DEFINIZIONE

L’infarto del miocardio acuto è un quadro clinico acuto caratterizzato da necrosi miocardica dovuta a un’occlusione acuta di un’arteria coronaria (arterie che veicolano il sangue nel cuore), che determina il blocco completo del flusso ematico a valle dell’ostruzione. Nella maggior parte dei casi, l’occlusione coronarica si verifica a livello di una placca aterosclerotica su cui avviene la formazione di un trombo.

EPIDEMIOLOGIA E FATTORI DI RISCHIO

L’infarto miocardico acuto presenta un’elevata incidenza nel mondo occidentale, dove rappresenta la principale cause di mortalità cardiovascolare e di morte cardiaca improvvisa (mortalità stimata a 30 giorni dall’evento del 3%, ad 1 anno dall’evento del 7%). Negli Stati Uniti, si verificano circa 1 milione di casi ogni anno ed è causa di decesso per 300 000-400 000 persone.

I principali fattori di rischio per l’infarto miocardico acuto corrispondono ai fattori di rischio della patologia aterosclerotica e si possono distinguere fattori di rischio modificabili e fattori di rischio non modificabili.

Fattori di rischio modificabili:

  • Fumo
  • Ipertensione arteriosa
  • Diabete mellito
  • Dislipidemia
  • Obesità
  • Sedentarietà

Fattori di rischio non modificabili:

  • Età avanzata
  • Genere maschile
  • Familiarità per patologie cardiovascolari.

PRESENTAZIONE CLINICA E DIAGNOSI

Nella maggior parte dei casi, il sintomo di esordio dell’infarto miocardico acuto è l’insorgenza improvvisa di intenso dolore toracico oppressivo retrosternale, persistente, non associato allo sforzo e non remissivo con il riposo. Spesso il dolore toracico si associa ad irradiazione agli arti superiori, più frequentemente al braccio sinistro, a volte anche al collo o alle spalle. In alcuni casi l’infarto miocardico acuto presenta dispnea acuta, cardiopalmo e/o sincope.

In presenza di tale sintomatologia, il paziente si deve recare immediatamente in Pronto Soccorso o allertare i soccorsi a domicilio.

In presenza di un forte sospetto clinico, la diagnosi di infarto miocardico acuto viene confermata dall’esecuzione di:

  • Elettrocardiogramma, che evidenzierà alterazioni specifiche;
  • Esami ematici comprendente il dosaggio di markers cardiaci (Troponina I o T).

Confermato il sospetto clinico di infarto miocardico acuto, il paziente verrà ricoverato e sarà eseguita tempestivamente l’angiografia coronarica (o coronarografia).

TRATTAMENTO

Al momento della diagnosi dell’infarto sono somministrati farmaci, principalmente allo scopo di ridurre la coagulabilità del sangue.

Entro pochi minuti dalla diagnosi viene eseguita l’angiografia coronarica, che consiste in una metodica mini-invasiva con cui, tramite una puntura dell’arteria del polso (meno frequentemente della gamba), si introducono nel circolo arterioso dei cateteri di piccole dimensioni che iniettano di mezzo di contrasto a livello delle coronarie; questo permette di identificare il punto di occlusione della coronaria. Identificata la lesione, viene eseguita l’angioplastica coronarica, che consiste nel gonfiaggio di piccoli palloncini all’interno delle coronarie, risolvendo così l’occlusione trombotica. A questo punto viene eseguito l’impianto di uno stent all’interno della coronaria, che consiste in una piccola retina metallica in grado di prevenire la re-occlusione. Meno frequentemente, nel caso in cui vi siano numerose coronarie ammalate, una volta stabilizzato il quadro clinico, può essere eseguito l’intervento cardiochirurgico di bypass aorto-coronarico.

BIBLIOGRAFIA

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