Riferimento bibliografico

Restout, J., Bernache-Assollant, I., Morizio, C., Boujut, A., Angelini, L., Tchalla, A., & Perrochon, A. (2023). Fully Immersive Virtual Reality Using 360° Videos to Manage Well-Being in Older Adults: A Scoping ReviewJournal of the American Medical Directors Association.

Nota

L’incipit di questo contributo è tratto da una scena della serie “The Good Doctor”. Una paziente anziana in Multiple Organ Dysfunction Syndrome rimpiange di non aver avuto la possibilità di visitare Parigi nel corso della sua vita. I clinici le forniscono allora un supporto di realtà virtuale con un video tour immersivo della città che l’accompagna verso il fine vita.

In sintesi 

La longevità raggiunta grazie al progresso della medicina, che ha convertito molte acuzie in cronicità, ha bisogno di essere supportata da un benessere che sia anche psicosociale. Un concetto di salute più omnicomprensivo, come definito dall’OMS, ha bisogno del corretto equilibrio tra le componenti biologica, sociale e psicologica. Proprio queste ultime due componenti tendono ad un’inflessione durante l’invecchiamento, provocando difficoltà che sono state esacerbate dalle regole dettate dalla recente pandemia, sfociando in ansia, solitudine, depressione e generale malessere psicosociale. Le evidenze riassunte in questa scoping review suggeriscono che le nuove tecnologie, come i video di realtà virtuale (VR) immersiva, possono costituire strumenti terapeutici emergenti per il miglioramento degli outcome psicosociali negli anziani.

Il contesto e il punto di partenza

Nella pratica clinica la VR immersiva a 360 gradi si è rapidamente imposta come strumento terapeutico per gli anziani (ad esempio per il rilassamento), anche se, nonostante le sue potenzialità, raramente viene utilizzata come strumento di promozione del benessere. Inoltre la diffusione dei supporti di VR fa sì che anche i costi stiano diventando più accessibili. Questi strumenti non hanno la pretesa né l’obiettivo di sostituire la realtà né tantomeno alienare chi ne fa uso, ma possono dare sollievo e incrementare il benessere se utilizzati da persone sole o con deficit motori, a maggior ragione se anziane, o anche solo per chi cerca un fugace riposo dal caos cittadino; così come può dare sollievo un buon brano di musica da ascoltare, benché non si suoni lo strumento in prima persona. Questo tipo di tecnologia presenta comunque dei limiti che è bene conoscere perché non tutti la tollerano. Gli effetti collaterali della VR includono disorientamento (compresi capogiri, vertigini e difficoltà di messa a fuoco), stress oculomotorio (affaticamento degli occhi, mal di testa e visione offuscata) e nausea (sensazione di fastidio allo stomaco, aumento della salivazione), che possono provocare grave disagio e ridurre non solo il beneficio, ma anche il coinvolgimento e la sicurezza dei partecipanti.

Le caratteristiche dello studio

Si tratta di una scoping review realizzata con PRISMA-ScR il cui obiettivo era valutare l’efficacia degli interventi a 360° sul benessere degli anziani con o senza compromissione cognitiva, nonché la cybersickness (cinetosi da ambiente virtuale causata da una mancata corrispondenza tra informazioni visive e quelle dell’orecchio interno, riportata anche come motion sickness) e l’attitudine degli utilizzatori verso la realtà virtuale. Dopo aver esaminato 2.262 articoli, ne sono stati inclusi 10. La maggior parte di essi sono studi pilota e hanno utilizzato metodi misti, tra cui scale e interviste. Il materiale e il contenuto della VR sono diversificati.

I risultati ottenuti

L’età media dei partecipanti dei 10 studi selezionati dagli autori varia da 68 a 87 anni. Gli interventi di VR sono stati offerti ad anziani che vivevano in comunità o in strutture residenziali per anziani (RSA). Tra i 524 partecipanti, 346 erano donne. Sei studi hanno incluso partecipanti con deterioramento cognitivo, per un totale di 95 anziani. Le tecnologie utilizzate sono state diverse: da quelle per smartphone, in cui il dispositivo si inserisce nei visori, ai set già completi. Il numero di sessioni va per lo più da 1 a 6, con un unico studio che ne ha proposte ben 18. Sebbene i contenuti immersivi siano diversificati, rimangono principalmente video o foto di scene naturali e di luoghi conosciuti soprattutto per il turismo, i viaggi nonché monumenti noti del patrimonio culturale. Solo la metà degli studi aveva un gruppo di controllo.Tutti gli studi analizzati hanno mostrato esiti positivi circa la sfera emotiva con un miglioramento negli anziani riguardante l’apatia. Gli effetti su altri fattori (ansia, qualità della vita, depressione e solitudine) hanno dato risultati contrastanti. Sei studi che hanno incluso partecipanti con deficit cognitivo hanno mostrato un effetto benefico della VR 360 sulle emozioni positive, l’ansia, l’apatia e la depressione. In merito alla cyber o motion sickness, tra i 524 partecipanti inclusi in questa revisione 18 hanno riportato effetti collaterali lievi e 3 effetti collaterali gravi. La maggior parte delle persone coinvolte ha trovato l’esperienza piacevole, realistica e generatrice di emozioni positive. L’esperienza immersiva di viaggiare e visitare luoghi popolari ha anche migliorato la qualità della vita e la vita sociale delle persone anziane. I visori sono stati dichiarati confortevoli. Ad eccezione di uno studio, negli altri la maggior parte dei partecipanti vorrebbe accedere ad altre sessioni di VR e la raccomanderebbe a terzi.

Limiti dello studio

Questa revisione presenta alcuni limiti. In primo luogo, il numero ridotto di sessioni di VR e il disegno del protocollo (studi pilota con un basso numero di sessioni di VR) non permettono agli autori di trarre conclusioni definitive sull’effetto della VR immersiva sul benessere degli anziani. Inoltre, l’eterogeneità dei partecipanti non ha permesso di produrre prove sull’efficacia delle sessioni di VR immersiva negli adulti più anziani con deterioramento cognitivo. Infine, gli autori dichiarano di aver avuto difficoltà nel selezionare gli articoli con interventi immersivi di VR a causa dell’eterogeneità tassonomica nella letteratura.

Quali le novità

Per riassumere, gli interventi video VR 360 erogati attraverso cuffie auricolari costituiscono probabilmente un potenziale mezzo alternativo per migliorare gli esiti di salute negli anziani. Le tecnologie VR sono diventate sempre più accessibili, sicure e confortevoli. Sebbene gli studi abbiano dimostrato l’effetto positivo di questa tecnologia su diversi aspetti del benessere (depressione, ansia, apatia), rimane difficile sintetizzare i risultati sull’efficacia, in quanto persistono numerose discrepanze metodologiche (design, dimensione del campione, diversità di intervento e di esito). Questi risultati sono stati particolarmente rilevanti alla luce della recente pandemia di COVID, in cui la VR ha fornito un’opportunità unica di permettere agli anziani con disabilità legate all’età di evadere dalla loro realtà spesso confinate e di essere “trasportati” in luoghi interessanti, stimolanti, tranquillizzanti e piacevoli.

Quali le prospettive

Gli studi futuri dovrebbero essere studi controllati randomizzati in diversi contesti (ad esempio a domicilio o in comunità) e popolazione (con o senza deterioramento cognitivo) per giungere a conclusioni sull’efficacia della VR immersiva sul benessere degli anziani. Inoltre, diverse misurazioni fisiologiche e neurofisiologiche dovrebbero essere implementate per migliorare la conoscenza dei meccanismi della VR che contribuiscono al benessere. Infine, un’analisi qualitativa rivolta ai caregiver formali o informali darebbe ulteriori informazioni circa i benefici dell’implementazione della tecnologia nella quotidianità.

 

A cura di Angela Durante


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