Le nostre anime di notte” è la storia poetica, piena di delicatezza, ironia e ottimismo di due anziani vedovi che decidono di passare, nonostante tutto e tutti, le notti insieme. Lei si chiama Addie, suo marito è morto tempo prima, e un giorno attraversa la strada, suona al suo vicino di casa, Louis, e gli propone di passare del tempo insieme, a parlare, di notte: “Mi chiedevo se ti andrebbe qualche volta di venire a dormire da me (…). Le notti sono la cosa peggiore, non trovi?”. Così due persone ormai abituate alla loro solitudine decidono come prima cosa di rendersi conto che non necessariamente la solitudine è l’unica opzione che gli rimane, e in secondo luogo che apprezzano la compagnia l’uno dell’altra.

Di notte, tenendosi per mano, si raccontano le loro vite, con i loro momenti dolorosi e le loro gioie, in un dialogo che scorre senza risentimenti né grandi aspettative ma che notte dopo notte si trasforma da germoglio di speranza in una bella e forte pianta, in grado di dare sollievo e riparo a entrambi, sia per il conforto che offrono l’uno all’altra sia per l’idea stessa di rompere con lo schema sociale che tradizionalmente vorrebbe due anziani vedovi scegliere e mantenere una ininterrotta solitudine e abbandonare le “pretese” di intimità emotiva.

Addie è la prima a dire che di cosa diranno gli altri non le importa più, e Louis si nutre del coraggio di lei, anche se i figli ormai grandi qualche obiezione la fanno e, soprattutto, la cittadina statunitense dove vivono è piccola e la gente mormora, così come potrebbe mormorare qualcuno nelle nostre province, facendo battute poco gentili o insinuazioni, magari dopo aver visto Louis ritornare, sul far dell’alba, verso casa. Ben presto però, con caparbietà, imparano a disinteressarsi dell’opinione degli altri, e scoprono che non tutti vedono la loro nuova amicizia di cattivo occhio, anzi, qualcuno li sostiene, altri, più semplicemente, si accorgono che sono fortunati ad essersi trovati.

La storia di Addie e Louis è ambientata a Holt, in Colorado, cittadina immaginaria ma diventata ormai celebre grazie ai romanzi del suo autore, Kent Haruf, che vi ha ambientato la sua trilogia più famosa, composta da Canto della pianura, Crepuscolo e Benedizione.
Haruf, morto nel 2014, è stato uno scrittore statunitense i cui libri, oltre che molto piacevoli per la loro scrittura, resa in italiano in modo eccellente, hanno il grande pregio di raccontare con infinita grazia e maestria le vicende del quotidiano, le vite di tutti i giorni, i sentimenti di padri, figli, mogli e mariti della provincia statunitense del Colorado in cui però tutti noi possiamo riconoscerci.

Dopo la Trilogia della Pianura a Holt dunque ritorniamo per appassionarci alle vicende di Addie e Louis in Le nostre anime di notte, che da quando decidono di farsi compagnia, scoprono che farsi compagnia alla fine non è per niente poco. E quello che dapprincipio è un sodalizio timoroso e nella sfera del possibile – un portarsi dietro il pigiama e spazzolino pensando “vediamo come va”- diventa per l’una come per l’altro un diventare famiglia nel senso più nobile del termine: un mutuo aiuto, un passare del tempo insieme con piacere, un’intimità e una condivisione emotiva ancor prima che fisica che nessuno dei due pensava forse di avere nemmeno più diritto a vivere. Di giorno capita che si vedano, vadano insieme a scegliere un cane, passino il tempo con il nipote di Addie che sta attraversando un momento difficile, ma è di notte che si ritrovano, mettono a nudo le loro anime e cercano, raccontandosi e confidandosi l’uno con l’altra, di dare il senso migliore al tempo che ancora hanno da vivere.
Dal libro di Kent Haruf è stato anche tratto un film, nel 2017, con Louis e Addie interpretati da Robert Redford e Jane Fonda.

Perché leggerlo

Perché l’idea di chiedere a qualcuno di passare la notte con noi è fresca, liberatoria, e, in una piccola città come Holt, significa aver riconosciuto che di quello che pensano gli altri ci importa poco. Unito al fatto che è una richiesta che Addie fa in modo del tutto spontaneo e inaspettato, la premessa da cui parte questo romanzo è quella di una dimensione familiare dove, pure, tutto è possibile. Una dimensione che ciascuno di noi potrebbe augurarsi o trovare poetica e piena di ottimismo insieme.
E questo è solo l’incipit del libro. Poi c’è tutto il resto: c’è una nonna che riesce a essere un valido punto di riferimento per un nipote seienne in difficoltà, c’è il rileggere, al riparo di una nuova amicizia, le proprie difficoltà matrimoniali, i dolori della propria vita, le ambizioni che hanno lasciato magari il posto alla rassegnazione, ma anche le gioie che la vita ci ha portato, così come c’è anche la voglia di nuovo. Come scrive bene anche Fabio Cremonesi, traduttore di Kent Haruf in Italia, c’è in tutto il libro l’urgenza di cogliere ancora qualcosa dalla vita “prima che sia troppo tardi”, e questo nonostante tutto – e nonostante poi qualcuno decida di provare a impedirlo. Non da ultimo, Le nostre anime di notte è una bellissima introduzione al mondo e ai personaggi di Holt, creati da Kent Haruf: se ancora non avete avuto il piacere di incontrarli questo romanzo può essere la prima tappa di un viaggio bellissimo tra Main Street, Cedar Street e lungo tutte le provinciali che circondano la comunità di Trilogia della Pianura.

Come comincia

E poi ci fu il giorno in cui Addie Moore fece una telefonata a Louis Waters. Era una sera di maggio, appena prima che facesse buio.
Vivevano a un isolato di distanza in Cedar Street, nella parte più vecchia della città, olmi e bagolari e un solo acero cresciuti sul ciglio della strada e prati verdi che si stendevano dal marciapiede fino alle case a due piani. Era stata una giornata tiepida, ma di sera aveva rinfrescato. Dopo aver camminato sotto gli alberi, la donna svoltò all’altezza della casa di Louis.
Quando Louis le aprì la porta, lei disse, Posso entrare a parlarti di una cosa?
Sedettero in salotto. Vuoi qualcosa da bere? Un tè?
No, grazie. Non so se mi fermerò abbastanza per berlo. Si guardò intorno. È graziosa la tua casa.
Diane l’ha sempre tenuta bene. Un po’ ci provo anch’io.
E ancora graziosa, disse lei. Erano anni che non ci venivo.
Guardò fuori dalla finestra verso il cortile laterale, la notte si stava accomodando fuori e dentro la cucina, una luce illuminava il lavandino e il bancone. Tutto sembrava pulito e ordinato. Lui la stava guardando. Era una donna attraente, l’aveva sempre pensato. Quando era più giovane aveva i capelli scuri, ma ormai erano bianchi e li portava corti. Era ancora in forma solo un po’ appesantita in vita e sui fianchi.
Probabilmente ti stai chiedendo cosa ci faccio qui, disse lei.

Scheda Libro

AUTORE: Kent Haruf
TITOLO: Le nostre anime di notte
TRADUZIONE: Fabio Cremonesi
EDITORE: NNE

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