Riferimento bibliografico
Juarez-Martinez E.L. et al. Five-decade prevalence of delirium in pneumonia, risk factors and associated mortality: a systematic review and meta-analysis. European Respiratory Review. 2025;34(177). doi: 10.1183/16000617.0111-2025
In sintesi
Il delirium è una complicanza neuropsichiatrica frequente nei pazienti con polmonite, con una prevalenza che si è mantenuta significativa negli ultimi cinquant’anni. Questo studio di revisione sistematica e meta-analisi ha analizzato l’incidenza del delirium in pazienti affetti da polmonite, identificando i principali fattori di rischio e la correlazione con la mortalità. I risultati evidenziano che il delirium non è solo un marker di fragilità clinica, ma anche un predittore indipendente di esiti sfavorevoli, inclusa la morte.
Il contesto e il punto di partenza
Il delirium è una sindrome acuta e fluttuante, caratterizzata da alterazioni dello stato di coscienza, attenzione e cognizione. Nei pazienti pneumologici, in particolare quelli con polmonite, il delirium rappresenta una sfida clinica rilevante. La sua insorgenza è spesso sottovalutata, ma può compromettere gravemente il decorso clinico, la durata dell’ospedalizzazione e la prognosi. La letteratura recente ha cercato di quantificare la prevalenza del delirium in questi pazienti e di chiarire il ruolo delle comorbidità psichiatriche.
Le caratteristiche dello studio
Il lavoro di Juarez-Martinez et al. ha analizzato oltre cinque decenni di dati clinici, includendo studi osservazionali e trial clinici condotti in contesti ospedalieri. Sono stati inclusi pazienti adulti con diagnosi di polmonite, sia comunitaria sia nosocomiale. Il delirium è stato identificato secondo criteri standardizzati (DSM, CAM-ICU), e sono stati valutati fattori come età, comorbidità psichiatriche, uso di farmaci sedativi, gravità della malattia respiratoria e necessità di supporti respiratori come la ventilazione meccanica.
I risultati ottenuti
Dallo studio emerge che la prevalenza del delirium si attesta tra il 15% e il 30% nei pazienti ospedalizzati con polmonite. Tra i principali fattori di rischio possono esserci l’età avanzata, la presenza di demenza preesistente all’ospedalizzazione, l’ipossiemia, l’utilizzo di ventilazione invasiva, la presenza di uno stato settico e l’utilizzo di farmaci, tra cui benzodiazepine. Il delirium è risultato associato ad un aumento significativo della mortalità intraospedaliera e a lungo termine. Inoltre comorbidità psichiatriche come depressione e disturbi cognitivi preesistenti aumentano il rischio di delirium e ne peggiorano gli esiti.
Delirium e comorbidità psichiatriche: un’interazione bidirezionale e sottostimata
Il delirium non si manifesta mai in un vuoto clinico: è il risultato di un’interazione complessa tra vulnerabilità preesistenti e fattori precipitanti acuti. Tra le vulnerabilità più rilevanti, giocano un ruolo centrale le comorbidità psichiatriche, sia come fattori predisponenti sia come elementi che complicano la diagnosi e la gestione del delirium.
Demenza e deterioramento cognitivo lieve (MCI). La demenza è il principale fattore di rischio per lo sviluppo di delirium. I pazienti con deterioramento cognitivo preesistente presentano una ridotta riserva cognitiva, che li rende particolarmente vulnerabili agli insulti sistemici come l’ipossiemia, l’infiammazione e le alterazioni metaboliche tipiche della polmonite. In questi pazienti, il delirium può rappresentare l’unica manifestazione clinica di un’infezione respiratoria, rendendo ancora più difficile una diagnosi tempestiva.
- Il rischio di delirium nei pazienti con demenza è fino a 4 volte superiore rispetto alla popolazione generale.
- Il delirium può accelerare il declino cognitivo, portando a una perdita funzionale irreversibile anche dopo la risoluzione dell’evento acuto.
Depressione. La depressione, spesso sottodiagnosticata nei pazienti anziani, è associata a una maggiore incidenza di delirium. I meccanismi ipotizzati includono alterazioni neurotrasmettitoriali (in particolare della serotonina e della dopamina), disregolazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene e una maggiore sensibilità agli effetti collaterali dei farmaci psicotropi.
- I pazienti depressi tendono a presentare un delirium ipoattivo, più difficile da riconoscere clinicamente.
- La presenza di depressione peggiora la prognosi post-delirium, aumentando il rischio di istituzionalizzazione e mortalità a 6 mesi.
Disturbi d’ansia e PTSD. I disturbi d’ansia, inclusi i disturbi da stress post-traumatico (PTSD), sono associati a una maggiore reattività allo stress e a una percezione amplificata del dolore e del disagio respiratorio. Nei pazienti con polmonite, questo può tradursi in un maggiore rischio di delirium, soprattutto in ambienti ad alta intensità come la terapia intensiva respiratoria.
- L’ansia può mascherare i sintomi iniziali del delirium, ritardandone la diagnosi.
- I pazienti con PTSD possono sviluppare forme di delirium iperattivo, con agitazione, allucinazioni e comportamenti disorganizzati.
Uso cronico di psicofarmaci. L’uso cronico di benzodiazepine, antipsicotici e antidepressivi triciclici rappresenta un ulteriore fattore di rischio. Questi farmaci possono interferire con la neurotrasmissione colinergica e dopaminergica, aumentando la suscettibilità al delirium in presenza di infezioni respiratorie o ipossiemia.
- Le benzodiazepine sono particolarmente implicate nella genesi del delirium, soprattutto nei pazienti anziani.
- La sospensione improvvisa di psicofarmaci durante il ricovero può anch’essa precipitare un episodio delirante.
Limiti dello studio
Lo studio di Juarez-Martinez et al., pur offrendo una panoramica estesa sulla prevalenza del delirium nei pazienti con polmonite, presenta alcune criticità metodologiche che ne limitano la generalizzabilità. In primo luogo, si osserva una significativa eterogeneità tra gli studi inclusi, dovuta alle differenze nei criteri diagnostici adottati e nelle modalità di valutazione del delirium. Questo disallineamento rende complessa la comparazione diretta dei risultati. Inoltre, alcuni studi non hanno escluso pazienti con disturbi psichiatrici gravi preesistenti, introducendo un potenziale fattore confondente di selezione che potrebbe aver confuso l’associazione tra polmonite e insorgenza di delirium. Infine, la maggior parte delle analisi non ha previsto un follow-up neuropsichiatrico, limitando la possibilità di valutare gli esiti cognitivi a lungo termine successivi all’episodio di delirium.
Quali le novità
Lo studio rappresenta la più ampia sintesi disponibile sull’incidenza del delirium in pazienti con polmonite. Per la prima volta, viene evidenziata una correlazione diretta tra delirium e mortalità respiratoria, indipendentemente dalla gravità della polmonite. Inoltre, si sottolinea il ruolo delle patologie psichiatriche come fattori predisponenti e amplificatori del rischio.
Quali le prospettive
Per gli pneumologi, il riconoscimento precoce del delirium e la gestione delle comorbidità psichiatriche diventano elementi centrali nella cura del paziente con polmonite. L’integrazione tra pneumologia, psichiatria e geriatria potrebbe migliorare gli esiti clinici. Inoltre, lo studio suggerisce l’adozione di protocolli di screening neurocognitivo nei reparti di pneumologia e di terapia intensiva respiratoria.
A cura di Beatrice Ragnoli
