“Non ho mai sofferto di mal di testa… invece, stamattina, mi sono svegliato con un senso di testa pesante. Mi devo preoccupare?” Quante volte noi medici ci sentiamo porre questa domanda; ma esiste una risposta uguale per tutti? E se sì, qual è?
Diciamo subito che no, non c’è una risposta uguale per tutti. Questa domanda, infatti, può avere molteplici risposte, che possono dipendere da vari fattori, primo fra tutti l’età della persona che ce lo chiede. Poi ci sono altri elementi da tenere in considerazione, che vedremo nel corso di questo articolo, tra cui la velocità di insorgenza, i fattori scatenanti e di rischio, le caratteristiche intrinseche del dolore e via dicendo.

Ma facciamo un passo indietro. Che cos’è il “mal di testa”? Ed è sinonimo di cefalea?
Con il termine “cefalea” intendiamo qualunque dolore localizzato a livello del cranio, scatenato – per meccanismi differenti e ancora non del tutto chiariti – dalla stimolazione di strutture intracraniche sensibili al dolore. È una patologia che può manifestarsi a tutte le età; in genere, la fascia più colpita è quella giovane-adulta (tra i 20 e i 50 anni), ma può colpire anche bambini in età scolare, come adolescenti e anziani.

Le cefalee primarie

Incominciamo dalle cefalee primarie, che si dividono in “cefalea tensiva” ed “emicrania”.

Cefalea tensiva: è quella con maggior tasso di incidenza (circa il 25%), colpisce prevalentemente il sesso femminile, ed è sicuramente la più frequente. Il dolore associato a questo mal di testa è abbastanza aspecifico, in genere è costrittivo (spesso viene descritto come “un casco sulla testa” o “un cerchietto che mi stringe”), di intensità lieve-moderata: non va a impedire le attività quotidiane e il paziente non ha bisogno di interrompere l’attività che sta svolgendo, né di nascondersi in una stanza al buio. La frequenza è estremamente variabile: può presentarsi sporadicamente, o quasi tutti i giorni. Questa cefalea, più di tutte le altre, può essere scatenata da numerosi fattori, tra cui alcuni cibi (ad esempio la cucina cinese, ricca di glutammato, sostanza a cui la popolazione occidentale è spesso intollerante), l’alcool, la stanchezza, gli stimoli luminosi ripetuti, l’abuso di farmaci e persino dalla visione dei film in 3D: forse qualcuno di voi ricorderà che nel 2010, dopo l’uscita al cinema dell’attesissimo colossal Avatar di James Cameron, moltissimi spettatori lamentarono un transitorio mal di testa. La tecnologia 3D, infatti, mai così funzionale sul grande schermo prima di allora, fece in modo che lo spettatore si sentisse parte integrante della storia, ma provocò anche capogiri, nausea e mal di testa, provocati dalla visione tridimensionale prolungata.

Emicrania: anch’essa è una patologia frequente (anche se meno della cefalea tensiva) che colpisce circa il 15% della popolazione, prevalentemente il sesso femminile (M:F=1:3). In questo tipo di cefalea il dolore è caratteristico, perché si localizza su un lato del cuoio capelluto, è pulsante, in genere molto intenso, e si accompagna a fastidio per le le luci, per i rumori, persino per le persone (il paziente non desidera altro che essere lasciato solo in una stanza buia, in silenzio!). Spesso si associano anche nausea e vomito. In questo tipo di cefalea, inoltre, possono essere presenti, talvolta, altri sintomi neurologici che precedono il dolore: disturbi visivi, formicolio a un arto, disturbi del linguaggio… Questo fenomeno – che in genere spaventa molto il soggetto nei primi episodi, ma tende poi a ripetersi stereotipato – prende il nome di aura. Si chiama così (dal latino aura, che significa luminosa, splendente) perché, nella maggior parte dei casi, i sintomi neurologici che precedono l’emicrania sono sintomi visivi, descritti proprio come luminosi, come lampi, greche, “spettri di fortificazione”.

Fino qui, non c’è da preoccuparsi (anche se, per essere sicuri del tipo di mal di testa di cui soffriamo, è sempre consigliata una visita neurologica). Passiamo ora a quelle che definiamo “cefalee secondarie”. Come abbiamo accennato sopra, a differenza delle cefalee primarie (che non hanno una causa sottostante), le cefalee secondarie non sono di per sé una patologia, ma sono un campanello di allarme (a volte, più che un campanello, possiamo considerarla una vera e propria sirena d’allarme!) di un’altra patologia.

Cefalee secondarie: quali sono i segnali che ci devono preoccupare?

Cerchiamo di identificare per punti, allora, quali sono gli avvisi più importanti che ci manda la nostra testa…

  1. Insorgenza improvvisa di una nuova cefalea (soprattutto in età adulta, oltre i 50 anni): è differente se il paziente ci riferisce “Ho sempre sofferto di mal di testa, non avevo un attacco da sei mesi… e oggi sto malissimo!” oppure “Ho 60 anni, non ho mai avuto mal di testa nella vita e da un’ora ho un rombo nella testa che mi tormenta, non riesco a stare in piedi”. Capirete tutti che, nel secondo scenario, ci dobbiamo preoccupare un po’ di più.
  2. Improvviso cambiamento della cefalea: poiché la cefalea è molto frequente nella popolazione, anche chi ha una cefalea secondaria può aver avuto, negli anni, una cefalea primaria sottostante. Bene, ma le caratteristiche del dolore sono cambiate? È più forte? È più frequente? Non risponde più alla terapia? Tutti fattori da tenere in considerazione.
  3. Il dolore ha caratteristiche atipiche, per esempio insorge di notte svegliandoci dal sonno, peggiora con la tosse, cambia di intensità dalla posizione sdraiata a in piedi (e viceversa)…
  4. Oltre al mal di testa ci sono altri sintomi, per esempio febbre, confusione, vertigini: nelle cefalee primarie la concomitanza di altri disturbi non è frequente.
  5. Infine, non risponde alla terapia. Tutti i pazienti, quando hanno mal di testa, provano in genere ad assumere un antidolorifico e chi già soffre di mal di testa, assume quello che generalmente funziona. Di fronte a un nuovo mal di testa che non passa (e neppure migliora) con la terapia antidolorifica, oppure se la terapia antidolorifica che abbiamo sempre assunto con beneficio non funziona più… allora la cefalea è meritevole di approfondimento medico.

Ma dottore, quali sono allora le cause delle cefalee secondarie?

Le ragioni possono essere moltissime, alcune benigne, altre più gravi e meritevoli di approfondimento medico, più o meno urgente. Solo per citarne alcune, tra le cause (la cui diagnosi necessita comunque di un percorso diagnostico dedicato con medici specialisti) troviamo infezioni, malformazioni vascolari, tumori, patologie del rachide cervicale…

Che cosa fare allora? Ascoltiamo la testa, quando ci fa male! Nella maggior parte dei casi sarà lei a farci capire se stamattina abbiamo mal di testa perché abbiamo abusato di birra e schermo 3D o se sarà meglio fare qualche accertamento in più.

 

A cura di Fabiola De Marchi

 

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