Pillole di scienza
Lifestyle medicine
Un recente studio turco evidenzia come l’alfabetizzazione sanitaria sia un fattore predittivo di un invecchiamento di successo. Le persone con maggiore educazione sanitaria mostrano migliori prospettive di salute e qualità della vita nella terza età.
Un programma educativo multidisciplinare ha dimostrato di migliorare la qualità del sonno negli anziani fragili, riducendo risvegli notturni e aumentando l’efficienza del riposo. Un intervento semplice, economico e facilmente implementabile che contribuisce a promuovere un invecchiamento sano.
Lo studio di Herlo et al. (2024) analizza la relazione tra microbiota intestinale e cancro del colon-retto (CRC) attraverso una revisione sistematica con meta-analisi. I risultati evidenziano modifiche significative nella composizione microbica dei pazienti con CRC, caratterizzate da riduzione di batteri benefici e incremento di specie associate a disbiosi, infiammazione e progressione tumorale (tra cui Fusobacterium nucleatum e Bacteroides fragilis).
L’articolo analizza i principali modelli alimentari associati all’invecchiamento sano: dieta mediterranea, dieta a base vegetale e dieta nordica. Basato su studi recenti (2019–2025), approfondisce il ruolo di nutrienti e molecole bioattive, come i fenoli dell’olio d’oliva, nel ridurre stress ossidativo e rischio di malattie croniche legate all’età. Sottolinea l’importanza di politiche e stili di vita che promuovano un invecchiamento sano e attivo.
Lo studio analizza l’efficacia di uno stile di vita sano nella prevenzione terziaria dell’Alzheimer. Dopo 20 settimane, i pazienti che hanno seguito una dieta equilibrata, esercizio fisico e gestione dello stress hanno mostrato un rallentamento del declino cognitivo.
Una revisione su oltre 65.000 individui evidenzia l’associazione tra dieta e demenza. Seguire un’alimentazione sana, come la dieta mediterranea, può ridurre il rischio di declino cognitivo e Alzheimer, con effetti protettivi sulla funzione cerebrale.
Uno studio randomizzato su 72 uomini over 65 ha valutato gli effetti del kefir addizionato con probiotici su fattori di rischio cardiovascolare. Dopo 8 settimane, non sono stati rilevati cambiamenti significativi nei livelli lipidici, ma si è osservata una riduzione nell’indice di rischio di Castelli e nell’indice aterogenico. La piccola numerosità campionaria e la breve durata rappresentano limiti importanti. Sono necessari ulteriori studi per valutare i meccanismi alla base dei risultati osservati e un possibile impatto sul microbioma intestinale.
Uno studio randomizzato ha valutato l’efficacia dell’allenamento cognitivo immersivo tramite realtà virtuale basata su attività ricreative quotidiane. I risultati mostrano miglioramenti cognitivi e fisici in anziani attivi, con buone prospettive di utilizzo comunitario.
L’articolo di Harvey et al. (2024) evidenzia come la vitamina D giochi un ruolo centrale nella salute muscolo-scheletrica, ma sottolinea l’importanza di un approccio orientato alla popolazione, non solo ai pazienti. Analizza la grande variabilità globale dei livelli di 25(OH)D e propone interventi efficaci come integrazione modesta e fortificazione alimentare. Le dosi consigliate per gli adulti sani sono 800-1000 UI/giorno di colecalciferolo, mentre l’uso di dosaggi in bolo è sconsigliato. Lo screening di massa per la carenza non è raccomandato, se non per sottogruppi a rischio. Infine, si segnala l’urgenza di standardizzare i metodi di misurazione per rendere comparabili i dati e migliorare la salute pubblica a livello globale.
Uno studio su pazienti con glioblastoma mostra che la dieta chetogenica, associata alla terapia standard, può prolungare la sopravvivenza e normalizzare il metabolismo cerebrale. I risultati incoraggiano ulteriori ricerche su questo approccio innovativo
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