Riferimento bibliografico
Tsung-Jen, Hsieh; Shin-Chang, Su; Chun-Wei, Chen; Yaw-Wen, Kang; Ming-Hsia, Hu; Li-Lin Hsu; Szu-Yun, Wu; Likwang, Chen; Hsing-Yi, Chang; Shao-Yuan, Chuang; Wen-Harn, Pan; Chih-Cheng, Hsu. Individualized home-based exercise and nutrition interventions improve frailty in older adults: a randomized controlled trial. Int J Behav Nutr Phys Act., 2019;16:119.
DOI: 10.1186/s12966-019-0855-9 PMCID: PMC6889427, PMID: 31791364

In sintesi

Gli anziani fragili sono esposti a sviluppare comorbilità, deficit motori e malnutrizione. Questi fattori incrementano il rischio di eventi avversi quali cadute accidentali, peggioramento delle condizioni di salute e della qualità di vita, nonché riduzione delle funzioni cognitive e incremento delle sindromi depressive. In questo studio è stato dimostrato come allenamenti personalizzati domiciliari relativi all’esecuzione di esercizi fisici e la somministrazione di uno schema dietetico individuale, con introduzione di integratori alimentari, eseguiti e mantenuti in modo autonomo nel tempo, abbiano migliorato le condizioni di salute bio-fisiologica, motoria e cognitiva riducendo gli effetti negativi della sindrome da fragilità negli anziani.

Il contesto e il punto di partenza

La fragilità negli anziani è una sindrome geriatrica multifattoriale caratterizzata da basse riserve fisiologiche e una scarsa resistenza agli eventi stressanti. Fattori genetici, ambientali, fisici e nutrizionali  correlati all’aumentare dell’età, possono determinare gravi carenze sia dal punto di vista fisiologico che cognitivo in questa popolazione. Recenti studi hanno dimostrato però che la fragilità dell’anziano può essere contenuta e contrastata, attraverso interventi mirati, ad esempio introducendo un adeguato esercizio fisico e un’alimentazione bilanciata. Questi due importanti fattori, non farmacologici, si sono dimostrati efficaci nell’incremento della massa muscolare del campione, migliorando le capacità funzionali relative alla mobilità e allo svolgimento delle attività quotidiane, e anche nel miglioramento delle funzioni cognitive, riducendo anche patologie subentranti come la depressione.

La maggior parte degli interventi di questa natura spesso però, viene erogata in centri di aggregazione, attraverso attività di gruppo, che tendono ad escludere quelle parti di popolazione anziana che per problemi di mobilità o accessibilità non riescono ad usufruirne. È importante dunque progettare interventi individualizzati domiciliari, finalizzati all’apprendimento di esercizi motori e all’utilizzo di uno schema dietetico con aggiunta di integratori alimentari ove necessario, da fruire in modo autonomo, con la supervisione dei professionisti specifici sul territorio e/o in regime ambulatoriale.

Le caratteristiche dello studio

Questo studio è un trial randomizzato controllato, condotto in singolo cieco e a quattro bracci, eseguito tra lottobre 2015 e giugno 2017 presso il Maioli General Hospital di Taiwan su un campione di popolazione di 319 anziani fragili e pre-fragili di età ≥ 65 anni. L’idoneità allo studio è stata valutata da case manager specializzati, utilizzando scale di valutazione geriatrica basati su criteri di salute cardiovascolare e test delle prestazioni fisiche (IPAQ). I pazienti inclusi nello studio sono stati distribuiti in modo casuale in 4 gruppi:

  • gruppo esercizio
  • gruppo nutrizione
  • gruppo esercizio e nutrizione in combinazione
  • gruppo di controllo.

 

I gruppi sono stati seguiti in un follow up di 6 mesi, suddiviso nei primi 3 mesi di intervento e gli ultimi 3 mesi di auto-mantenimento.

L’outcome primario che voleva osservare lo studio era il miglioramento dei punteggi di fragilità degli anziani, mentre il secondario era invece orientato a osservare miglioramenti nelle prestazioni fisiche (velocità dell’andatura, forza della presa, equilibrio e flessibilità) e la salute mentale. I dati sono stati raccolti all’inizio dello studio, ad un mese, a tre mesi e a sei mesi. Le caratteristiche del campione in baseline non hanno mostrato differenze statisticamente significative nelle variabili, tranne nella flessibilità della parte inferiore del corpo, della forza degli arti inferiori e del tasso di prevalenza del diabete mellito.

I risultati ottenuti

Le analisi raccolte a sei mesi di follow up, per i 4 gruppi di studio, hanno mostrato miglioramenti statisticamente significativi in relazione ai punteggi di fragilità utilizzati, sia nel gruppo esercizio, nutrizione e nel gruppo in cui erano combinati gli interventi di esercizio e nutrizione, rispetto al gruppo di controllo. Sotto il profilo dietetico, si è constatato, che l’intervento nutrizionale ha aumentato i livelli di assunzione di calorie totali, proteine, carboidrati e grassi a 1 mese, 3 mesi e 6 mesi. Per lo studio dell’energia prodotta da questi macronutrienti, la percentuale di calorie da proteine ​​è aumentata significativamente in tutti e tre i periodi di follow-up nel gruppo che ha ricevuto l’intervento nutrizionale, con aumento significativo delle porzioni di latticini, fagioli, pesce, carne, uova e oli/noci. I risultati degli effetti dell’intervento sulle prestazioni fisiche hanno mostrato effetti significativi sul miglioramento della forza della presa, della flessibilità della parte superiore del corpo, della flessibilità della parte inferiore del corpo, della forza degli arti inferiori come anche della velocità dell’andatura. Gli esiti sulla salute mentale hanno mostrato a 6 mesi un miglioramento significativo rispetto alle misurazioni basali con scala MCS SF-12, nei gruppi con intervento nutrizionale rispetto al controllo.

Limiti dello studio

Oltre ai limiti derivanti dall’impossibilità di determinare questo studio in doppio cieco, è necessario sottolineare che in questo trial non è stato studiato ciascun indicatore di fragilità separatamente, ma la fragilità generale, e questo potrebbe non aiutare a discernere quale aspetto della fragilità sia migliorato dopo l’intervento. Inoltre, i consigli sull’esercizio e sulla nutrizione sono stati personalizzati in base alle capacità dei partecipanti e questo potrebbe rendere difficile, in caso di replicabilità dello studio, replicare anche i consigli forniti.

In questo studio il programma di intervento domiciliare era assistito da volontari formati con un corso standardizzato, che ha mostrato risultati positivi nel miglioramento della malnutrizione e della fragilità. Tuttavia, tali sforzi avrebbero potuto essere compromessi a causa di competenze professionali insufficienti. Le competenze specifiche professionali andrebbero garantite, in un programma domiciliare, attraverso l’istituzione di una rete di professionisti della salute, di cui l’infermiere potrebbe costituirsi come responsabile gestionale.

Quale la novità

Questo è il primo studio randomizzato e controllato condotto per valutare gli effetti dell’esercizio individuale domiciliare e degli interventi nutrizionali sulla gestione della fragilità per gli anziani pre-fragili o fragili. I risultati supportano l’ipotesi che un programma di interventi domiciliari individualizzato, migliori la fragilità e i risultati di salute fisica e mentale per gli anziani. Rappresenta in sé stesso una novità, poiché è stato condotto interamente a domicilio; infatti, il contatto tra professionisti e partecipanti allo studio è durato solo un’ora all’inizio dello studio.
La novità principale di questo studio è stata quella di saper tradurre una prescrizione professionale (l’intervento fisico e nutrizionale individualizzato) in un programma pratico, che potesse essere efficacemente svolto dagli anziani in totale autonomia e senza la necessità di spostarsi dal proprio domicilio.

Quali le prospettive

Precedenti studi hanno dimostrato che l’esercizio fisico aiuta gli anziani ad aumentare la forza muscolare, ad aumentare il volume del cervello (regioni della sostanza grigia e bianca) e a prevenire le cadute. Inoltre, l’esercizio fisico migliora la mobilità e il funzionamento fisico degli anziani riducendo disabilità fisica e morbilità multiple. Questo studio non solo ha reclutato anziani pre-fragili o fragili sulla base di criteri ben definiti, ma ha anche valutato l’efficacia dell’esercizio individualizzato domiciliare e degli interventi nutrizionali per migliorare la sindrome della fragilità.

Il rapido e costante incremento delle aspettative di vita della popolazione, negli ultimi decenni, rende indispensabile porre un’attenzione particolare alla condizione di fragilità dell’anziano. La progettazione di protocolli gestionali, per la prevenzione della sindrome geriatrica, diventa necessaria, per ridurre e contenere i rischi di esiti avversi per la salute, come disabilità funzionali, isolamento, ospedalizzazione ed eventi terminali.
Il SSN e i dipartimenti di prevenzione della salute pubblica, intercettando gli anziani fragili e i pre-fragili e disponendo di protocolli di gestione relativi all’esercizio fisico e ad una alimentazione bilanciata e controllata, e magari in futuro esteso altri tipi di interventi, potrebbero incrementare la qualità di vita della popolazione anziana, determinando miglioramenti fisiologici, motori e cognitivi e riducendo in modo significativo l’esposizione a rischi quali cadute accidentali, malnutrizione, decadimento cognitivo e ospedalizzazione con un governo gestionale territoriale attento e capillare.

A cura di Sara Cistoldi e Carmela Rinaldi

 


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