Lo iodio è un micronutriente essenziale per la tiroide in quanto è integrato negli ormoni tiroidei triiodotironina (fT3) e tetraiodotironina (fT4). Introduciamo lo iodio prevalentemente con l’alimentazione. L’apporto di iodio deve essere adeguato ma senza esagerare, poiché sia la carenza che l’eccesso possono essere dannosi. Infatti, da una parte un deficit di iodio aumenta il rischio di sviluppare il gozzo tiroideo e di andare incontro all’ipotiroidismo, dall’altra parte invece un consumo eccessivo di iodio è associato ad un maggior rischio di sviluppare tiroidite autoimmune e disfunzioni tiroidee (sia ipo che ipertiroidismo).

Il deficit di iodio è particolarmente pericoloso nel periodo della gravidanza e nell’infanzia perché può causare alterazioni nello sviluppo corporeo e cognitivo del bambino.

Come assumere quindi una corretta dose di iodio? La dose giornaliera raccomandata è di 150 µg e la fonte principale sono gli alimenti, soprattutto frutti di mare, pesce ed alghe (attenzione però all’alga kelp e all’alga spirulina, che possono contenere dosi eccessive di iodio). Molti Paesi, compresa l’Italia, sono considerati aree iodio-carenti per cui la popolazione non riesce ad assumere la dose minima raccomandata di iodio attraverso la dieta. In risposta a questo problema, nel 2005 è stata introdotta la legge 55/2005 che garantisce la disponibilità di sale iodato, cioè sale marino arricchito di iodio, in tutti i punti vendita. Grazie all’introduzione del sale iodato è stata notata la riduzione dell’incidenza di gozzo semplice, noduli tiroidei e di ipotiroidismo.

 

Fonte

Hu S, Rayman MP. Multiple Nutritional Factors and the Risk of Hashimoto’s Thyroiditis. Thyroid. 2017 May;27(5):597-610. doi: 10.1089/thy.2016.0635. Epub 2017 Apr 6. PMID: 28290237.

 

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