Il 10 ottobre, Giornata Mondiale della Salute Mentale (World Mental Health Day, WMHD), chiama a riflettere su come la salute mentale continui ad essere una delle aree più trascurate della salute pubblica. Nel comunicato congiunto della World Health Organization, United for Global Mental Health e World Federation for Mental Health vengono sottolineati i “numeri” della salute mentale mondiale: un miliardo di persone con un disturbo mentale; 3 milioni di persone morte ogni anno per problemi alcol-correlati; una morte per suicidio ogni 40 secondi.
Da qui il “motto” del WMHD di quest’anno: “Move for mental health: let’s invest”.

Vogliamo a questo proposito ricordare come l’UPO, nel contesto dei progetti di eccellenza dipartimentale correlati all’Healthy Aging, si stia dedicando al tema della salute mentale dell’anziano, sia in ambito clinico che di ricerca.

È noto che l’invecchiamento mentale coinvolge tanto l’ambito cognitivo, correlato all’involuzione neurobiologica, quanto l’ambito psicologico (personalità ed assetto temperamentale, storia ed eventi di vita, interazioni ambientali…). I disturbi mentali e neurologici più comuni in età senile sono demenza e depressione, che interessano rispettivamente circa il 5% e il 7% della popolazione anziana del mondo (World Health Organization, 2020).

L’espressione “late life depression” (LLD), depressione senile, può indicare sia una patologia già presente nella storia clinica del paziente e che riemerge dopo i 60 anni (early-onset depression, EOD), sia un disturbo depressivo con esordio dopo i 60 anni di età (late-onset depression, LOD); quest’ultima, rispetto alla prima, presenta prognosi peggiore, decorso più cronico, più elevata frequenza di ricaduta, comorbilità mediche, deterioramento cognitivo e mortalità (Alexopoulos, 2005). La depressione senile, che nelle strutture residenziali mostra una prevalenza che va dall’11% al 78% (Chau et al., 2019; Yoon et al., 2018), presenta particolari complessità sia di tipo diagnostico – ad esempio per quanto concerne la diagnosi differenziale con mild cognitive impairment (decadimento cognitivo lieve) o demenza, e per i possibili pregiudizi legati all’ageismo – che terapeutico – come evidenziato dalla tendenza al sotto-trattamento e da una maggiore frequenza di eventi collaterali e rischi di interazione delle terapie psicofarmacologiche con altri trattamenti farmacologici).
Una precoce identificazione e prevenzione della depressione dell’anziano è dunque cruciale, a maggior ragione nelle istituzioni; tuttavia mancano ad oggi chiare evidenze che consentano di identificare un tipo di intervento come maggiormente efficace per la depressione senile (Yoon et al., 2018; Simning & Simons, 2017).

Da queste premesse derivano i progetti UPO di revisione della letteratura, attualmente in corso, su depressione nelle strutture di cura a lunga degenza; sulle correlazioni tra depressione e cadute; e dal punto di vista clinico, il progetto di intervento multidisciplinare (nutrizionale, fisioterapico e psicoterapeutico) che a breve inizierà presso la RSA Belletti Bona di Biella.

A cura di Carla Gramaglia

Specialisti in ascolto

In occasione della giornata mondiale della salute mentale venerdì 9 ottobre, l’azienda ospedaliero-universitaria di Novara aderisce, grazie allo staff di Psichiatria diretto dalla professoressa Patrizia Zeppegno, all’iniziativa promossa dall’Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere (Onda).
Sarà possibile prenotare un consulto specialistico, senza impegnativa del medico curante, prenotando al numero 0321-3732201. I consulti si terranno venerdì 9 dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 16 nell’ambulatorio di Psichiatria.
La professoressa Patrizia Zeppegno ha spiegato l’importanza dell’iniziativa: «L’edizione di quest’anno riveste un significato particolare a fronte dell’emergenza sanitaria correlata al Covid-19 e al lungo periodo di lockdown in cui la salute mentale è stata messa a dura prova. In generale, le strutture che aderiscono al progetto offrono consulti, colloqui psicologici, sportelli di ascolto, info point, sulla salute mentale. L’obiettivo è sensibilizzare la popolazione sull’importanza della diagnosi precoce e favorire l’accesso alle cure, aiutando a superare pregiudizio, stigma e paure legate alle malattie psichiche».

 

Bibliografia

  • Alexopoulos GS. Depression in the elderly. Lancet. 2005;365(9475):1961-1970. doi:10.1016/S0140-6736(05)66665-2
  • Chau R, Kissane DW, Davison TE. Risk Factors for Depression in Long-Term Care: A Systematic Review. Clinical Gerontologist. 2019;42(3):224-237. doi:10.1080/07317115.2018.1490371
    Simning A, Simons KV. Treatment of depression in nursing home residents without significant cognitive impairment: a systematic review. International psychogeriatrics. 2017;29(2):209–226. doi:10.1017/S1041610216001733
  • World Health Organization. Ageing [Internet]; https://www.who.int/westernpacific/health-topics/ageing
  • Yoon S, Moon SS, Pitner R. Effective Treatments of Late-Life Depression in Long-Term Care Facilities: A Systematic Review. Research on Social Work Practice. 2018;28(2):116-130. doi:10.1177/1049731515621165

 

 

 

Photo by Kristina Tripkovic on Unsplash

Articoli Correlati


Iscriviti alla Newsletter

* Richiesti

Scegli la newsletter

Consenso all’utilizzo dei datiAging Project userà le informazioni che fornisci al solo scopo di inviarti la newsletter richiesta.

Puoi annullare l'iscrizione in qualsiasi momento cliccando sul link che trovi nel footer dell'email. Per informazioni sulla Privacy Policy clicca qui.

Cliccando su "Acconsenti", accetti anche che le tue informazioni saiano trasferite a Mailchimp per l'elaborazione. Ulteriori informazioni sulle privacy di Mailchimp qui