Riferimento bibliografico
Nucci D., Sommariva A., Degoni L.M., Gallo G., Mancarella M., Natarelli F., Savoia A., Catalini A., Ferranti R., Pregliasco F.E., Castaldi S., Gianfredi V. Association between Mediterranean diet and dementia and Alzheimer disease: a systematic review with meta-analysis. Springer. Aging Clinical and Experimental Research. 2024; 36:77. Doi: https://doi.org/10.1007/s00415-023-12033-1
In sintesi
La dieta mediterranea (MedDiet) è un modello nutrizionale caratterizzato dall’alto consumo di alimenti di origine vegetale, come frutta, verdura, cereali integrali e legumi, e dall’uso moderato di olio extravergine d’oliva, pesce, carne e latticini. Una revisione sistematica della letteratura con meta-analisi mostra che l’aderenza a questo stile di alimentazione può risultare protettivo anche nei confronti di demenza e malattia di Alzheimer.
Il contesto e il punto di partenza
La demenza è una malattia neurodegenerativa progressiva che colpisce la memoria, il pensiero e la capacità di svolgere attività quotidiane. È la settima causa di morte ed è una delle principali cause di disabilità e dipendenza nella popolazione anziana, con prevalenza maggiore nelle donne. Benché si tratti di una condizione tipica degli anziani, la demenza non deve esser ritenuta una parte normale dell’invecchiamento.
L’Alzheimer, invece, è la causa più comune di demenza, rappresentando circa due terzi dei casi nelle persone sopra i 65 anni.
Nel 2014, circa 5 milioni di persone di età superiore ai 65 anni vivevano con demenza e le proiezioni stimano un aumento fino a quasi 14 milioni entro il 2060.
I fattori di rischio sono diversi e sono rappresentati da età avanzata, fattori genetici, depressione, malattie cardiovascolari e cerebrovascolari, fumo, storia familiare di demenza: ma anche la dieta ha un ruolo.
La MedDiet è stata suggerita come potenziale misura protettiva, poiché è associata ad effetti benefici su diversi aspetti legati alla salute, inclusa la funzione cognitiva. Diversi studi hanno infatti evidenziato come l’effetto antinfiammatorio della dieta Mediterranea abbia effetti protettivi nel mantenimento della funzione cognitiva.
Le caratteristiche dello studio
Lo studio in questione è una revisione sistematica con meta-analisi, che ha l’obiettivo principale di valutare l’associazione tra l’adesione alla MedDiet e il rischio di demenza negli anziani. Sono stati analizzati 21 studi, includendo così oltre 65.000 partecipanti di età superiore ai 60 anni.
I risultati ottenuti
Lo studio mostra che l’aderenza alla MedDiet potrebbe essere una misura non farmacologica efficace per ridurre dell’11% il rischio di demenza , anche tra gli anziani. Risulta un effetto protettivo sia per tutti i tipi di demenza considerati, sia in particolare per la malattia di Alzheimer, per la quale si stima una riduzione del rischio significativamente maggiore (27%).
Il documento menziona anche analisi di sottogruppo per area geografica (paesi mediterranei), che hanno mostrato una riduzione del rischio leggermente inferiore rispetto all’analisi principale, probabilmente a causa delle dimensioni ridotte del campione in questa analisi. Non è stato possibile condurre un’analisi di sottogruppo per sesso a causa della mancanza di studi sufficienti che riportassero dati separati per uomini e donne.
Nonostante l’eterogeneità dei dati , i risultati complessivi rafforzano l’importanza di promuovere la MedDiet per migliorare la salute cognitiva nelle popolazioni che invecchiano. I meccanismi fisiopatologici alla base del ruolo protettivo non sono ancora chiari, alcuni studi però hanno trovato una correlazione significativa tra una maggiore aderenza alla dieta mediterranea e un minore carico di biomarcatori della malattia di Alzheimer ed una minore deposizione di beta-amiloide (Aβ), una proteina chiave nella patogenesi della malattia di Alzheimer.
Limiti dello studio
I limiti evidenziati dello studio sono stati in primo luogo il fatto che si tratta di un’analisi secondaria e, pertanto, condizionata dalle limitazioni di ciascuno degli studi presi in considerazione. A questo si aggiunge il fatto che l’assunzione alimentare è stata auto-riferita e sono stati utilizzati diversi tipi di punteggi MedDiet.
Quale la novità
La novità di questa revisione, come evidenziato dai risultati riportati, potrebbe essere che, oltre ai noti effetti protettivi sul cardiovascolare e su alcuni tumori, la dieta mediterranea potrebbe avere un effetto protettivo maggiore anche contro la malattia di Alzheimer, oltre che contro la demenza in generale.
Quindi si sottolinea l’importanza di suggerire l’adesione a questa dieta, per l’impatto protettivo verso le malattie degenerative cerebrali.
Quali le prospettive
La demenza ha un’ampia prevalenza nella popolazione ed un onere elevato in termini di costo delle cure e qualità della vita.
Considerando il progressivo invecchiamento della popolazione, sarebbe utile avviare programmi di sensibilizzazione per incoraggiare all’adesione alla dieta mediterranea, con programmi di prevenzione primaria, il cui costo è irrisorio rispetto all’elevato peso sociale delle malattie degenerative.
Non sono stati evidenziati effetti collaterali correlati all’adozione della dieta, ma nei paesi che non seguono una dieta di tipo mediterraneo può essere complesso cambiare e introdurre nuove abitudini alimentari o reperire alimenti differenti.
Lo studio presenta alcuni limiti, legati al fatto che si tratta di una revisione di studi osservazionali: i dati sono soggetti a potenziali bias (errori di autovalutazione nella registrazione delle abitudini alimentari, differenze nei criteri diagnostici tra gli studi analizzati).
Sono quindi necessari ulteriori studi randomizzati controllati per confermare questi risultati e comprendere meglio i meccanismi sottostanti.
A cura di L. Lena e S. Riva