La teoria del disimpegno

invecchiamento: teoria del disimpegno

La teoria del disimpegno può essere considerata la prima delle teorie dell’invecchiamento nell’ambito della gerontologia sociale. Secondo questa teoria l’invecchiamento comporta naturalmente un progressivo, universale e ubiquo abbandono della vita sociale da parte dell’individuo. Questo “farsi da parte” dell’individuo che invecchia contribuisce a mantenere un equilibrio sociale e è di beneficio e soddisfacente sia per la società, per esempio per permettere l’ingresso di nuova forza lavoro, sia per il singolo che viene sollevato dalle pressioni sociali e si avvia in un processo di transizione graduale verso il fine vita, permettendo anche ai familiari di abituarsi alla perdita.

La teoria fu esposta da Elaine Cumming and William Henry nel 1961 nel libro Growing old e fu elaborata a partire dai dati del Kansas City Study of Adult Life, uno studio longitudinale che ha coinvolto centinaia di adulti dalla mezza età alla vecchiaia, condotto dai ricercatori dell’Università di Chicago.

I postulati della teoria del disimpegno

La teoria del disimpegno è una teoria multidisciplinare che può integrare la dimensione biologica, psicologica e sociale. Si fonda su 9 postulati:

  1. Tutti si aspettano la morte, e le capacità di ciascuno probabilmente si deterioreranno nel tempo. Di conseguenza, ogni persona perderà i legami con gli altri nella sua società
  2. Poiché le interazioni individuali tra le persone rafforzano le norme, un individuo che ha meno varietà di interazioni ha una maggiore libertà dalle norme imposte dall’interazione. Di conseguenza, questa forma di disimpegno diventa un processo circolare o autoperpetuante.
  3. Il processo di disimpegno per uomini e donne differisce a causa dei loro diversi ruoli sociali.
  4. L’invecchiamento fa sì che le conoscenze e le abilità si riducano. Il successo in una società industrializzata richiede certe conoscenze e abilità. Per soddisfare queste richieste, la divisione per età assicura che i giovani possiedano conoscenze e abilità sufficienti per assumere l’autorità e che i vecchi vadano in pensione prima di perdere le loro abilità. Questo processo è stimolato anche dal desiderio individuale di non subire danni alla propria reputazione.
  5. Quando sia l’individuo sia la società sono pronti per il disimpegno, ne risulta un disimpegno completo. Quando nessuno dei due è pronto, risulta un proseguimento dell’impegno. Quando l’individuo è pronto e la società no, ne risulta una disgiunzione tra le aspettative dell’individuo e dei membri di questo sistema sociale, ma l’impegno di solito continua. Quando la società è pronta e l’individuo non lo è, il risultato della disgiunzione è di solito il disimpegno.
  6. Il ruolo centrale dell’uomo è il lavoro e quello della donna è il matrimonio e la famiglia. Se gli individui abbandonano i loro ruoli centrali, perdono drasticamente lo spazio di vita sociale, e quindi soffrono crisi e demoralizzazione, a meno che non assumano i diversi ruoli richiesti dallo stato di disimpegno.
  7. La disponibilità al disimpegno si verifica se l’individuo è consapevole della brevità della vita e della scarsità del tempo, l’individuo percepisce che il suo spazio vitale sta diminuendo e perde l’energia dell’ego. La società consente il disimpegno per fornire lavoro a chi diventa maggiorenne, per soddisfare i bisogni sociali della famiglia nucleare e perché le persone muoiono.
  8. Meno interazioni e il disimpegno dai ruoli centrali portano al cambiamento delle relazioni nei ruoli rimanenti. A loro volta, le ricompense relazionali si differenziano e le solidarietà verticali si trasformano in orizzontali.
  9. La teoria del disimpegno è indipendente dalla cultura, ma la forma che assume è legata alla cultura.

 

Storia della teoria del disimpegno

Fin da subito la teoria del disimpegno andò incontro a numerose critiche e suscitò polemiche che si protrassero fino almeno agli anni Ottanta. In particolare, si scontrò con l’antitetica Teoria dell’attività che sosteneva che un invecchiamento soddisfacente si basasse su un alto livello di attività sociale.

La teoria si colloca in una cornice funzionalista: ciò significa che il fenomeno dell’invecchiamento è collocato all’interno del sistema sociale concepito come un insieme di parti interconnesse che non possono essere distinte. Ogni elemento del sistema ha una sua funzione che contribuisce, insieme agli altri elementi, al mantenimento dell’equilibrio e dell’ordine sociale. Il sistema sociale è qualcosa di dato per assodato, oggettivo.

In questo senso, per esempio,il pensionamento è descritto come “il permesso al disimpegno da parte della società al singolo “(Cumming & Henry, 1961, p. 146), fonte di mutua soddisfazione.

Ma proprio dall’esempio del pensionamento parte la critica più comune a questa teoria: il disimpegno è spesso subito dalla persona che invecchia e non voluto, per esempio quando il pensionamento è obbligatorio o a causa della perdita del partner.

Come anche la teoria dell’attività, si tratta di una teoria normativa che definisce che cosa è “normale” in una prospettiva universalistica che non tiene conto delle differenze individuali, di ceto sociale e culturali. Entrambe le teorie si propongono di comprendere come i pattern di interazione rendono felici o meno le persone e risultano adattive o meno per la società: cercano di definire che cos’è l’invecchiamento di successo. Entrambe risultano incapaci di descrivere la complessità e le diverse sfumature e declinazioni del fenomeno dell’invecchiamento, fissandone una (il disimpegno o l’attività) come universale, innata e naturale.

Anche se oggi si può considerare una teoria superata, a causa della scarsità di prove empiriche che la supportano, le sue tracce possono essere rinvenute in altre teorie più moderne. Secondo il gerontologo Vern L. Bengtson per esempio “il disimpegno è una delle premesse della Teoria della selettività socioemozionale”.

La teoria del disimpegno – che si basa sull’interpretazione di pattern di comportamento realmente esistenti e osservabili – si affaccia spesso anche nel pensiero comune sotto forma di pregiudizio o di teoria implicita, talvolta determinante nelle scelte politiche ed economiche.

A cura di Francesca Memini

 

Bibliografia

  • Growing Old: The Process of Disengagement. By Elaine Cumming and William E. Henry. New York: Basic Books, 1961
  • Handbook of Theories of Ageing (Third Edited Edition) by Vern L. Bengtson and Richard A. Settersten, Springer Publishing, New York, 2016

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