria e nella modulazione infiammatoria;
  • nel controllo della pressione arteriosa.

Il livello ematico di vitamina D è di difficile determinazione, un po’ perché non si misura la forma più attiva, ma quella più stabile e inoltre, e anche perché non è possibile determinare la quantità di vitamina D immagazzinata in vari tessuti, in particolare in quello adiposo. Per ovviare a questo inconveniente è stato introdotto di recente il concetto di indice personale di risposta alla vitamina D in base al quale la popolazione è suddivisibile in responder alti, medi e bassi.
Recentemente i valori normali della vitamina D sono stati modificati al ribasso. e al momento molte società scientifiche suggeriscono che i valori di Vitamina D dovrebbero essere:

  • carenza <12 ng/ml (<30 nmol/l);
  • insufficienza 12-20 ng/ml (30-50 nmol/l),
  • sufficienza 20-30 ng/ml (50-75 nmol/l)

Il fabbisogno giornaliero raccomandato (RDA) è di 600 UI per bambini di età pari o superiore a 1 anno, nonché per adolescenti, donne in gravidanza e in allattamento e adulti fino a 70 anni. Per le persone di età pari o superiore a 71 anni, è consigliabile un RDA di 800 UI di vitamina D al giorno.

La dose massima tollerabile è di 1000 UI al giorno per i bambini e 4000 UI al giorno per le persone di età pari o superiore a 9 anni.
Livelli troppo elevati di vitamina D sono noti per causare danni ai reni e calcificazioni ai tessuti.

 

Bibliografia

IOM Updates Guidance on Vitamin D and Calcium. https://www.aafp.org/news/health-of-the-public/20101201iomrpt-vitdcal.html#:~:text=The%20IOM%20committee%20determined%20that,levels%20are%20above%20that%20mark

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