È capitato a tutti noi di utilizzare impropriamente termini medici. Ictus, ischemia e infarto, per esempio, sono spesso confusi e usati erroneamente come sinonimi. A dire il vero, cadere in errore è abbastanza semplice perchè questi termini condividono un elemento fondamentale: riguardano tutti problemi della circolazione sanguigna. Vediamo quindi insieme quali sono le differenze.
Anatomia facile
Per capire bene le differenze, partiamo da una piccola ma importante premessa. Il nostro corpo è attraversato da una rete fittissima di vasi sanguigni – arterie e vene – che trasportano il sangue ricco e povero di ossigeno. È proprio l’ossigeno, trasportato dai globuli rossi grazie a una proteina chiamata emoglobina, a nutrire ogni cellula del nostro organismo.
Immagina quindi tante piccole calamite contenute nel sangue che riescono a legare l’ossigeno e trasportarlo ai vari organi.
Fatta questa breve panoramica, ora sappiamo che ogni organo deve ricevere ossigeno per poter funzionare.
Ischemia: cosa significa
Per definire cos’è l’ischemia, ci facciamo aiutare dall’etimologia della parola. In greco, infatti, la parola è composta da isch– che significa riduzione ed –emia che significa sangue.
L’ischemia, quindi, è una condizione in cui il flusso sanguigno verso un tessuto si riduce, limitando l’apporto di ossigeno. Se l’ischemia dura troppo a lungo, le cellule del tessuto colpito iniziano a morire: è questo che può portare a un infarto o a un ictus, a seconda dell’organo coinvolto.
Ischemia, ictus e infarto: le differenze
Ictus
A livello cerebrale, la maggior parte degli ictus si sviluppa a partire da un’ischemia. Infatti, circa l’80% degli ictus è di tipo ischemico, ovvero causato da una riduzione o interruzione del flusso sanguigno a una parte del cervello. In altri casi, invece, può verificarsi un ictus emorragico, dovuto alla rottura di un vaso sanguigno interno al cervello con conseguente emorragia.
Infarto
Quando l’ischemia interessa il cuore e non viene risolta in tempo, può sfociare in un infarto miocardico. Si tratta di un danno irreversibile del muscolo cardiaco, spesso causato dall’occlusione completa di una delle coronarie, le arterie che portano sangue ossigenato al muscolo cardiaco. Esistono però anche forme più lievi e temporanee: in quel caso si parla di ischemia cardiaca transitoria, che può provocare dolore ma senza lasciare danni permanenti.
Quali sono le cause più comuni di un’ischemia
Come già detto, sia l’ischemia cerebrale che quella cardiaca sono causate da un’ostruzione o un restringimento dei vasi sanguigni che portano sangue agli organi. Le cause più comuni includono aterosclerosi (formazione di placche nelle arterie), tromboembolia (formazione di un grumo che si muove in un vaso come un coagulo di sangue) e, in alcuni casi, spasmi vascolari.
Perché la tempestività è tutto
In base al tessuto o organo colpito, l’ischemia si presenta attraverso segni e sintomi diversi. In generale, l’ischemia può causare dolore, intorpidimento, formicolii e, in casi più gravi, perdita di funzione dell’organo o tessuto interessato.
Nello specifico, l’ischemia cerebrale si presenta generalmente con debolezza o paralisi di un lato del corpo, difficoltà a parlare, problemi di visione, confusione, perdita di equilibrio. Quella cardiaca, invece, con dolore al petto che può estendersi agli arti, mancanza di respiro, nausea, sudorazione, svenimento.
Sebbene le forme più note siano quelle cerebrali e cardiache, l’ischemia può colpire anche altre parti del corpo, come l’intestino o le estremità (mani e piedi). In ogni caso, la rapidità di intervento è cruciale. Per questo motivo, alla comparsa dei primi sintomi è fondamentale recarsi il prima possibile al pronto soccorso al fine di scongiurare problemi duraturi.
Fonti
Humanitas. Ischemia: che cos’è e perché causa un ictus. Ottobre 28, 2022.
Humanitas. .
D’Uffizzi E.; San Camillo, Centro Polispecialistico. Infarto, ictus, ischemia e angina pectoris: quali sono le differenze.
Fondazione Veronesi. Infarto del miocardio.