Gli antichi lo sapevano già: l’uomo è un essere sociale, è questa la peculiarità di ognuno di noi, descritta dal filosofo Aristotele già centinaia di anni prima di Cristo. È l’utilizzo della parola, della voce per comunicare con gli altri, che ci rende parte di una comunità ed è il fondamento su cui si innesta la nostra città (la polis).
La cittadinanza attiva e la condivisione sono solo alcuni dei principi cardine del volontariato, individuato dalle Nazioni Unite come uno degli strumenti concreti attraverso cui realizzare gli obiettivi di Sviluppo Sostenibile della “Agenda 2030”. Secondo il rapporto degli Stati membri sull’integrazione del volontariato nell’Agenda 2030, il volontariato contribuisce alla creazione di un mondo ambientalmente sostenibile, pacifico, libero dalla povertà, dalla fame e dell’ineguaglianza, dove nessuno viene lasciato indietro. Donare il proprio tempo a favore della comunità può fare bene a tutte le età, ma, in particolare, durante la terza età, come dimostrano diverse ricerche.

Perché preparo manufatti a maglia o all’uncinetto per varie associazioni? Per rimanere in contatto con la gente, per essere utile alla società… in una parola: per sentirmi viva!

Katia, 74 anni.

Per coloro che sono andati in pensione, il volontariato può essere un mezzo attraverso cui continuare a sentirsi parte della società, compensando la mancanza di routine giornaliera della vita lavorativa. Inoltre, diversi studi evidenziano che sentirsi utili migliora la salute fisica e psicologica. Il volontariato diventa così una preziosa opportunità durante la terza età per mantenere un ruolo attivo e significativo, sia a livello personale che collettivo.

 

Un miliardo di volontari per un mondo sostenibile

Dall’assistenza sanitaria agli interventi per l’ambiente, dall’impegno civico al sostegno per i più bisognosi, si stima che nel mondo siano circa un miliardo le persone attive nel volontariato.
Nel 2019, più di cento Paesi monitoravano le attività di volontariato sul proprio territorio, e novanta di essi, tra cui l’Italia, avevano implementato politiche o legislazioni al suo sostegno e promozione. Infatti, il volontariato è parte fondamentale della vita di un Paese, in quanto permette ai cittadini di tutelare lo spazio pubblico, trasformando il proprio territorio in una casa da curare e abitare:

Volontariato l’ho sempre fatto, per il Partito e per la Polisportiva, e le motivazioni erano quelle di adesso: senso civico, senso di appartenenza, etica sociale, piacere di essere utile, ritorno di stima, affetto, riconoscenza, tutto sempre senza monetizzare, ma gratis per l’appagamento di lasciare qualcosa agli altri.
Massimo, 66 anni.

Ma cosa si intende più precisamente per volontariato? Secondo il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, l’attività di volontariato si basa su tre pilastri fondamentali:

  1. Cittadinanza attiva, come l’attività che racconta Franco (70 anni): “Sono un volontario che fa parte dei cittadini attivi e svolgo un lavoro di recupero panchine rotte da atti di vandalismo o vecchie. È un lavoro che mi impegna due o tre volte alla settimana, che non esisteva, ma che ci siamo inventati noi volontari vedendo come erano ridotte nei parchi. Lo trovo veramente gratificante perché la gente che passa ci elogia e addirittura qualcuno ci offre il caffè!
  2. Condivisione, la parte più gratificante secondo Sonia (63 anni): “Il venerdì pomeriggio aiuto nel doposcuola due bambine che provengono da altri paesi e che hanno difficoltà con la nostra lingua. Penso che per loro sia un’esperienza di integrazione, mentre per me lavorare con i bambini è un’esperienza di vita, perché, per quanto sia poco, mi fa sentire utile.”
  3. Partecipazione per la comunità, una costante nella vita di Lilya (72 anni): “Ho sempre lavorato nel sociale e ora che sono in pensione continuo a coordinare quotidianamente progetti interculturali. Mi piace perché credo significhi fare politica nel senso più nobile del termine: partecipare alla vita pubblica.”

In Italia sono oltre quattro milioni e mezzo i volontari individuati dall’Istat con il Censimento delle Istituzioni non profit dal 2011 al 2021.
La maggior parte di essi si concentra nei settori delle attività culturali e artistiche, sportive, ricreative e di socializzazione (54.5% dei volontari), seguite dai settori dell’Assistenza sociale e protezione civile (14,7% di volontari) e quello della sanità (9,8% dei volontari).
Per questo motivo, spiega l’Istat, per quanto il loro numero sia calato rispetto alle ultime rilevazioni, i volontari italiani rimangono un elemento cardine del panorama nazionale, con un’impronta significativa sull’economia e sul tessuto sociale del paese. Le loro attività influenzano notevolmente lo sviluppo economico e sociale, la qualità della vita e le connessioni tra le persone, contribuendo al benessere dei cittadini.

 

Volontariato nella terza età: un viaggio di scoperta personale e di benefici per la salute

Tra tutti i dati, spicca l’aumento dell’età dei volontari negli ultimi anni, che coinvolge sempre più cittadini anziani in tutto il mondo. Questa tendenza sembra essere il risultato di uno stile di vita più attivo e salutare nella terza età, ma anche di strategie più efficaci di reclutamento da parte delle organizzazioni di volontariato. Le tecnologie digitali supportano le associazioni nell’aumentare la loro visibilità attraverso siti web e social network. Inoltre, le amministrazioni pubbliche, ora più digitalizzate rispetto al passato, possono contribuire alla diffusione dei contatti tramite apposite pagine web.

La crescente attenzione politica sul volontariato a livello mondiale ha offerto un’opportunità di crescita per la ricerca sui possibili benefici del volontariato per la salute.
Tra gli effetti positivi gli studi hanno evidenziato una migliore capacità di svolgere attività quotidiane; l’adozione di stili di vita salutari; un miglioramento della qualità della vita, del supporto sociale, delle interazioni e dell’autostima:

Il volontariato mi permette di dare un valore diverso al tempo libero a mia disposizione, agli affetti, al mio passato, al mio presente e dare più valore al mio futuro. Ogni volta che aiuto i ragazzi in difficoltà a fare i compiti nel doposcuola, mi devo mettere in discussione, devo imparare ad ascoltare e a farmi capire usando un linguaggio semplice ma corretto. Quando si entra in contesti diversi dal nostro, con persone che non conoscono bene la nostra lingua, le nostre leggi, le nostre tradizioni e che hanno riferimenti culturali diversi non si deve dare nulla per scontato. È veramente gratificante perché chi ho di fronte, capisce di essere una persona degna di attenzione e si sente meno emarginato, si sente meno solo.
Francesca, 65 anni.

Una revisione sistematica e metanalisi della letteratura scientifica ha esaminato l’effetto del volontariato sulla salute fisica e mentale degli anziani, evidenziando un lieve impatto positivo sulla mortalità, una riduzione di depressione, stress, ospedalizzazione, dolore e disagio psicologico tra i volontari.

Tuttavia, non tutti dispongono di tanto tempo libero, di conseguenza, le attività di volontariato variano in base alla quantità di impegno richiesta. Anche solo due o tre giorni al mese sono sufficienti per controllare i rifiuti abbandonati, come racconta Ermete (67 anni), che lavora insieme alle guardie ecologiche perché spera di innescare una catena di senso civico anche negli altri.
Altre volte, invece, il volontariato è un vero e proprio viaggio. Da quando Roberto (66 anni) ha scoperto “Mission Rabies”, il volontariato lo ha portato tre volte in Tanzania, una in Malawi, e una in Botswana. Mission Rabies è una charity inglese che collabora con il Worldwide Veterinary Service e si pone l’obiettivo di lottare contro il virus della rabbia nel mondo.

Ho sempre pensato di voler fare il volontario con quello che sapevo fare, ovvero il veterinario, però non ero mai riuscito a metterlo in pratica. Finché, a un congresso, un collega ha proiettato una ricerca proprio sulla rabbia e ha parlato di queste organizzazioni. Mi sono detto: “È un segno del destino, non posso più rimandare!” e sono partito alla volta del Malawi nel 2017. Decisivo nella mia scelta è stato il fatto di capire quanto poteva essere prezioso il mio contributo nelle zone disagiate dell’Africa. A lasciarmi di più sono state le persone che ho incontrato in giro per il mondo, è stata un’esperienza bellissima che mi ricorderò sempre, anche nei suoi lati più impegnativi.

Fare attività di volontariato può assumere quindi un significato unico nella terza età, perché, proprio in un momento della vita in cui potrebbe sembrare più naturale chiudersi nelle proprie abitudini, permette di scoprire lati inediti di sé stessi e aprirsi agli altri.

 

Arricchimento personale e collettivo per un futuro migliore

Sebbene i motivi precisi per cui il volontariato generi tali benefici restino per ora in parte sfumati, le testimonianze raccolte dimostrano chiaramente l’importanza di queste attività, specialmente durante la terza età. Avviare o continuare un percorso di volontariato non solo arricchisce la comunità, ma arricchisce anche chi lo pratica, regalando uno scopo, una connessione significativa e un impatto tangibile sulla propria vita e su quella degli altri.

Incoraggiare e supportare il volontariato, specialmente tra gli anziani, dovrebbe essere una priorità, poiché apre le porte a un mondo di possibilità, di scambio e di crescita personale e collettiva. Il volontariato non è solo un’attività, ma un modo di vivere che trasmette valori, consapevolezza e un impegno tangibile per un futuro migliore per tutti.

 

Bibliografia

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