Pillole di scienza

Lifestyle medicine

L’articolo di Harvey et al. (2024) evidenzia come la vitamina D giochi un ruolo centrale nella salute muscolo-scheletrica, ma sottolinea l’importanza di un approccio orientato alla popolazione, non solo ai pazienti. Analizza la grande variabilità globale dei livelli di 25(OH)D e propone interventi efficaci come integrazione modesta e fortificazione alimentare. Le dosi consigliate per gli adulti sani sono 800-1000 UI/giorno di colecalciferolo, mentre l’uso di dosaggi in bolo è sconsigliato. Lo screening di massa per la carenza non è raccomandato, se non per sottogruppi a rischio. Infine, si segnala l’urgenza di standardizzare i metodi di misurazione per rendere comparabili i dati e migliorare la salute pubblica a livello globale.

Uno studio su pazienti con glioblastoma mostra che la dieta chetogenica, associata alla terapia standard, può prolungare la sopravvivenza e normalizzare il metabolismo cerebrale. I risultati incoraggiano ulteriori ricerche su questo approccio innovativo

Un breve intervento basato su attività fisica regolare, dieta equilibrata e supporto psicologico in anziani residenti in RSA ha mostrato effetti benefici nel modulare lo stress ossidativo e migliorare la funzionalità mitocondriale endoteliale. I risultati suggeriscono un potenziale effetto anti-invecchiamento, aprendo nuove prospettive per strategie terapeutiche e prognostiche.

Uno studio dell’UK Biobank evidenzia che l’accumulo di grasso viscerale, misurato tramite il Body Roundness Index (BRI), è associato a un maggiore rischio di multimorbidità cardiometabolica (CMM), soprattutto nei soggetti con invecchiamento biologico accelerato. Il BRI si dimostra superiore al BMI nel predire la CMM, e l’invecchiamento biologico funge da mediatore parziale nella relazione tra grasso viscerale e CMM.

Il deprescribing consiste nella sospensione ragionata di farmaci non più necessari, soprattutto negli anziani. È una strategia sicura e promettente per migliorare la qualità della vita, riducendo il rischio di effetti collaterali e sovratrattamenti.

Questa scoping review ha analizzato quattro strumenti per misurare la complessità assistenziale negli over 65 a domicilio. Il Patient Complexity Instrument e il Flourish Index emergono come i più efficaci per una valutazione olistica dei bisogni socio-sanitari.

Una ricerca multicohorte ha evidenziato un legame tra obesità e invecchiamento cellulare, con aumento del rischio di 45 malattie legate ai meccanismi dell’età biologica. I risultati rafforzano l’ipotesi che ridurre l’obesità possa rallentare l’invecchiamento.

Uno studio clinico ha valutato l’effetto del cioccolato nei pazienti oncologici anziani in cure palliative. Il cioccolato al 55% ha migliorato lo stato nutrizionale e la funzionalità, mentre quello bianco ha ridotto lo stress ossidativo e l’infiammazione.

Il trial StayingUpRight ha testato l’efficacia dell’esercizio fisico nella prevenzione delle cadute nelle RSA. I risultati non hanno mostrato differenze significative, probabilmente a causa dell’aderenza limitata e dell’interruzione dovuta alla pandemia.

Lo studio MEMORA evidenzia che l’esposizione cumulativa a farmaci anticolinergici e sedativi è associata a un declino cognitivo più rapido negli anziani. La riduzione delle prescrizioni non necessarie potrebbe prevenire il deterioramento cognitivo, ma servono strategie mirate e studi sulla deprescrizione.

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