Riferimento bibliografico

European Journal of Internal Medicine 49 (2018) 44-50 Ran Abuhasira (1), Lihi Bar-Lev Schleider (1,2), Raphael Mechoulam (3), Victor Novack (1)
(1) Cannabis Clinical Research Institute, Sakora University Medical Center, Faculty of Health Sciences, Ben-Gurion University of Negev, Be’er-Sheva, Israel
(2) Research Department, Tikun Olam LTD, Israel
(3) Institute for Drug Research, Medical Faculty, Hebrew Universisty, Jerusalem, Israel

“Epidemiological characteristics, safety and efficacy of medical cannabis in the elderly”

In sintesi

Negli ultimi anni l’uso della cannabis medica è in forte crescita e riveste un ruolo importante nella cura del dolore cronico, di vomito e nausea indotti dalla chemioterapia, sclerosi multipla, malattia di Alzheimer, malattia di Parkinson, anoressia nervosa e demenza.
Dati epidemiologici dimostrano che la popolazione anziana sta assumendo un ruolo sempre più rilevante nell’utilizzo di questa erba per curare svariate patologie e/o dolori. Lo studio prospettico in oggetto valuta l’efficacia e la sicurezza della terapia con la cannabis medica nelle persone anziane, in riferimento a riduzione del dolore, qualità di vita ed effetti avversi.

Il contesto e il punto di partenza

Sono molteplici i fattori da tenere in considerazione per questa specifica popolazione, poiché l’avanzamento dell’età comporta una serie di cambiamenti in riferimento alla farmacocinetica e farmacodinamica dei farmaci, diminuendo nello specifico il metabolismo, l’eliminazione e il volume di distribuzione.

Ci sono, tuttavia, pochi studi in letteratura che valutano la farmacocinetica della cannabis e dei cannabinoidi nella popolazione anziana. Inoltre, le interazioni tra la cannabis e altri farmaci è tutt’ora largamente sconosciuta, poiché le evidenze recenti sono scarse. Questa istanza è particolarmente importante nella popolazione anziana poiché l’assunzione di più farmaci è molto comune.
Gli eventuali effetti avversi nei pazienti in terapia con la cannabis, descritti in letteratura, sono vertigine, euforia, sonnolenza, confusione e rappresentano un particolare problema nella popolazione anziana che può soffrire di cadute frequenti, problemi motori, deficit sensoriali e demenza.

Nonostante ciò, gli studi condotti finora sulla popolazione dei giovani adulti, non possono essere ricondotti in egual modo alla popolazione anziana. È quindi necessario effettuare studi che prendano in considerazione le peculiarità delle persone anziane in relazione all’assunzione della cannabis medica.

Le caratteristiche dello studio

Nello studio prospettico approvato dal Soroka University Medical Center (IRB Commitee) sono stati identificati da gennaio 2015 a ottobre 2017, 2736 pazienti con età superiore a 65 anni che hanno iniziato il trattamento con cannabis medica al Tikum Olam (il maggior fornitore di cannabis medica in Israele) , previa autorizzazione della Israel Medical Cannabis Agency (IMCA), unità del Ministero della Salute Israeliano.
Durante il periodo di follow up, durato sei mesi, i 1550 pazienti sono usciti dallo studio per vari motivi (sopraggiunto decesso, trattamento con la cannabis inferiore ai sei mesi, interruzione del trattamento, utilizzo di altri farmaci differenti dalla cannabis).

Dei soggetti rimasti in studio, 901 hanno risposto ad un questionario di valutazione sulla qualità di vita, l’intensità del dolore, la percezione generale dell’effetto della cannabis e il successo del trattamento. L’età media dei pazienti trattati è stata di 74.5, con lieve predominanza del genere femminile (53.5%) e la prescrizione medica maggiormente utilizzata è stata quella per il trattamento del dolore e del paziente oncologico (60%).

Risultati

L’analisi dei risultati dimostra che al follow up l’uso della cannabis medica determina un significativo miglioramento di tutte le variabili considerate nello studio. Il dolore percepito, utilizzando una scala di valutazione da 0 a 10 per intensità, si riduce da un valore mediano di 8 a un valore di 4. I pazienti che riferiscono prima del trattamento alta intensità del dolore (8-10), si riducono da 573 a 65 (p < 0.001).
La qualità di vita percepita come cattiva o molto cattiva dal 79.3% degli intervistati prima del trattamento, è definita buona o molto buona dal 58.6% al follow up (p <0.001). Inoltre, 844 pazienti (93,7%) riferiscono un miglioramento della propria condizione generale grazie al trattamento e per 378 di questi ultimi (41%) il miglioramento percepito è addirittura significativo. Infine, il 59.1% ha giudicato positivamente la riuscita del trattamento.

Circa un terzo dei pazienti che hanno risposto al questionario riferiscono di aver sperimentato almeno un effetto collaterale. I più frequenti sono vertigini (9.7%) e xerostomia (7,1%). I pazienti che riferiscono una o più cadute nel semestre precedente il trattamento, evidenziano una riduzione delle cadute stesse dal 53.4% al 21,9% (p < 0.001).
Più di un terzo dei pazienti intervistati riferisce una riduzione nel numero di farmaci abitualmente assunti e del loro dosaggio, inoltre il 18.1% sospende o riduce l’uso di analgesici oppioidi.

La soddisfazione nei pazienti trattati è alta ed è riportata una significativa riduzione del dolore (la più comune delle indicazioni) e un miglioramento generale della qualità di vita. In base alla letteratura, una riduzione clinica e significativa del dolore è definita come una riduzione di due punti in una scala da 0 a 10 (numerical rating scale) o una riduzione di almeno il 30% nell’intensità del dolore.
Questo studio riporta una riduzione di 4 punti, il che rappresenta un miglioramento sostanziale.

Quali novità

In questo studio, in cui si valuta il trattamento con cannabis medica su pazienti anziani, è stato evidenziato l’effettivo miglioramento del dolore riferito e della qualità di vita. I risultati mostrano che gli effetti avversi sono relativamente poco frequenti e per la maggior parte non gravi, il più frequente è la vertigine che nella popolazione studiata potrebbe indurre ad un aumento del rischio di cadute. Tuttavia, nello studio è stata riscontrata una significativa riduzione del numero di cadute rispetto al periodo precedente al trattamento.

La forza di questo studio, il suo core, è stata la centralità della persona anziana, lo studio delle sue peculiari problematicità, e l’analisi dei dati riferiti al tipo di vita condotto da questa particolare popolazione.
Dopo sei mesi di utilizzo di cannabis gran parte dei pazienti interrompe l’uso o riduce le dosi di alcuni farmaci, principalmente analgesici oppioidi, che notoriamente provocano seri effetti collaterali correlati specialmente all’utilizzo cronico nella popolazione anziana. Sono necessari ulteriori studi per determinare se la cannabis possa ridurre l’impatto dell’uso degli oppioidi e in quale modo.

Limiti dello studio

La natura osservazionale dello studio permette di determinare solo l’associazione e non la causalità con l’evento determinante. Non sono stati inclusi nel trattamento quei pazienti che hanno iniziato il trattamento al Tikum Olam, ma non hanno risposto al questionario.
Al follow up, relativamente breve, non hanno risposto al questionario il 24% dei pazienti arruolati e il campione è stato caratterizzato da un alto tasso di mortalità. Questo riflette la severità delle condizioni iniziali dei pazienti arruolati, in quanto la principale indicazione alla prescrizione di cannabis medica concessa dal Ministero della Salute Israeliano è la palliazione.
Infatti, un altro limite riguardante l’osservazionalità dello studio è legato proprio alla possibilità di analizzare solo gli ambiti per i quali la cannabis medica è licenziata in Israele.

A cura di Anna Figini, Barbara Prevedello e Carmela Rinaldi


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