Negli ultimi anni la ricerca scientifica ha dimostrato che il nostro intestino non è soltanto l’organo deputato alla digestione, ma un vero e proprio secondo cervello. Il dialogo continuo tra intestino e sistema nervoso centrale prende il nome di asse intestino-cervello. Si tratta di una rete di comunicazione bidirezionale che coinvolge non solo connessioni nervose, ma anche vie endocrine, immunitarie e metaboliche.

Come funziona la comunicazione intestino-cervello

Il cervello può modulare l’attività intestinale – compresa quella del sistema immunitario locale – mentre il microbiota intestinale, cioè l’insieme di batteri che popolano il nostro intestino, può influenzare umore, memoria, stress e salute mentale. Non a caso, il microbiota è stato definito un attore chiave della regolazione emotiva.

Il microbiota è formato da circa 100 trilioni di microrganismi appartenenti a centinaia di specie diverse, con un peso complessivo di circa 1,5 kg. Il termine microbiota include anche virus, funghi e archea, ma batteri come Firmicutes, Bacteroidetes, Proteobacteria e Actinobacteria rappresentano oltre il 90% del totale.

Questo ecosistema è capace di produrre neurotrasmettitori fondamentali, le molecole con cui i neuroni comunicano tra loro. Tra i più importanti ci sono:

  • Serotonina, conosciuta come l’ormone del buonumore, regola sonno, appetito e stabilità emotiva. Circa il 95% della serotonina del nostro organismo viene sintetizzato proprio nell’intestino.
  • Dopamina, coinvolta nella motivazione, nel piacere e nei meccanismi di ricompensa.
  • GABA (acido gamma-aminobutirrico), riduce l’eccessiva attività cerebrale e favorisce rilassamento e concentrazione.
  • Acetilcolina, essenziale per memoria, apprendimento e controllo dei muscoli.

Quando l’equilibrio si rompe: la disbiosi

Quando l’equilibrio del microbiota si rompe, condizione chiamata disbiosi, le conseguenze non si limitano all’apparato digerente. Diversi studi hanno collegato la disbiosi a disturbi come ansia, depressione, schizofrenia e autismo, perché l’intestino in squilibrio invia segnali alterati al cervello attraverso diversi canali:

  • Il nervo vago, una sorta di autostrada che collega intestino e cervello, trasporta informazioni continue sulle condizioni dell’apparato digerente. In caso di disbiosi, questi segnali possono stimolare aree cerebrali legate allo stress e al controllo dell’umore.
  • I metaboliti batterici, in particolare gli acidi grassi a catena corta (SCFA) come acetato, propionato e butirrato, normalmente hanno un ruolo benefico, contribuendo alla regolazione dell’infiammazione e dell’energia cellulare.Se però il microbiota è alterato, questi metaboliti possono oltrepassare la barriera che protegge il cervello e influenzare direttamente sia i neuroni sia le cellule immunitarie del sistema nervoso.
  • L’infiammazione cronica: quando il microbiota è in squilibrio, produce molecole che alimentano l’infiammazione in tutto l’organismo. Questo stato infiammatorio interferisce con la produzione di neurotrasmettitori come la serotonina e mette sotto pressione l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA), cioè il sistema che regola la risposta allo stress, rendendolo meno efficace.

Dagli integratori alla tavola

Diversi studi clinici hanno dimostrato che alcuni probiotici specifici (come Lactobacillus helveticus, Bifidobacterium longum o formule multiceppo) sono in grado di ridurre ansia, irritabilità e sintomi depressivi, migliorando al tempo stesso gli indici di stress. Da qui è nato il concetto di psicobiotici, una nuova generazione di probiotici studiati per sostenere la salute mentale. Le ricerche indicano che l’assunzione di determinati ceppi batterici può abbassare i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, con benefici sia sull’ansia sia sulla depressione. Anche i prebiotici hanno mostrato effetti positivi, confermando il ruolo dell’alimentazione nel benessere psicologico.

Oltre agli integratori, la scienza conferma che l’alimentazione e lo stile di vita hanno un ruolo centrale per la salute del microbiota:

  • Cibi fermentati: yogurt, kefir, crauti, kimchi, miso e kombucha forniscono batteri vivi che arricchiscono la flora intestinale.
  • Fibre prebiotiche: legumi, avena, banane, asparagi, cicoria e cipolle nutrono i “batteri buoni”.
  • Omega-3: presenti in noci, semi di lino, semi di chia e pesce azzurro, hanno effetti antinfiammatori e sostengono l’equilibrio del microbiota.
  • Stile di vita sano: attività fisica regolare, sonno di qualità e riduzione dello stress aiutano a mantenere stabile l’asse intestino-cervello.

La ricerca attuale indica che prendersi cura del microbiota può contribuire al benessere mentale, ma non dovrebbe mai sostituire i trattamenti medici convenzionali per disturbi dell’umore o altri problemi di salute mentale. Un approccio integrato che combini alimentazione sana, stile di vita equilibrato e, quando necessario, supporto medico specializzato, rappresenta la strategia più prudente ed efficace.

Un intestino in equilibrio può essere un alleato prezioso per il benessere mentale, ma è solo uno dei tanti fattori che contribuiscono alla salute del nostro cervello.

 

Consulta il medico prima di assumere qualsiasi integratore, soprattutto in presenza di condizioni mediche preesistenti, terapie farmacologiche in corso o sintomi di disturbi dell’umore. Alcuni integratori possono interagire con farmaci o essere controindicati in determinate situazioni cliniche.

 

Riferimenti bibliografici

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