Riferimento bibliografico
Su G, Liu F, Yang X, Chen Z, Kang Y, Gao S. “The effect of inhaled aromatherapy on cognitive function in patients with cognitive impairment: A systematic review and meta-analysis.” Gen Hosp Psychiatry. 2025; 93:20-31. doi:10.1016/j.genhosppsych.2025.01.002
In sintesi
Questa revisione sistematica e meta-analisi valuta l’efficacia dell’aromaterapia inalata sul funzionamento cognitivo in persone con deterioramento cognitivo. I risultati mostrano un miglioramento significativo dei punteggi MMSE e MoCA e una riduzione dell’omocisteina sierica, indicando un potenziale effetto neuroprotettivo.
Il contesto e il punto di partenza
Il deterioramento cognitivo, da lieve a severo (demenza), colpisce milioni di persone nel mondo, comportando gravi disagi e costi assistenziali. Ad oggi, non esistono terapie farmacologiche risolutive per migliorare o invertire il declino cognitivo. L’interesse per approcci complementari è in aumento, soprattutto per metodi non invasivi e a basso rischio, come l’aromaterapia inalata.
Le caratteristiche dello studio
Sono stati analizzati 14 studi randomizzati controllati, per un totale di 888 pazienti con deterioramento cognitivo (Alzheimer, MCI-Mild Cognitive Impairment, deficit post-ictus, schizofrenia, trauma cranico). L’intervento consisteva nell’inalazione di oli essenziali (Lavandula angustifolia, Styrax benzoin, Aquilaria sinensis), per periodi da 2 a 24 settimane.
Gli esiti misurati hanno incluso scale cognitive come la Mini Mental Status Examination (MMSE) e la MoCA (Montreal Cognitive Assessment) e biomarcatori sierici come l’omeocisteina (Hcy) e il BDNF (Brain-Derived Neurotrophic Factor).
I risultati ottenuti
Dagli studi sono emersi i seguenti risultati:
– miglioramento significativo dei punteggi MMSE (MD = 3.89, P:< 0,00001 e MoCA (MD = 4.11,P:< 0,00001) rispetto ai gruppi di controllo;
– riduzione dei livelli di omocisteina (MD = -2,27 μmol/L, P:< 0,00001), un marker associato al danno neuronale;
– alcuni studi riportano un aumento di BDNF, fattore neurotrofico cerebrale;
Gli eventi avversi sono stati rari, lievi e transitori (per esempio vertigini, nausea).
Limiti dello studio
I principali limiti dello studio sono i seguenti: qualità metodologica variabile tra gli studi inclusi, eterogeneità nella durata, frequenza e tipo di olio essenziale utilizzato, mancanza di protocolli standardizzati. Pochi studi hanno riportato eventi avversi in modo sistematico.
Siamo inoltre in presenza di bias potenziali per la mancanza della registrazione PROSPERO, database internazionale di protocolli di revisione sistematica il cui scopo principale è aumentare la trasparenza e l’integrità della ricerca
Quale la novità
Quella di cui ci occupiamo è la prima meta-analisi a valutare specificamente l’effetto dell’aromaterapia inalatoria sulla funzione cognitiva in pazienti con deterioramento cognitivo. Lo studio fornisce evidenze preliminari a favore di un intervento naturale, economico e facilmente integrabile nella pratica clinica.
Quali le prospettive
L’aromaterapia potrebbe rappresentare un’opzione complementare promettente nei contesti geriatrico, neurologico e riabilitativo, soprattutto nei casi in cui l’aderenza ai farmaci risulta difficile o sconsigliata. L’inalazione di oli essenziali, grazie alla sua semplicità e tollerabilità, può essere integrata nei percorsi assistenziali di pazienti con deterioramento cognitivo, in particolare in contesti residenziali o domiciliari, coinvolgendo attivamente caregiver e infermieri.
Per garantirne un’applicazione efficace e sicura, è essenziale considerare le preferenze individuali e l’eventuale presenza di sensibilità o allergie agli oli impiegati. La condivisione delle scelte con pazienti e familiari gioca un ruolo centrale nell’aumentare l’aderenza e promuovere il benessere globale.
Tuttavia, per validarne l’efficacia e favorirne la diffusione nella pratica clinica, sono necessari ulteriori studi multicentrici, su larga scala, che utilizzino aromi e protocolli di somministrazione standardizzati.
A cura di Massimiliano Radi e Carmela Rinaldi
