I complotti sono sempre esistiti. La Storia ne è piena, complotti riusciti, complotti orditi ma falliti. Ma il complottismo è un fenomeno a parte, che rimanda a un incastro di ipotesi, di teorie talvolta sghembe e astruse che possono avere dei tratti paranoidi, e che hanno una grande, preoccupante presa in molte persone. Si è scritto e si sta scrivendo molto sul complottismo e le fake news, cioè la proliferazione di false notizie sugli eventi più disparati. La proliferazione di definizioni può generare fraintendimenti sui due concetti che hanno, però, solo qualche elemento in comune ma forti legami di interdipendenza. Vediamo il perché.

Definizione di complottismo

Per citare Robert Brotherton, uno dei più noti psicologi che hanno studiato il fenomeno del complottismo, una teoria cospirazionista (Conspiracy theory) è un’asserzione non verificata e poco plausibile, che sostiene che eventi significativi non siano altro che il risultato di un complotto segreto, portato avanti da un gruppo di persone potenti animate da sinistre intenzioni. Per il filosofo Cassam, le teorie cospirazioniste parodiano le convinzioni religiose (per le quali vi è un dio all’origine di ciò che accade): gli eventi accadrebbero sempre per una ragione, palese o nascosta che sia. Ciò che accade nel mondo, quindi, dalla diffusione del Covid-19 al riscaldamento climatico, accade per un motivo e un fine segretamente orditi e perseguiti da agenti nascosti.

Il conforto di una risposta semplice

La principale caratteristica delle teorie cospirazioniste è quella di fornire spiegazioni a eventi sociali particolarmente significativi o angoscianti (la pandemia da Covid-19, l’attacco dell’11 settembre 2001, ecc.), oppure fenomeni bizzarri come le scie chimiche; insomma, eventi reali spesso difficili da accettare. Le teorie cospirazioniste comprimono la visione della realtà in un mondo riconfigurato in maniera ordinata, comprensibile, prevedibile. Da qui la loro più evidente funzione: donare un senso chiaro, intelligibile a un mondo che si crede dominato da forze negative, manovrato da nemici dell’umanità e della libertà che agiscono in maniera occulta, annidati nelle istituzioni, affiliati ad alcuni centri di potere costituiti da autorità pubbliche o private, governi, agenzie segrete, lobbies, multinazionali. Un tratto caratteristico del complottismo è proprio l’individuazione del nemico, o nemici, da intendere come la rappresentazione (o incarnazione) del male assoluto.

La condivisione

Fra i tratti distintivi delle teorie cospirazioniste va segnalato l’elemento della condivisione: per definizione non si complotta da soli o, specularmente, non si crede di combattere contro un complotto universale da soli. Si cerca il gruppo, si è in gruppo, ci si rivolge agli altri, fossero i followers, gli “amici” di Facebook, da conquistare, emulare anche con gesti estremi di inaudita ferocia immessi in rete per essere propagati, visti e rivisti, ammirati.

Fake news

Le teorie cospirazioniste non coincidono con le fake news, innanzitutto perché non tutte le fake news affermano che è in atto una sinistra cospirazione. Per comprendere il rapporto tra complottismo e fake news si può affermare che una teoria cospirazionista inanella in maniera sofisticata false notizie. A differenza delle teorie complottiste, le fake news sono isole di disinformazione assemblata e diffusa ad arte, ma raramente hanno il respiro sufficiente per diventare una narrazione articolata volta a “spiegare” un tema caldo. Un punto importante da sottolineare sta proprio nel fatto che le fake news sono create intenzionalmente in maniera falsa, ma la loro diffusione viene fatta spesso in maniera ingenua. Per questo motivo possono essere molto dannose. Si pensi, ad esempio, all’impatto negativo quando si veicolino – come realmente è avvenuto purtroppo – informazioni false su medicinali, vaccini, farmaci salva vita. Per riassumere, la creazione delle fake news è sempre maliziosa e tendenziosa, ma la diffusione può avvenire senza intenzioni negative.

Tra i mille esempi di fake news che potremmo citare per evidenziare il connubio tra malignità e ingenuità, viene opportuna al nostro caso la bufala del server alimentato a patate, lanciato per scherzo dal nerd britannico Steve Harris. Il signor Harris pubblicò nel 2000 il sito ufficiale dello SpudServer, un PC ecologico a basso consumo energetico alimentato a patate. Il tranello era già nel nome, ma molti ci cascarono. “Spud” è un termine colloquiale che denota la patata, ma anche una persona stupida come un sacco di patate. La presentazione delle sue funzionalità era molto esilarante, vi erano anche una serie di FAQ (“Ogni quanto cambiate le patate? Ogni due giorni”). Allo scherzo credettero giornalisti della BBC e di USA Today, che rilanciarono la notizia con interviste a Harris, il quale però dapprima cavalcò lo scherzo e poi non riuscì a fermarlo: “Ogni volta che rilasciavo un’intervista mi dicevo: ‘Questa sarà l’ultima’, ma è stata come una valanga…”

 

Bibliografia

Brotherton, R. (2017), Menti sospettose. Perché siamo tutti complottisti, Milano, Bollati Boringhieri

Loria, E., Iacone S., Meini C. (2023), Complottisti vulnerabili. Le ragioni profonde del cospirazionismo, Torino, Rosenberg&Sellier

Piazza, T., Croce, M. (2022), Che cosa sono le fake news, Roma, Carocci.

Tartamella, V. (2022), Il pollo di Marconi e altri 110 scherzi scientifici, Bari, Dedalo.

 

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