Un dolore intenso e bruciante su un lato del busto e qualche giorno dopo compare un’eruzione cutanea, una “cintura” dalla forma allungata con vescicole rosse e pruriginose: è l’Herpes Zoster, quello che un tempo veniva chiamato Fuoco di Sant’Antonio: anticamente infatti, per guarire, veniva invocato sant’Antonio Abate, leggendario eremita e taumaturgo.

Oggi per fortuna esistono mezzi più efficaci non solo per curare ma anche per prevenire questa infezione virale, frequente soprattutto negli anziani.

L’Herpes Zoster è la conseguenza della riattivazione del virus Varicella-Zoster che rimane latente all’interno dell’organismo dopo che un soggetto l’ha contratto generalmente in età infantile.

In quali individui si manifesta maggiormente l’Herpes Zoster?

Si stima che una persona su quattro, nel corso della sua vita, avrà almeno un episodio di fuoco di Sant’Antonio. La riattivazione del virus è più frequente nelle persone anziane o immunodepresse. La severità dell’Herpes Zoster e delle sue complicanze aumenta nelle persone oltre i 50 anni. Oltre all’età, la presenza di alcune patologie può aumentare il rischio di Herpes Zoster o rendere più grave il quadro sintomatologico. Si ritiene, infatti, che la riattivazione sia legata ad un abbassamento improvviso delle difese immunitarie, in concomitanza di periodi di forte stress psicofisico, di terapie farmacologiche (come farmaci immunosoppressori , chemio o radioterapie), di malattie che colpiscono il sistema immunitario come l’HIV e in soggetti fragili con difese immunitarie deboli o compromesse come gli anziani.

Quali sono le complicanze associate all’Herpes Zoster?

La nevralgia post erpetica, caratterizzata da dolore in sede di eruzione cutanea, costituisce la complicanza più frequente.

Il dolore può essere di tipo persistente (sensazione continua di bruciore intenso) o di breve durata (simile a una scossa elettrica). Si possono manifestare inoltre alterazioni della sensibilità (per esempio: formicolii, prurito, intorpidimento). A seconda della durata e dell’intensità del dolore, le persone con nevralgia post-erpetica possono sviluppare altri sintomi dovuti al dolore cronico come depressione, stanchezza, insonnia, mancanza di appetito e difficoltà di concentrazione. La durata media della nevralgia post-erpetica è 5-6 mesi, ma in qualche caso può persistere per anni, o addirittura tutta la vita. Questa condizione colpisce soprattutto le persone con più di 60 anni e può essere molto debilitante. Sebbene non esista una cura specifica, alcuni tipi di trattamenti possono ridurre i sintomi.

Altre complicanze dell’Herpes Zoster possono essere la sovra-infezione batterica delle lesioni, la disseminazione cutanea, l’infezione polmonare, la miocardite, l’esofagite, la pancreatite, l’ulcerazione gastrica e l’interessamento del sistema nervoso centrale.

Quali sono i vaccini disponibili Anti – Herpes Zoster?

Oggi possediamo un potente strumento di prevenzione dell’Herpes Zoster: il vaccino. I vaccini contro L’Herpes Zoster sono di due tipi:

  • vaccino vivo attenuato

In generale un vaccino vivo attenuato è costituito da microbi che causano malattie infettive, ma che vengono indeboliti (attenuati) con opportuni trattamenti e procedure di laboratorio. È il metodo più efficace per stimolare il sistema immunitario a produrre anticorpi nei confronti di un’agente patogeno, ma è anche la metodica che richiede più cautela. I vaccini vivi attenuati innescano una risposta immunitaria più forte e duratura rispetto ad altre tipologie di vaccini; infatti, solitamente non sono necessari dei richiami. Il loro svantaggio principale è che non possono essere somministrati (a parte qualche eccezione) a persone il cui sistema immunitario è indebolito da alcune malattie o trattamenti farmacologici.

Il vaccino vivo attenuato per l’Herpes Zoster è costituito da una forma attenuata del virus della Varicella Zoster; permette di inibire la riattivazione del virus latente nell’organismo e prevenire dunque l’insorgenza dell’Herpes Zoster e della nevralgia post erpetica (PHN). Questo tipo di vaccino  è indicato per l’immunizzazione di soggetti di età pari o superiore a 50 anni. La scheda tecnica prevede una sola somministrazione di questo vaccino, senza nessun booster. Questo vaccino ha un’efficacia nel prevenire l’Herpes Zoster del 62% ed un’efficacia nel prevenire la nevralgia post erpetica del 70-88%. Alcuni studi hanno dimostrato che l’efficacia di questo tipo di vaccino declina nel tempo lasciando i soggetti vaccinati con una ridotta immunizzazione.

  • vaccino ricombinante

I vaccini ricombinanti vengono prodotti a partire dal DNA del virus, utilizzando una componente virale strutturale che non è necessaria alla sua replicazione. Per questo motivo i vaccini ricombinanti sono solitamente più sicuri di altre tipologie di vaccini. Per questi vaccini può essere richiesta la somministrazione di più dosi e uno dei vantaggi principali è che possono essere somministrati anche ad individui immunodepressi, grazie alla loro sicurezza.

Nel caso dell’Herpes Zoster, è stato dimostrato che il vaccino ricombinante fornisce una protezione migliore e più duratura rispetto al vaccino vivo attenuato. Il ciclo è composto da 2 dosi da somministrare a distanza di 2 mesi l’una dall’altra; tale periodo può essere aumentato fino a 6 mesi, oppure, in soggetti che sono o che potrebbero diventare immunodeficienti o immunodepressi a causa di malattia o terapia e che trarrebbero beneficio da un programma di vaccinazione più breve, la seconda dose può essere somministrata da 1 a 2 mesi dopo la dose iniziale.

Trattandosi di un vaccino ricombinante può essere somministrato nei soggetti con immunodepressione congenita/acquisita. L’efficacia di questo vaccino, valutata in persone a cui sono state somministrate due dosi a distanza di 2 mesi, è intorno al 97% nei cinquantenni e del 91% nelle persone ultrasettantenni. Nei pazienti adulti (18 anni e oltre) sottoposti a trapianti di cellule staminali ematopoietiche autologhe o affetti da neoplasie ematologiche, l’efficacia è stata, rispettivamente, pari a circa il 68% e l’87%. Rispetto alla nevralgia post erpetica (PHN), l’efficacia varia da circa il 70% negli ultraottantenni a circa il 100% nei cinquantenni e la protezione vaccinale sembra perdurare per diversi anni.

Come fare il vaccino per  l’Herpes Zoster

Entrambi i vaccini contro l’Herpes Zoster possono essere somministrati presso il proprio Medico di Medicina Generale o presso i Servizi Vaccinali delle ASL. Il vaccino è gratuito per le persone con più di 65 anni di età presso il proprio medico curante, e per le persone a rischio presso i servizi vaccinali delle ASL. Entrambi i vaccini possono essere somministrati a prezzo di costo perle persone con età inferiore ai 65 anni o senza condizioni di rischio.

Il tipo di vaccino da somministrare viene stabilito a livello regionale; ad esempio, la Regione Piemonte ha differenziato l’offerta delle due tipologie di vaccino sulla base delle condizioni cliniche di ognuno. In particolar modo viene raccomandato l’utilizzo del vaccino vivo attenuato ai soggetti di 65 anni d’età senza altre patologie, mentre nei soggetti maggiori di 18 anni affetti da diabete mellito, patologie cardiovascolari, patologie respiratorie e immunodeficienze congenite/acquisite, viene somministrato il vaccino ricombinante.

Gli eventuali effetti collaterali di questi vaccini sono quelli tipici di ogni vaccinazione, come ad esempio gonfiore, prurito, eritema e dolore nel punto di iniezione. In alcuni casi sono stati segnalati mal di testa e dolore alle estremità.

È bene sottolineare che la vaccinazione anti-Herpes Zoster non serve per curare episodi di infezione/riattivazione in atto o di nevralgia post erpetica, pertanto, il vaccino non deve essere somministrato durante la fase acuta dell’infezione. Questi vaccini sono inoltre somministrabili in contemporanea ad altri vaccini come quello antinfluenzale, quelli anti pneumococcici e quello contro difterite-tetano-pertosse.

A cura di Irene Lo Cigno

 

Bibliografia

 

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