Siamo ossessionati dalla giovinezza. Che si tratti di aspetto fisico, prestazioni sportive, rapidità di pensiero o capacità di imparare, l’idea comune è che l’essere umano raggiunga l’apice intorno ai 20 o 30 anni. E noi cinquantenni ci sentiamo sconfitti e impotenti, con la sensazione che gli anni migliori siano già alle nostre spalle. Ma se è così, perché il picco del successo professionale, in termini di guadagni, prestigio e ruoli di leadership, solitamente arriva proprio tra i 50 e i 60 anni?
Una recente ricerca condotta da Gilles E. Gignac e Marcin Zajenkowski prova a offrirci una risposta. Nel loro studio, pubblicato sulla rivista Intelligence, gli scienziati hanno sviluppato un indice che combina diverse abilità in un unico punteggio, dimostrando che il nostro picco funzionale, quello che conta davvero nel mondo reale, potrebbe arrivare molto più tardi di quanto crediamo.
Il cervello ha due tipi di intelligenza e una migliora con l’età
Il primo passo è comprendere che il nostro cervello non possiede un unico tipo di intelligenza, ma almeno due forme distinte:
- L’intelligenza fluida è la capacità di risolvere problemi, il ragionamento astratto e la velocità con cui elaboriamo le informazioni. È l’agilità mentale che ci permette di imparare rapidamente e pensare con prontezza. Questa forma di intelligenza tende a raggiungere il suo picco intorno ai 20-25 anni, per poi iniziare un lento ma costante declino.
- L’intelligenza cristallizzata, invece, è il bagaglio di conoscenze accumulate, il vocabolario, le competenze e la saggezza che acquisiamo con l’esperienza. Questa forma di intelligenza non solo non diminuisce, ma continua a crescere per gran parte della nostra vita adulta.
Secondo la SOC Theory di Baltes , la nostra intelligenza cristallizzata aumenta perché la mente compensa il declino dell’intelligenza fluida. In pratica, mentre perdiamo un po’ di rapidità di pensiero, guadagniamo in conoscenza e competenza. Questo è un primo importante indizio del perché l’esperienza sia una risorsa insostituibile.
La maturità è una vera e propria risorsa psicologica
Con il passare degli anni, alcuni tratti della nostra personalità tendono a maturare insieme a noi. In particolare nello studio si parla di:
- Coscienziosità: ovvero la nostra dedizione, organizzazione, perseveranza e affidabilità. La ricerca mostra che aumenta notevolmente dall’adolescenza fino alla mezza età, per poi iniziare un graduale declino in età avanzata.
- Stabilità emotiva: è l’abilità di mantenere la calma, gestire lo stress ed essere resilienti. Questa caratteristica, essenziale per la leadership, aumenta fino alla tarda età adulta per poi stabilizzarsi.
- Intelligenza emotiva: la capacità di comprendere e gestire le emozioni, sia proprie che altrui, mostra un incremento fino a circa 45 anni, per poi diminuire lentamente.
Con l’età si diventa più saggi
L’esperienza non solo ci rende più colti, ma sembra anche migliorare la nostra capacità decisionale. Lo studio evidenzia tre capacità specifiche che migliorano con l’età:
- Alfabetizzazione finanziaria: la comprensione di concetti finanziari come inflazione, investimenti e gestione del rischio generalmente aumenta, raggiungendo il picco intorno ai 65 anni. Questo ci rende più abili a gestire i nostri risparmi e a pianificare il futuro.
- Ragionamento morale: la capacità di valutare situazioni etiche complesse usando principi come l’equità e la giustizia tende ad aumentare con l’età e l’esperienza di vita, portando a giudizi più ponderati e sofisticati.
- Resistenza alla fallacia dei costi sommersi: questo comune bias cognitivo, noto come sunk cost fallacy o sunk cost bias, è la tendenza a continuare a investire in un progetto fallimentare solo perché ci si è già speso molto tempo o denaro. Lo studio riporta che gli adulti più anziani riescono più facilmente a ignorare le perdite passate e a concentrarsi sui risultati futuri, prendendo decisioni più razionali e lungimiranti.
L’indice di funzionamento cognitivo-personale
Per comprendere la discrepanza tra il calo delle abilità cognitive fluide e il fatto che l’apice del successo professionale si verifica nella mezza età, i ricercatori hanno combinato tutte queste dimensioni (intelligenza fluida e cristallizzata, tratti di personalità, intelligenza emotiva e capacità decisionali) in un “indice di funzionamento cognitivo-personale” (CPFI). Pensatelo come un indice che misura la capacità di affrontare la complessità della vita adulta. Di questo indice hanno creato due modelli:
- Un modello convenzionale, che dà più peso all’intelligenza e ai tratti di personalità di base.
- Un modello completo, che include una gamma più ampia di abilità pratiche come l’intelligenza emotiva e la competenza finanziaria, risultando probabilmente più rappresentativo del successo nel mondo reale.
Entrambi i modelli hanno rivelato un picco nel funzionamento generale durante la tarda mezza età (tra i 55 e i 60 anni). Questo accade perché, in questa fase della vita, il declino delle capacità fluide (come la velocità di pensiero) sembra sia più che compensato dal picco delle capacità cristallizzate (conoscenza ed esperienza), della maturità emotiva e della saggezza. Sono queste risorse psicologiche che potrebbero spiegare perché il successo professionale e la capacità di gestire grandi responsabilità solitamente culminano proprio in questo decennio della nostra vita.
Una nuova prospettiva dell’invecchiamento
Questa ricerca non significa che i giovani non abbiano nulla da offrire e non significa neanche che dopo i sessantacinque si diventi inadeguati, ma suggerisce che la competenza decisionale richiede un’alchimia di esperienza, conoscenza e maturità che emerge soprattutto nella mezza età.
Quello che mostra davvero la ricerca, in fondo, è che non siamo progettati per brillare a vent’anni e poi affrontare sessant’anni di declino. Le nostre risorse sono distribuite lungo l’intero arco della vita, così che il momento in cui siamo più preparati per navigare le complessità dell’età adulta coincida con quello in cui le responsabilità sono maggiori e in cui possiamo far fruttare ciò che abbiamo imparato.
Se avete superato i cinquanta e vi sentite fuori tempo massimo, rilassatevi: siete esattamente dove dovreste essere.
Riferimento bibliografico
Gilles E. Gignac, Marcin Zajenkowski, Humans peak in midlife: A combined cognitive and personality trait perspective, Intelligence, Volume 113, 2025, 101961, ISSN 0160-2896.
