È stato pubblicato a dicembre 2020 il settimo rapporto sull’assistenza agli anziani non autosufficienti in Italia, realizzato dal Network Non Autosufficienza (NNA), edito da Maggioli e promosso dalla Fondazione Cenci Gallingani.

Si intitola “Punto di non ritorno” e offre uno sguardo completo sul settore dei servizi di assistenza alle persone anziane, partendo dalla convinzione che la crisi provocata dalla pandemia debba imporre un ripensamento del sistema di welfare.

Il volume è suddiviso in tre parti; ne ripercorriamo i punti principali.

 

Parte prima – Le lezioni della pandemia

La prima parte è un invito a intendere la crisi come uno “stress-test estremo sui servizi per gli anziani” e come un’opportunità che deve prepararci adeguatamente al post Covid-19. Gli autori sottolineano la responsabilità delle istituzioni politiche, in particolare delle amministrazioni regionali, nella gestione delle RSA durante la pandemia, suggerendo di rafforzare il ruolo dello Stato.

Evidenziano poi la necessità di un’azione comunicativa che possa riabilitare l’immagine negativa delle residenze assistenziali e invitano a una riorganizzazione progettuale dell’intera rete dei servizi, che riguardi anche la figura del medico di famiglia e le varie forme di assistenza domiciliare.

 

Parte seconda – La realtà italiana di oggi

La seconda parte apre un’ampia riflessione critica sull’attuale sistema di cura domiciliare e sui servizi residenziali. Si offre un quadro dell’Assistenza Domiciliare Integrata, improntata a una logica clinico-sanitaria e del Servizio di Assistenza Domiciliare, di stampo socio-assistenziale.

Gli autori ritengono che il sistema non permetta una presa in carico adeguata dell’anziano non autosufficiente, poiché lascia scoperte molte esigenze che richiedono le cure informali di un familiare o un caregiver. Occorre costruire una partnership con l’anziano e la famiglia, rafforzare le reti di vicinato e comunitarie, coordinare meglio i servizi pubblici, privati e sociali, potenziare l’uso di dispositivi medici sensoriali e di rilevazione di parametri vitali, le tecnologie di Ambient Assisted Living e i servizi di telemedicina.

Rispetto ai servizi residenziali, emerge la necessità di oltrepassare la concezione delle RSA come “contenitori” di persone. Tra le azioni ritenute urgenti vi sono: l’incremento del personale impiegato nelle RSA; modifiche strutturali e architettoniche che assicurino benessere, privacy e dignità agli ospiti e ai familiari; una riformulazione delle procedure di ricovero, spesso troppo allineate a un’impostazione di tipo anamnestico-clinico, un investimento sulla comunicazione fra équipe e familiare

Vengono affrontati anche temi come l’indennità di accompagnamento, le azioni rivolte agli assistenti familiari e gli interventi a supporto dei caregiver informali, circa 8,5 milioni di persone per le quali non esiste ancora di una legislazione specifica.

 

Parte terza – Questioni regionali

La terza parte presenta un focus sul Fondo Nazionale di Non Autosufficienza (FNNA), istituito nel 2006 per favorire una dignitosa permanenza al proprio domicilio dell’anziano non autosufficiente e del disabile gravissimo, e sul Piano nazionale per la cronicità (PNC), approvato nel 2016 per delineare un sistema nazionale omogeneo di prevenzione e gestione delle condizioni croniche.

Il principale elemento critico del Fondo viene individuato nella minor probabilità che hanno gli anziani di accedervi, rispetto ai disabili gravissimi. In questo ambito le amministrazioni locali si avvalgono di criteri di eleggibilità propri, pertanto viene ribadita l’opportunità di una revisione del rapporto Stato-Regioni e di una più chiara definizione dei bisogni a cui le risorse del Fondo devono essere destinate. Anche il PNC viene ritenuto inadeguato, perché troppo astratto e troppo focalizzato sulle pratiche clinico-terapeutiche, con scarsi riferimenti operativi ai bisogni socio-assistenziali, alla rete dei servizi sociali e agli attori del welfare territoriale.

Fonti
L’assistenza agli anziani non autosufficienti in Italia – 7° Rapporto 2020/2021, Punto di non ritorno

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