Dalla cura delle piante al giardinaggio, dalla camminata a piedi nudi nel bosco ai percorsi sensoriali abbracciando gli alberi: tutti i volti della green therapy, per coltivare il benessere e vivere felici.

 

Diciamoci la verità: durante il lockdown avremmo fatto carte false pur di stare all’aria aperta. Abbiamo iniziato a fare jogging, ci siamo inventati cani immaginari da portare a spasso, siamo andati a fare la spesa con la dispensa ancora piena, mossi dal bisogno di spezzare la routine e scaricare la tensione psicofisica. Al primo accenno di libertà abbiamo ripopolato sentieri naturali, parchi e polmoni verdi, tanto che il trekking è stato tra le attività sportive più praticate nelle estati 2020 e 2021.

Una cosa è ormai certa: sembra proprio che gli esseri umani non possano fare a meno del contatto con la natura. Anzi, sembra proprio che non vi sia una reale separazione uomo-natura e che la salute di persone, animali ed ecosistemi sia così interconnessa da costituire, in realtà, una sola salute.

È l’idea alla base del paradigma One Health, teorizzato per la prima volta nel 2004 e oggi largamente condiviso. Una consapevolezza promossa e sancita anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che al primo punto delle Prescrizioni per una sana ripresa green sottolinea la necessità di «proteggere e preservare la fonte della salute umana: la Natura».

In un simile scenario non stupisce il successo della green therapy, termine ombrello che fa riferimento a tutti gli approcci e le pratiche basate sul potere curativo della natura. Assumendo un atteggiamento di riverenza e gratitudine nei confronti dell’ambiente, la terapia verde (o ecoterapia) incoraggia le persone a creare una relazione autentica e prolungata con la natura circostante, ritenuta fonte di benefici per la salute fisica, mentale, emotiva e sociale. 

In effetti, un crescente numero di prove epidemiologiche indica che trascorrere del tempo all’aria aperta comporta una salute migliore. Già, ma quanto tempo? In uno studio pubblicato nel 2019 sulla rivista Nature, condotto su un campione di 20000 inglesi diversificati per sesso, età, professione e residenza, i ricercatori hanno notato che chi aveva trascorso, negli ultimi 7 giorni, almeno 120 minuti in un parco o in un’area verde (anche solo per rilassarsi) si era dichiarato più in salute e più soddisfatto della propria vita. Una soglia che va indagata con ulteriori studi, ma che può fornire un primo punto di partenza per future raccomandazioni, basate sull’evidenza, sulla quantità di tempo minima da destinare al contatto con la natura. 

Numerose ricerche hanno mostrato, inoltre, che vivere vicino a contesti naturali ha effetti benefici sulla salute mentale, sulla cognizione, sulla longevità e sulla mortalità. Uno studio del 2017, pubblicato sempre su Nature, ha rilevato che gli anziani residenti a pochi chilometri dalle foreste hanno livelli di stress inferiori. I risultati rivelano una significativa associazione positiva tra la presenza della foresta e l’integrità dell’amigdala, una piccola struttura cerebrale preposta all’elaborazione e alla regolazione delle emozioni.

Esiti analoghi emergono da uno studio del 2019 che ha riguardato la città di Toronto, dove la presenza di un viale residenziale molto alberato sembra associarsi al miglioramento della salute cardiovascolare e metabolica.

 

Green Therapy: esempi, pratiche e benefici

Il contatto con la natura ha un impatto profondo sui nostri corpi e sulla nostra psiche, poiché migliora il benessere generale ed esercita un’azione riparatrice dal punto di vista medico, psicologico e sociale. Diversi studi documentano che gli interventi terapeutici basati sulla natura (Nature Based Interventions, NBI) incidono positivamente sulla salute mentale

  • diminuiscono i livelli di cortisolo nel sangue e favoriscono il rilascio di serotonina, attenuando ansia, rabbia e stress
  • allontanano i pensieri negativi, stabilizzano l’umore e riducono il rischio di depressione
  • potenziano la concentrazione e le funzioni cognitive
  • ci fanno sentire più energici e vitali, aumentando il  sentimento di “amore per la vita” (biofilia)

I benefici della NBI sulla salute fisica, invece, sono meno evidenti e anche meno studiati, ma poiché gli spazi verdi rappresentano un’importante risorsa per lo svolgimento di attività fisica, è plausibile che frequentare abitualmente questi spazi migliori le prestazioni nelle attività della vita quotidiana e la salute generale.

Sono stati indagati, poi, gli effetti positivi specifici di ogni singola pratica. Vediamo quali sono le più diffuse e i relativi benefici.

Ortoterapia

Green therapy - ortoterapia - Aging Project UniUPOL’ortoterapia (o terapia orticolturale o garden therapy) comprende tutte quelle attività di coltivazione, giardinaggio e cura delle piante che si svolgono con l’assistenza e l’affiancamento di operatori specializzati, al fine di promuovere il benessere psico-fisico o di ottenere risultati riabilitativo-terapeutici. Questo tipo di green therapy si dimostra particolarmente efficace per le persone con disabilità, oppure con vissuti di marginalità e svantaggio. Migliora le abilità manuali, l’equilibrio, la coordinazione e la tonicità muscolare, stimola i 5 sensi, allena la creatività, aumenta l’autonomia e il senso di autoefficacia. Viene spesso declinata nella pratica degli orti sociali, appezzamenti di terreno assegnati ad associazioni, persone svantaggiate, anziani o semplicemente ai cittadini, che vengono curati e gestiti in condivisione favorendo l’integrazione, la socializzazione e il senso di comunità.

Silvoterapia

green therapy - silvoterapia - aging project uniupoLa silvoterapia, conosciuta anche come forest bathing (letteralmente “bagno nella foresta”) nasce in Giappone negli anni ‘80 ed è molto diffusa in alcuni Paesi dell’estremo Oriente, soprattutto nella medicina preventiva. Prevede lente passeggiate nel bosco, della durata di qualche ora e ripetute in giorni consecutivi, lasciandosi guidare dagli odori e dai colori della natura.

Una serie di studi del 2010 ha rilevato che quando le persone si intrattengono in ambienti con un’alta concentrazione di alberi la funzione immunitaria migliora, la capacità polmonare aumenta e la pressione sanguigna si abbassa. Il merito sarebbe dei fitoncidi, composti volatili presenti nel legno degli alberi che sprigionano gli effetti terapeutici se inalati in quantità sufficienti e per un periodo di tempo adeguato. Per godere appieno della loro azione e sperimentare sensazioni di freschezza e rigenerazione ancora più intense c’è il tree hugging: la pratica di abbracciare il tronco degli alberi, proprio come fanno i koala!

Gimnopodismo o Barefooting

green therapy - gimnopodismo - aging project uniupoCamminare a piedi nudi su un suolo naturale (sentiero di campagna, terriccio, sabbia, tappeto di foglie o erba) rafforza i muscoli delle gambe, stabilizza la postura e il sistema muscolo-scheletrico, agevola la corretta distribuzione del peso corporeo, favorisce la traspirazione e migliora la circolazione sanguigna.

Inutile precisare che va praticato sotto la supervisione di una guida esperta, per evitare di calpestare spine, sostanze urticanti o parassiti.

 

Giardini terapeutici

green therapy - giardino terapeutico - aging project uniupoUn giardino terapeutico è uno spazio verde appositamente progettato sulle esigenze fisiche, psichiche e sociali di determinati soggetti, per esempio persone fragili, anziani, disabili, persone con problemi mentali, bambini e adolescenti con bisogni speciali. Lo scopo è di integrare la riabilitazione sanitaria o alleggerire il carico farmacologico, attraverso la stimolazione sensoriale che proviene dagli elementi curativi della natura, sulla base di obiettivi clinici predefiniti.

I giardini terapeutici realizzati presso ospedali e case di cura si dimostrano efficaci per migliorare la qualità della vita dei pazienti, offrire spazi di relazione e socializzazione e godere di un luogo protetto in cui esprimere le proprie potenzialità.

 

Se per l’uomo occidentale dell’800 la deforestazione, l’erosione del suolo e la conversione delle aree rurali ad uso abitativo o industriale erano sinonimo di benessere e progresso, nell’ultimo secolo si è fatta strada una nuova idea di sviluppo e di salute fondata sul recupero del paesaggio naturale. La pandemia ha accentuato questa tendenza, con la nascita e l’intensificazione di nuove forme di attivismo ambientalista che vogliono ristabilire un rapporto paritario e reciprocamente vantaggioso fra esseri umani e ambiente naturale. Uno dei fenomeni più emblematici è il guerrilla gardening (traducibile come “giardinaggio d’assalto”), movimento culturale che si propone di riqualificare e restituire alla collettività le zone urbane abbandonate, tramite interventi di giardinaggio non autorizzati. Le ragioni alle base di queste spinte non rispondono solo ad un’etica ecologista, ma sono anche il risultato di un nuovo antropocentrismo che riconosce la dipendenza della nostra salute dalla tutela dell’ambiente in cui siamo inseriti.

Insomma, tutto lascia pensare che la terapia verde non sia una moda passeggera e che nel prossimo futuro il benessere individuale, la salute pubblica e l’educazione sanitaria saranno intese, sempre di più, in un’ottica green

 

Fonti

 

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