Riferimento bibliografico

Gladstone DJ, et al. JAMA Cardiol 2021 Feb 24. Screening for Atrial Fibrillation in the Older Population: A Randomized Clinical Trial.  doi: 10.1001/jamacardio.2021.0038. Online ahead of print.

In sintesi

In pazienti anziani l’utilizzo di un prolungato monitoraggio del ritmo cardiaco mediante i nuovi device miniaturizzati e indossabili è stato in grado di diagnosticare, più frequentemente rispetto all’esecuzione dei soli controlli di routine, episodi asintomatici di fibrillazione atriale ed iniziare quindi più precocemente la terapia anticoagulante orale per la prevenzione dell’ictus correlato a tale aritmia.

Il contesto e il punto di partenza

La fibrillazione atriale rappresenta l’aritmia cardiaca più frequente, soprattutto nell’età più avanzata, con una prevalenza superiore al 10% in soggetti di età ≥75 anni. La presenza di tale aritmia incrementa il rischio di ictus su base trombo-embolica, anche quando decorre in maniera asintomatica. L’identificazione precoce di forme subcliniche di fibrillazione atriale può quindi aumentare l’impiego di terapie anticoagulanti orali in grado di prevenire in maniera più estensiva l’ictus conseguente a tale aritmia.

Le caratteristiche dello studio

Lo studio randomizzato  multicentrico, condotto in Canada e Germania, ha incluso 856 individui di età ≥75 anni, con ipertensione arteriosa e senza storia precedente di fibrillazione atriale: il gruppo di intervento ha ricevuto un device miniaturizzato ed indossabile, in grado di registrare in maniera continua il tracciato elettrocardiografico per 2 settimane, mentre il gruppo di controllo ha seguito un approccio standard di monitoraggi clinici periodici. End-point primario dello studio era rappresentato dall’identificazione di episodi di fibrillazione atriale nel corso di un follow-up di 6 mesi.

I risultati ottenuti

Per quanto riguarda l’end-point primario, nel braccio attivo è stata dimostrata una percentuale del 5.3% di episodi di fibrillazione atriale (durata mediana di 6 ore) versus 0.5% nel braccio di controllo (p=0.001). Nel gruppo di monitoraggio continuo si è registrato un incremento di circa 11 volte del rischio relativo di diagnosticare episodi di fibrillazione atriale, corrispondente ad un totale di solo 21 soggetti da monitorare per ottenere una diagnosi in più di fibrillazione atriale. In base a tali risultati, una terapia anticoagulante è stata prescritta entro 6 mesi nel 4.1% dei pazienti nel braccio attivo, versus 0.9% del braccio di controllo (p=0.007).

Quale la novità

Lo studio ha dimostrato che, in una popolazione anziana non selezionata ad incrementato rischio di fibrillazione atriale, un monitoraggio continuo, anche se limitato nel tempo, del ritmo cardiaco mediante un device miniaturizzato ed indossabile consente di diagnosticare episodi asintomatici di fibrillazione atriale in maniera più accurata rispetto ad un monitoraggio clinico standard periodico. Questo permette di iniziare precocemente in questi pazienti la terapia anticoagulante, con un atteso beneficio in termini di più efficace prevenzione dell’ictus legato a tale forma di aritmia.

 

A cura di Giuseppe Patti

 


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