Riferimento Bibliografico

Loyd C, Markland AD, Zhang Y et al. Prevalence of Hospital-Associated Disability in Older Adults: A Meta-analysis. Journal of the American Medical Directors Association 2020; 21 (4): 455-461.e5.

 

In sintesi

Il ricovero ospedaliero può comportare la perdita di autonomia nelle persone anziane indipendentemente dalla durata del ricovero, con una prevalenza del 30%. È necessario considerare l’ospedalizzazione come fattore di rischio per la disabilità negli anziani.

 

Il contesto e il punto di partenza

Tra le conseguenze negative legate ai ricoveri ospedalieri degli anziani è stata riscontrata la disabilità ospedale-correlata (Hospital-associated disability, HAD) definita anche come perdita di indipendenza nelle attività di vita quotidiana (activities of daily living, ADL) in seguito al ricovero. L’obiettivo generale dello studio era definire la prevalenza complessiva di disabilità legata al ricovero ospedaliero negli anziani in termini di declino nelle ADL attraverso una revisione sistematica della letteratura con meta-analisi.

 

Caratteristiche dello studio

Si tratta di una metanalisi di studi controllati randomizzati (RCT) in lingua inglese attraverso i principali database internazionali quali: PubMed, Embase, Cinahl, Scopus, Proquest, Nichsr Onesearch e Clinicaltrial.gov.
Lo scopo della ricerca, avvenuta senza limiti temporali, era individuare i cambiamenti nelle ADL esplorati in studi su persone di età maggiore o uguale a 65 anni ricoverate in unità per acuti o unità medico-chirurgiche.
Sono stati considerati eleggibili RCT, studi di coorte prospettici e studi quasi sperimentali. Per gli studi quasi-sperimentali sono stati presi in considerazione solo i pazienti nel gruppo di controllo. Tutti gli studi misuravano l’indipendenza funzionale in due o più tempi di studio (per esempio prima del ricovero o all’accettazione e alla dimissione oppure durante la degenza). Sono stati esclusi gli studi che comprendevano strutture riabilitative come le unità di riabilitazione ospedaliera o le unità specialistiche geriatriche (ACE).

 

Principali risultati

La metanalisi ha incluso 15 studi condotti tra il 1983 e il 2013 per un totale di 7.375 partecipanti. Undici studi sono stati condotti negli USA, due in Italia, uno in Francia e uno in Israele. Tredici studi erano in ambito ospedaliero mentre due hanno arruolato pazienti residenti in comunità.

Tra tutti gli ospedali inclusi nello studio, la prevalenza di disabilità variava dal 17% al 61%, con una media del 30% (IC 95%: 24%, 36%; p<0,001).
Questo valore non si modificava aggiungendo all’analisi due studi effettuati su pazienti provenienti da unità psichiatriche, cardiologia e neurologia.
Rispetto al setting, i valori non si modificavano aggiungendo all’analisi anche due studi effettuati su ospedali di comunità.

 

Quali novità

Questa revisione è la prima che si occupa di indagare le ADL negli anziani in contesto di cure acute e offre una buona generalizzabilità dei risultati in quanto sono molteplici le regioni geografiche rappresentate. È necessario adottare nuovi approcci assistenziali per limitare la disabilità negli anziani. Uno di questi approcci potrebbe essere il modello Acute Care Elderly (ACE).

 

Quali limiti

Molti studi sono stati esclusi per l’assenza di standardizzazione e insufficienti informazioni circa il processo di valutazione o misura degli outcome relativi al declino nelle ADL. Molti dei pazienti inclusi non presentavano diagnosi che impattavano direttamente sulla disabilità, come per esempio ictus o frattura d’anca.
Gli studi inclusi mostravano un’alta eterogeneità dovuta a metodologia, differenze cliniche tra popolazioni e bias di pubblicazione. I risultati ottenuti potrebbero non essere applicabili in contesti diversi da quello ospedaliero.

 

Quali le prospettive

Il lavoro ha evidenziato come il ricovero in ospedale possa causare disabilità nelle persone anziane. È necessario studiare ulteriormente questo aspetto, in particolare per definire una metodologia standardizzata per identificare e caratterizzare le ADL, andando così a migliorare la capacità di misurazione dell’efficacia dell’assistenza ospedaliera.

A cura di Daiana Campani

Photo by Isaac Quesada on Unsplash


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