Le donne vivono più degli uomini, ma invecchiano peggio. E questo è un problema

Un nuovo studio internazionale, basato sui dati dei paesi Ocse, evidenzia come, sebbene le donne siano più longeve rispetto agli uomini, siano svantaggiate in tutti gli indicatori di un invecchiamento sano

Il gender gap è un tema caldo in numerosi ambiti, dalle politiche del lavoro all’istruzione, alla medicina: invecchiamento e longevità non sono esenti, in quanto anch’essi risentono di disuguaglianze di genere. Infatti, un nuovo studio internazionale, condotto sui dati dei paesi dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), ha evidenziato come vi siano tra uomini e donne marcate differenze sia nell’aspettativa di vita, sia nel modo di vivere la terza età, con implicazioni importanti per la capacità di un paese di sostenere la sua popolazione anziana. Sebbene, infatti, le donne vivano più a lungo degli uomini, esse sono esposte a un maggior rischio di sviluppare malattie croniche, che incidono in maniera drammatica sulla salute e sulla qualità della vita, oltre a passare più anni in solitudine e con redditi più bassi. Un gender gap, quello dell’invecchiamento, che interseca la medicina con fattori economici, sociali e culturali.

Lo studio, pubblicato su The Lancet Healthy Longevity, ha mirato a quantificare le differenze di genere nell’esperienza di invecchiamento delle persone anziane, con lo scopo di identificare le lacune lasciate dalle politiche e le disuguaglianze nell’allocazione delle risorse per il sostegno sociale per uomini e donne anziani. Gli autori dello studio, pertanto, hanno costruito un indice di invecchiamento multidimensionale, utilizzando per lo più gli ultimi dati disponibili (disaggregati per genere) tra il 2015 e il 2019, per 18 paesi dell’OCSE. In particolare, l’indice consisteva nella somma ponderata dei punteggi per cinque domini, ritenuti importanti indicatori dell’invecchiamento nella società: benessere, produttività e coinvolgimento, equità, sicurezza e coesione.

Dall’analisi è emerso che i paesi dell’Europa settentrionale hanno ottenuto punteggi dell’indice complessivamente elevati per entrambi i sessi, mentre molti paesi dell’Europa orientale e meridionale, come l’Ungheria, la Polonia e la Slovenia, hanno ottenuto risultati inferiori. Comunque sia, è emerso che in ogni paese considerato le differenze di genere nei settori chiave dell’invecchiamento sociale hanno favorito gli uomini. Il nostro paese non si discosta dagli altri, anzi: i paesi con la più grande differenza di genere nei punteggi dell’indice, infatti, hanno incluso Paesi Bassi, Germania e Italia.

In particolare, dall’analisi si evince che le donne anziane, pur vivendo di più rispetto agli uomini, sono più soggette a malattie croniche e disabilità. A livello globale, la percentuale di persone di età pari o superiore a 65 anni è aumentata dal 6% nel 1990 al 9% nel 2019: oltre a ciò, le donne in media vivono 4,5 anni più degli uomini. Eppure, nonostante vivano di più, le anziane vivono peggio, influendo sui costi dell’assistenza sanitaria e sul benessere mentale delle persone anziane: oltre a sviluppare più probabilmente patologie, poiché tendono a sopravvivere ai loro coniugi, le donne trascorrono più anni vivendo da sole e solitamente guadagnano meno a causa delle più frequenti interruzioni del periodo lavorativo per dedicarsi a lavoro di assistenza non retribuito, come la maternità o la cura dei parenti. Inoltre, l’isolamento sociale potrebbe imporre un ulteriore onere mentale e cognitivo alle donne anziane.

Questi risultati suggeriscono che, quando si sviluppano politiche e programmi per le società che invecchiano, le differenze di genere dovrebbero essere tenute in particolare considerazione. Dati i bisogni distinti di uomini e donne, adattare le politiche alle diverse esperienze di genere potrebbe aiutare a migliorare il benessere della società e ridurre le inefficienze del mercato del lavoro.

Fonte bibliografica:

Gender differences in countries’ adaptation to societal ageing: an international cross-sectional comparison. Chen, CynthiaRowe, John W et al. The Lancet Healthy Longevity, Volume 2, Issue 8, e460 – e469 DOI:https://doi.org/10.1016/S2666-7568(21)00121-5


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