Riferimento bibliografico

Kiryttopoulos A, Evangeliou AE, Katsanika I, Boukovinas I, Foroglou N, Zountsas B, Cheva A, Nikolopoulos V, Zaramboukas T, Duraj T, Seyfried TN, Spilioti M. Successful application of dietary ketogenic metabolic therapy in patients with glioblastoma: a clinical study. Front Nutr. 2025 Feb 18;11:1489812. doi: 10.3389/fnut.2024.1489812.

 

Il contesto e il punto di partenza

Il glioblastoma rappresenta il 14,5% di tutti i tumori del sistema nervoso centrale e il 48,6% di quelli maligni. È un tumore altamente recidivante e la prognosi a lungo termine a oggi non riporta dati favorevoli, motivo per cui risulta necessario esplorare nuovi approcci terapeutici che permettano di aumentare l’aspettativa e la qualità della vita.
Negli ultimi anni la ricerca scientifica ha iniziato a investigare alcune tipologie di diete da associare ai trattamenti classici gold standard: tra queste, c’è la dieta chetogenica.

La dieta chetogenica è un regime alimentare a basso contenuto di carboidrati (4-19% del valore energetico totale), un’elevata quantità di lipidi (60-90%) e quantità adeguate di proteine, minerali e vitamine.

L’obiettivo principale di questa dieta è indurre uno stato metabolico chiamato chetonosi (o chetosi), in cui il corpo, non avendo abbastanza carboidrati da usare come fonte principale di energia, inizia a mobilizzare i grassi e a produrre chetoni nel fegato, che diventano la principale fonte di energia. Poiché i tumori cerebrali si affidano principalmente alla glicolisi per produrre energia, a differenza delle cellule sane del sistema nervoso, che sono in grado di utilizzare i corpi chetonici come fonte di energia alternativa, i corpi chetonici sono potenzialmente tossici per le cellule tumorali, benché innocui per quelle sane.

 

Le caratteristiche dello studio

Un recente studio prospettico pubblicato su Frontiers in Nutrition ha investigato l’efficacia di una terapia metabolica che combina la dieta chetogenica con i trattamenti oncologici standard in 18 pazienti adulti (8  donne e 10 uomini, tra i 34 e i 75 anni) affetti da glioblastoma multiforme e seguiti dal 2016 al 2024. L’obiettivo principale dello studio era quello di verificare se il mantenimento della dieta per oltre sei  mesi potesse incidere sulla sopravvivenza a tre  anni dalla diagnosi. La dieta chetogenica è stata stabilita con un partenza 1:1 (grassi: proteine ​​+ carboidrati), in seguito , monitorando la chetonemia e la glicemia, è stato gradualmente aumentato il rapporto sino a 3:1, puntando a valori di chetoni >3,5 mM/L e valori di glucosio <80 mg/dL.

 

I risultati ottenuti

Dei 18 pazienti arruolati solamente 6 hanno seguito la dieta per più di 6 mesi: di questi, 4 su 6 hanno raggiunto o superato i tre anni di sopravvivenza. Un paziente è riuscito ad arrivare a sette anni di sopravvivenza senza segni di recidiva. Al contempo 12 pazienti non hanno aderito alla dieta e di questi solamente uno è sopravvissuto più di tre anni. I pazienti che hanno aderito alla dieta hanno mantenuto buoni livelli di glucosio e di corpi chetonici, mentre i pazienti che non sono risultati aderenti hanno riferito difficoltà inerenti alla dieta, percepita come troppo restrittiva, oltre a problemi di costi e mancanza di supporto nutrizionale.

 

Limiti dello studio

I principali limiti dello studio sono riconducibili al campione ridotto, solo 18 pazienti in totale, e al disegno di studio utilizzato, che non prevedeva la presenza di un gruppo di controllo. Inoltre l’aderenza alla dieta è stata molto variabile e difficile da monitorare in maniera oggettiva; alcuni pazienti hanno seguito la dieta in modo discontinuo o l’hanno interrotta.
Questo rende difficile stabilire la durata minima efficace o un’efficacia “pura” della dieta. Queste limitazioni non permettono di controllare i bias e di trarre conclusioni definitive o generalizzabili.

 

Quali le novità?

Questo studio suggerisce che la dieta chetogenica potrebbe ricoprire un ruolo importante nel normalizzare il metabolismo del paziente durante la terapia chemioterapica, ridurre la progressione tumorale, e prolungare la sopravvivenza.

 

Quali le prospettive

In conclusione lo studio suggerisce che, sebbene il numero di pazienti sia limitato, coloro che hanno seguito una dieta chetogenica ben progettata hanno avuto una sopravvivenza più lunga rispetto ai pazienti che non l’hanno seguita. Questi primi risultati sono incoraggianti e incentivano la ricerca scientifica nell’indagare questa tipologia di dieta applicata alle terapie attive. La dieta chetogenica potrebbe dunque essere considerata un intervento innovativo in grado di prevenire la disregolazione metabolica derivante dal trattamento convenzionale del glioblastoma e offrire ulteriori vantaggi terapeutici legati al metabolismo delle cellule tumorali cerebrali.

Inoltre, la dieta chetogenica potrebbe offrire ulteriori vantaggi terapeutici, Di conseguenza, la dieta chetogenica sembrerebbe poter agire su più fronti, contribuendo in modo significativo al prolungamento della sopravvivenza dei pazienti.

 

A cura di Alice Masini


Iscriviti alla Newsletter

* Richiesti
Scegli la newsletter
Consenso all’utilizzo dei dati

Aging Project userà le informazioni che fornisci al solo scopo di inviarti la newsletter richiesta.

Puoi annullare l'iscrizione in qualsiasi momento cliccando sul link che trovi nel footer dell'email. Per informazioni sulla Privacy Policy clicca qui.

Cliccando su "Acconsenti", accetti anche che le tue informazioni saiano trasferite a Mailchimp per l'elaborazione. Ulteriori informazioni sulle privacy di Mailchimp qui