Mia madre, 93 anni, è stata ricoverata per una polmonite. Dopo pochi giorni ha iniziato a non riconoscerci, parlava con persone che non c’erano e sembrava vivere in un altro mondo. Il personale diceva che era normale alla sua età, ma io sentivo che qualcosa non andava. Era il delirium. Tornata a casa, è migliorata lentamente, ma non è più tornata quella di prima. Ho imparato che il ricovero può scatenare questo stato e che la nostra presenza, il nostro affetto, sono fondamentali per aiutarli a ritrovare un po’ di serenità.” – BL, caregiver

Che cos’è il delirium

Il termine “delirium” può suonare inquietante, ma è una condizione più comune di quanto si pensi tra gli anziani, soprattutto in ospedale o dopo un intervento. Si tratta di uno stato confusionale acuto che può comparire all’improvviso e durare da poche ore a diversi giorni. Dal punto di vista medico è definito come una sindrome neuropsichiatrica acuta, caratterizzata da alterazioni dello stato di coscienza, attenzione e funzioni cognitive, spesso con andamento fluttuante. È una condizione frequente tra i pazienti ospedalizzati, soprattutto anziani e fragili, con una prevalenza che può raggiungere il 30% nei reparti medici e chirurgici. Riconoscerlo in tempo è fondamentale per evitare complicazioni e migliorare la qualità della vita.

Quali sono i segnali da non sottovalutare

Il delirium si manifesta con sintomi che spesso vengono scambiati per comuni segni dell’età o di demenza. Tra i più frequenti:

  • Disorientamento, anche in ambienti familiari
  • Difficoltà a concentrarsi o seguire una conversazione
  • Comportamenti insoliti: agitazione, apatia, sonnolenza
  • Allucinazioni o convinzioni errate
  • Alterazioni del sonno, come stare svegli di notte e dormire di giorno

Esistono diverse forme di delirium: quella iperattiva, con agitazione e irrequietezza; quella ipoattiva, più subdola, con rallentamento e sonnolenza; e quella mista, che alterna i due stati.

Un problema spesso sotto-diagnosticato e poco compreso

Nonostante la sua incidenza e le gravi conseguenze tra cui l’aumento della mortalità, della durata della degenza, la perdita di autonomia spesso con necessità di istituzionalizzazione, il delirium è frequentemente sotto-diagnosticato. Questo accade perché i sintomi possono essere sfumati, soprattutto nelle forme ipoattive, e perché manca una formazione specifica tra gli operatori sanitari.

Perché è importante intervenire

Il delirium non è solo un fastidio temporaneo. Può aumentare il rischio di cadute, peggiorare lo stato di salute generale e, nei casi più gravi, accelerare il declino cognitivo. Inoltre, è spesso un campanello d’allarme per problemi medici sottostanti, come infezioni, effetti collaterali di farmaci (specialmente quelli utilizzati per patologie psichiatriche) o disidratazione.

Le cause più comuni

Il delirium è il risultato di una combinazione di fattori tra cui fattori predisponenti come l’età avanzata, la compresenza di patologie psichiatriche come demenza, problemi visivi o uditivi e fattori scatenanti che includono febbre, infezioni, interventi chirurgici, immobilizzazione, utilizzo di farmaci.

Spesso anche un semplice cambiamento di ambiente, con alterazione dei ritmi circadiani come durante un ricovero in ospedale, può contribuire al suo manifestarsi. I reparti ospedalieri più frequentemente colpiti sono la Neurologia, reparti geriatrici e internistici ma anche reparti chirurgici ove si effettuano interventi come ad esempio l’Ortopedia.

Come si può gestire

La buona notizia è che il delirium si può prevenire e trattare. Le linee guida italiane e internazionali raccomandano un approccio multidisciplinare e integrato, che includa strategie di prevenzione e riconoscimento precoce e trattamento.

La prevenzione

Per poter prevenire l’insorgenza di delirium può essere molto utile, in prima istanza, mantenere una buona idratazione e alimentazione del paziente, monitorare i parametri vitali, favorire il movimento (anche leggero) quando possibile, stimolare la mente con conversazioni e attività, creare un ambiente tranquillo e rassicurante ed evitare farmaci non necessari. Altrettanto importanti possono rivelarsi alcuni semplici interventi ambientali come ad esempio favorire l’illuminazione naturale, la riduzione dei rumori, la stimolazione cognitiva, fondamentale inoltre il coinvolgimento dei familiari per evitare l’isolamento. Vi è infine la possibilità di utilizzare scale di valutazione precoce del rischio come la scala 4AT, si tratta di uno strumento clinico rapido e validato per lo screening del delirium e del deficit cognitivo acuto negli adulti, particolarmente utile nei contesti geriatrico-ospedalieri. È pensata per essere utilizzata al letto del paziente, anche da personale non specialista, e richiede meno di 2 minuti per essere somministrata.

Il riconoscimento precoce

Il riconoscimento precoce del delirium è fondamentale per intervenire tempestivamente e ridurre il rischio di complicanze. È importante osservare con attenzione eventuali cambiamenti nel comportamento dell’anziano, come confusione, agitazione, sonnolenza insolita o difficoltà nel mantenere l’attenzione. Qualsiasi dubbio o segnale sospetto deve essere immediatamente comunicato al medico o al personale sanitario, affinché possano effettuare una valutazione approfondita e avviare, se necessario, un percorso diagnostico e terapeutico adeguato.

Il trattamento

La gestione del delirium nel paziente anziano richiede un approccio attento. È fondamentale innanzitutto identificare e trattare la causa scatenante, che può essere un’infezione, uno squilibrio metabolico o l’effetto collaterale di un farmaco. Parallelamente, è importante ridurre al minimo gli stimoli ambientali stressanti, come rumori e luci intense, che possono aggravare la confusione, mobilizzare precocemente il paziente, controllare il dolore e i disturbi sensoriali quando presenti. Un ruolo centrale è svolto dal supporto emotivo: la presenza rassicurante dei familiari e dei caregiver con una comunicazione rassicurante e chiara contribuisce a creare un ambiente più stabile e familiare. Infine, nei casi più complessi, può essere necessario ricorrere a farmaci, ma sempre con estrema cautela e sotto stretto controllo medico, per evitare effetti indesiderati o peggioramenti dello stato cognitivo.

Il trattamento farmacologico è indicato solo nei casi di agitazione grave o rischio per sé e per gli altri. I farmaci più utilizzati sono:

  • Aloperidolo (con cautela per gli effetti extrapiramidali)
  • Antipsicotici atipici (quetiapina, olanzapina, risperidone)
  • Benzodiazepine solo in caso di delirium da astinenza

Il ruolo cruciale dell’infermiere

L’infermiere è spesso la figura più vicina al paziente e può intercettare precocemente i segni di delirium. È fondamentale che sia formato all’uso di strumenti di valutazione e che promuova interventi non farmacologici, come la stimolazione cognitiva e il coinvolgimento della famiglia.

Il ruolo fondamentale della famiglia

Chi vive accanto a una persona anziana è spesso il primo a notare i segnali. La famiglia e i caregiver sono alleati preziosi nella prevenzione e nella gestione del delirium. La loro presenza, le parole rassicuranti e la conoscenza delle abitudini dell’anziano possono fare la differenza. Inoltre possono riconoscere i segnali e collaborare con il personale sanitario per affrontare il problema.

Consigli pratici per caregiver

  • Tenere un diario dei sintomi
  • Portare oggetti familiari in ospedale
  • Parlare lentamente e con calma
  • Evitare discussioni o correzioni brusche
  • Favorire la luce naturale durante il giorno

La nostra presenza è stata la chiave per riportare mamma alla realtà. Parlare con lei, tenerle la mano, ricordarle chi siamo: tutto questo ha fatto la differenza.

Conclusioni

Il delirium non è una semplice “confusione” passeggera, ma una condizione clinica seria che richiede attenzione, competenza e interventi tempestivi. La sua gestione efficace passa attraverso la formazione del personale, l’adozione di protocolli condivisi e il coinvolgimento attivo di tutti gli attori dell’assistenza.

 

Fonti

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