Pillole di scienza
Neuroscienze
Numerose evidenze scientifiche mostrano che l’esposizione prolungata all’inquinamento atmosferico, soprattutto in mezza età e senescenza, può compromettere le funzioni cognitive e modificare la struttura cerebrale, riducendo il volume dell’ippocampo e aumentando quello ventricolare.
Disturbi nei ritmi sonno-veglia sono associati all’aumento di β-amiloide, collegata al rischio di Alzheimer, specialmente nei portatori di APOE4. Il mantenimento di ritmi regolari può aiutare a prevenire il declino cognitivo.
Uno studio della UK Biobank associa la visione prolungata della TV a un rischio maggiore di demenza, mostrando come la visione prolungata della TV influisca negativamente su memoria e linguaggio, con impatti sulle aree fronto-polari del cervello.
Il comportamento sedentario è associato allo sviluppo di malattie cardiometaboliche e mortalità, mentre la sua associazione con l’insorgenza di demenza non è stata ancora chiarita. Questo studio retrospettivo ha l’obiettivo di determinare l’esistenza di un aumentato rischio di sviluppo di demenza, dovuta a qualsiasi tipo di causa, in pazienti con maggiore abitudine alla sedentarietà.
Le attività ludiche-creative e in particolare il gioco degli scacchi, argomento di questo studio, riducono il rischio di sviluppare la demenza, vediamo insieme di che cosa si tratta.
Gli interventi di ICT (tecnologie della comunicazione e dell’informazione) analizzati da questo studio hanno dimostrato effetti positivi sugli indicatori direttamente correlati alla durata e la qualità del sonno (come l’indice di gravità dell’insonnia – ISI), sulla riduzione della depressione e quindi sul miglioramento della qualità della vita del paziente anziano.
Lo studio mette a confronto due terapie non farmacologiche per il trattamento dell’insonnia nella popolazione anziana e ne misura l’efficacia nella prevenzione di insorgenze e ricadute in stati depressivi
La presenza di un ascoltatore attivo molto disponibile riduce il rischio di malattia di Alzheimer e disturbi correlati, aumentando la resilienza cognitiva.
È in corso uno studio randomizzato controllato che analizza gli effetti dell’apprendimento di una nuova lingua negli anziani soggetti a declino cognitivo. In particolare vengono valutati gli effetti sulla cognizione, sulla competenza linguistica, sulle misure socio-affettive e sull’attività cerebrale nel contesto.
Risultati da uno studio incoraggiano l’applicazione pratica della terapia iperbarica negli anziani nel migliorare il livello cognitivo.
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