Teorie dell'invecchiamento
Sociologia
Dibattito fine vita in Italia persiste. Quadro legislativo incompleto nonostante basi solide. Intervista a prof. Luca Savarino illustra storia, sentenza Corte 2019, aspetti etici e giuridici.
Lo stereotipo che invecchiare sia sinonimo di decadimento complessivo sembra influenzare l’autostima delle persone anziane e avere effetti negativi sulla loro salute. Anche piccoli cambiamenti nell’atteggiamento culturale delle comunità possono aiutare a comprendere le conseguenze negative degli stereotipi legati all’età e a porvi rimedio.
Al centro di questo modello teorico dei processi di invecchiamento, il Conforto restituito dall’adesione a una fede religiosa sembra essere la parola chiave per perseguire un benessere psico-fisico nella terza età
L’idea di invecchiamento con successo o positivo rappresenta la base di una delle più conosciute teorie dell’invecchiamento, che ha contribuito a mantenere funzionalità, autonomia e migliorare la qualità della vita negli anni.
La teoria dell’attività, elabo…
La teoria del disimpegno può essere considerata la prima delle teorie dell’invecchiamento nell’ambito della gerontologia sociale. Secondo questa teoria l’invecchiamento comporta naturalmente un progressivo, universale e ubiquo abbandono della vita sociale da parte dell’individuo

Alzheimer: stile di vita sano come prevenzione terziaria
Lo studio analizza l’efficacia di uno stile di vita sano nella prevenzione terziaria dell’Alzheimer. Dopo 20 settimane, i pazienti che hanno seguito una dieta equilibrata, esercizio fisico e gestione dello stress hanno mostrato un rallentamento del declino cognitivo.
Dieta mediterranea e rischio demenza: nuova arma di prevenzione per Alzheimer?
Una revisione su oltre 65.000 individui evidenzia l’associazione tra dieta e demenza. Seguire un’alimentazione sana, come la dieta mediterranea, può ridurre il rischio di declino cognitivo e Alzheimer, con effetti protettivi sulla funzione cerebrale.
Kefir addizionato con probiotici: la potenziale riduzione dei fattori di rischio cardiovascolare
Uno studio randomizzato su 72 uomini over 65 ha valutato gli effetti del kefir addizionato con probiotici su fattori di rischio cardiovascolare. Dopo 8 settimane, non sono stati rilevati cambiamenti significativi nei livelli lipidici, ma si è osservata una riduzione nell’indice di rischio di Castelli e nell’indice aterogenico. La piccola numerosità campionaria e la breve durata rappresentano limiti importanti. Sono necessari ulteriori studi per valutare i meccanismi alla base dei risultati osservati e un possibile impatto sul microbioma intestinale.