Riferimento bibliografico

Bingxin Ma, Jin Yang, Frances Kam Yuet Wong, Arkers Kwan Ching Wong, Tingting Ma, Jianan Meng, Yue Zhao, Yaogang Wang, Qi Lu. Artificial intelligence in elderly healthcare: A scoping review, Ageing Research Reviews, Volume 83, 2023, 101808, ISSN 1568-1637.

In sintesi

La review vuole offrire una panoramica delle nuove tecnologie basate sull’Intelligenza Artificiale (I.A.) e rivolte ai soggetti anziani, dimostrando come queste, allo stato attuale, siano già in grado di soddisfare alcuni tra i bisogni assistenziali dell’anziano che più spesso restano inascoltati, migliorandone di fatto la qualità della vita.

Il contesto e il punto di partenza

In un mondo in cui l’aspettativa di vita è in costante incremento e in cui l’età media della popolazione cresce a un ritmo allarmante, è inevitabile un aumento esponenziale della prevalenza delle patologie croniche e della multimorbilità nella popolazione generale. Come conseguenza di ciò, i bisogni e le richieste assistenziali da parte della popolazione anziana spesso non vengono soddisfatti, perché in eccesso rispetto alle risorse disponibili, il che aggrava ulteriormente un fardello che i sistemi sanitari di tutto il mondo faticano a gestire. È quindi fondamentale individuare metodi sostenibili per promuovere con maggior efficacia la salute dei soggetti anziani.

In questo contesto si inserisce la rapida avanzata dei progetti legati alla I.A. che, in quanto sistemi informatici complessi, sono in grado di apprendere, di risolvere problemi, di relazionarsi con le persone attraverso meccanismi di imitazione del comportamento umano e di svolgere una serie di attività, con la possibilità di integrarsi anche in un contesto di tipo sanitario.

Le caratteristiche dello studio

L’obiettivo di questa review è generare un quadro chiaro di quali siano le tecnologie basate sulle I.A. potenzialmente dedicate alla cura del soggetto anziano, attraverso l’analisi di 10 database che includono lavori pubblicati dal 1° gennaio 2000 al 31 luglio 2022. Sono stati inclusi individui di età maggiore o uguale a 60 anni e un’ampia gamma di Intelligenze Artificiali e di tipologie di articoli, per una selezione finale di 105 studi scientifici.

La maggior parte degli studi è stata condotta in paesi occidentali, in particolare Europa e USA, con un progressivo aumento del numero di pubblicazioni annue sull’argomento delle I.A applicate alla cura dell’anziano. I partecipanti ai vari studi erano soggetti sia sani sia affetti da disturbi tipici della terza età (decadimento cognitivo, fragilità o depressione), il che ha reso la popolazione studiata estremamente eterogenea. Il filo conduttore del progetto è identificare sia quali tipologie di I.A. vengono impiegate, sia quali sono i ruoli che le I.A. ricoprono nella cura del soggetto anziano.

I risultati ottenuti

Dall’analisi degli studi inclusi nella review risulta chiaro che esiste una grande varietà di dispositivi basati sulle I.A. attualmente impiegabili nella cura degli anziani, e che i loro ruoli possono essere molteplici. Per comodità sono state individuate sei categorie di I.A.: robot (umanoidi o meno), esoscheletri, abitazioni intelligenti, applicazioni e dispositivi indossabili, dispositivi ad attivazione vocale e sistemi per la realtà virtuale. Queste possono a loro volta ricoprire cinque ruoli in altrettanti ambiti: riabilitazione, sostegno emotivo, socialità, supervisione e cognitività.

Nella riabilitazione l’I.A. è stata impiegata per il recupero delle funzioni motorie compromesse in seguito ad eventi traumatici, per la correzione del neglect, per il miglioramento della qualità del sonno, per il potenziamento dell’equilibrio, per la prevenzione delle cadute e nella gestione del dolore.
Come supporto emotivo per i soggetti anziani, le I.A. sono state in grado di migliorare il loro umore, riducendo lo stress psicologico, l’ansia e la depressione.

Per quanto riguarda la socialità, è emerso che le I.A. possono favorire la connessione fra il soggetto anziano e i suoi amici e familiari, ma anche rendere più efficace il rapporto con il personale sanitario; inoltre, l’integrazione delle I.A. con diversi servizi, per esempio lo streaming musicale o la lettura di audiolibri, permette ai soggetti esposti non solo di essere cognitivamente più attivi, ma anche più socialmente coinvolti, grazie al fatto di avere più spunti di conversazione.
In qualità di supervisore una I.A. permette di monitorare la persona anziana a vari livelli, potendo assistere sia il soggetto, per esempio a ricordare l’orario di un farmaco, sia i sanitari che lo hanno in cura, ad esempio raccogliendo una serie di parametri utili a decidere il percorso clinico più appropriato.
Nel ruolo di promotore cognitivo, una I.A. è in grado di fornire supporto ai soggetti anziani con l’obiettivo di rallentarne il declino cognitivo o di mitigare i sintomi cognitivo-comportamentali dei soggetti con decadimento cognitivo già instaurato.

Un altro aspetto da considerare è che in più studi è stata segnalata l’urgenza di individuare nuovi metodi per assistere in maniera più capillare i soggetti anziani, andando incontro anche alle necessità dei caregivers, spesso oggetto di stress legato all’impossibilità di sopperire a tutte le richieste e, talvolta, all’incapacità di riconoscere sintomi e bisogni per la mancanza di una cultura sanitaria adeguata.
L’impatto generale che le varie tecnologie basate sulla I.A. hanno sull’approccio di cura del soggetto anziano sembra promettente, soprattutto considerando che le varie I.A. prese in esame, in linea di massima, hanno saputo soddisfare quei bisogni assistenziali e personali che nell’anziano e nel malato spesso vengono trascurati.

È chiaro che i dispositivi basati sulle I.A. devono essere proposti al soggetto anziano in modo appropriato, in modo da superare le barriere legate alla diffidenza rispetto ai vantaggi che le nuove tecnologie possono offrire e alla mancanza di fiducia nella propria capacità di apprenderne il funzionamento.

Limiti dello studio

Nella review sono stati inclusi solamente lavori in lingua inglese e cinese, per cui lo studio in sé potrebbe rappresentare una sintesi incompleta rispetto a tutti i dati disponibili al momento della pubblicazione. Inoltre, dal momento che sono stati inclusi studi ampiamente eterogenei, non è stato possibile fornire raccomandazioni specifiche per uno particolare sottogruppo.

Quali le novità

Il lavoro presentato è il primo nel suo genere in grado di fornire un così ampio punto di vista in merito all’applicazione delle I.A. in ambito sanitario, con attenzione specifica verso i soggetti anziani. I lavori precedenti hanno sempre teso a focalizzarsi solo su un particolare tipo di I.A. o su una particolare funzione della stessa.
La review mostra che le tecnologie a disposizione non solo stanno aumentando in numero, ma anche in varietà, il che consente loro di inserirsi in modo sempre più capillare in ambito sanitario.

Attualmente le tecnologie basate sulle I.A. combinano tecniche di “machine learning” con algoritmi di calcolo in crescente sviluppo, in modo da essere in grado di rispondere a esigenze sempre più complesse rispetto al passato, tra cui fornire compagnia e intrattenimento, facilitare la comunicazione e migliorare le interazioni sociali. Inoltre i dispositivi vengono progettati per essere sempre più sicuri, semplici da usare e piacevoli, in modo da essere maggiormente accessibili anche ai soggetti anziani.
Tutto ciò contribuisce a promuovere l’autonomia del soggetto anziano, permettendogli di completare le attività quotidiane con profitto e fornendo supporto psicosociale.

Quali le prospettive

La maggior parte dei dispositivi sanitari basati sulle I.A. non è ancora stato introdotto nella pratica clinica, pertanto il personale sanitario e le istituzioni, in assenza di validazione clinica, potrebbero tentennare nel proporre queste tecnologie ai loro effettivi destinatari. La ricerca futura dovrebbe quindi concentrarsi sulla validazione clinica dei dispositivi basati sulle I.A. e su una loro sempre sempre maggior diffusione in ambito professionale, in modo da colmare il divario tra teoria e pratica.

 

A cura di Francesco Bruggi


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