Riferimento bibliografico

Lin, KP., Li, HY., Chen, JH. et al. Prediction of adverse health outcomes using an electronic frailty index among nonfrail and prefrail community elders. BMC Geriatr 23, 474 (2023). https://doi.org/10.1186/s12877-023-04160-1

In sintesi

Il riconoscimento precoce delle persone anziane a rischio di esiti clinici avversi è fondamentale per prevenire future condizioni invalidanti. In particolare, non solo è utile riconoscere il paziente fragile, ma anche individuare coloro che, pur rientrando nella categoria di pre-fragile e non-fragile, sono a rischio di complicanze future (cadute, ospedalizzazioni, disabilità e mortalità), per poter mettere in atto misure preventive mediante istruzioni o interventi tempestivi. Nello studio qui in oggetto vengono riportati i risultati ottenuti tramite l’electronic frailty index (eFI), una piattaforma semiautomatica che comprende questionari di autovalutazione e misure oggettive, nell’individuare le persone non-fragili e pre-fragili a rischio di complicanze.

Il contesto e il punto di partenza

La fragilità è una sindrome multidimensionale caratterizzata da una maggiore vulnerabilità derivante dal declino, dipendente dall’età, dalla riserva fisiologica e dalla regolazione omeostatica. La maggior parte dei soggetti anziani appartiene però alla categoria dei soggetti pre-fragili. Sono disponibili diversi score per riconoscere il grado di fragilità, tra cui la scala di fragilità di Fried, il Frailty Index (FI) e la Clinical Frailty Scale (CFS); tra questi il FI è stato ritenuto dagli autori dello studio quello più esaustivo e utile nel predire complicanze. Si tratta però di uno score che richiede tempo per essere compilato e che spesso necessita di informazioni non presenti nella cartella clinica del paziente. Queste problematiche hanno portato a sviluppare l’eFI che, pur valutando 80 fattori di rischio, prevede perlopiù una raccolta di dati tramite questionari online (68 fattori di rischio), associata alla valutazione di parametri misurati dal curante tramite prove fisiche e/o misurazioni (12 parametri, tra cui parametri vitali, test di forza della presa della mano, impedenza bioelettrica, velocità del cammino, sit-to-stand test).

Le caratteristiche dello studio

Lo studio preso in considerazione è uno studio prospettico di coorte dove, da aprile a dicembre 2018, sono stati reclutati 427 soggetti nella fascia di età tra 65 e 80 anni, che secondo la scala CFS rientravano nelle categorie da “very fit” a “managing well” (punteggio 1-3). Al momento del reclutamento i soggetti sono stati classificati sia secondo la scala di fragilità di Fried sia secondo la valutazione eFI, in cui coloro che hanno ottenuto un punteggio minore della mediana sono stati considerati a basso rischio, coloro che hanno ottenuto un punteggio maggiore sono stati considerati ad alto rischio. I soggetti sono poi stati rivalutati telefonicamente ad intervalli periodici per i due anni successivi.

I risultati ottenuti

Rispetto agli strumenti tradizionali, la classificazione in alto rischio e basso rischio secondo la valutazione eFI ha ottenuto risultati migliori per quanto riguarda la previsione di complicanze rispetto sia alla classificazione CFS (che è risultata meno efficace nell’individuare pazienti a rischio di ospedalizzazione) sia rispetto alla classificazione secondo la scala di Fried (che è risultata meno efficace nell’individuare pazienti a rischio di accessi in pronto soccorso). In particolare dallo studio è emerso che:

  • circa un terzo dei pazienti che risultavano “very fit” o “fit” secondo la scala CSF e/o robusti secondo la scala di Fried (nello specifico il 34% ed il 30% rispettivamente) venivano invece considerati ad alto rischio secondo lo score eFI. Per quanto riguarda i pazienti classificati come “managing well” secondo la scala CSF e quelli pre-fragili secondo la scala di Fried, venivano considerati ad alto rischio rispettivamente il 60.6% ed il 55.6%. Questi dati suggeriscono che il sistema eFI abbia fornito una valutazione più discriminativa dei fattori di rischio analizzati. Bisogna però tenere conto che, nonostante le discrepanze nella valutazione discriminativa nelle varie fasce di rischio dei soggetti analizzati, gli score utilizzati durante lo studio sono risultati tutti statisticamente significativi;
  • durante il follow-up il 47% dei pazienti ritenuti ad alto rischio è andato incontro a complicanze, mentre lo stesso è successo al 30% di quelli ritenuti a basso rischio;
  • infine, è sempre utile sottolineare che anche durante questo studio i pazienti appartenenti alla categoria ad alto rischio erano perlopiù pazienti con malattie croniche come diabete mellito, malattie cardiovascolari, dislipidemia, bpco ed epatopatie.

Limiti dello studio

Per velocizzare i tempi richiesti per la valutazione è previsto l’uso di uno strumento elettronico per la compilazione dei questionari online, che potrebbe risultare difficile da usare per alcuni pazienti; questa problematica può però essere risolta facilmente fornendo assistenza quando necessario. Si tratta inoltre di questionari di autovalutazione, che potrebbero quindi non rispecchiare l’effettiva realtà dei fatti.

Quale la novità

Questo studio ha dimostrato che il nuovo sistema eFI semiautomatico può predire efficacemente il rischio di esiti avversi per la salute in una coorte di anziani considerati non fragili e pre-fragili seguita per un periodo di 2 anni. Risulta utile soprattutto perché prevede di analizzare tutti i fattori di rischio presi in considerazione in breve tempo durante un’unica seduta, senza rischiare di perdere dati e grazie all’uso di questionari online che il paziente potrà compilare con poca assistenza in condizioni di semi-autonomia.

Quali le prospettive

L’identificazione di soggetti a rischio, sebbene al momento della valutazione si presentino in salute, può fare la differenza nella gestione del paziente e soprattutto nel migliorare la sua qualità di vita. È quindi necessario valutare se sia necessario o meno mettere in atto misure preventive per evitare cadute, ospedalizzazioni ed altre complicanze. L’utilizzo dell’eFI System consiste quindi in un approccio moderno alla valutazione del paziente, che potrebbe avere implicazioni importanti in termini di identificazione degli individui sensibili e di attuazione di azioni preventive. Sono in corso ulteriori studi, necessari per dimostrare la sua applicazione in diversi contesti clinici e per sottolineare la sua utilità nella valutazione quotidiana dei pazienti anziani.

 

A cura di Maia Agostina Lepore


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