Perché la salute del piede è considerata un fattore importante di prevenzione delle malattie più frequenti dell’invecchiamento? Una possibile risposta è che un piede sano ci garantisce la possibilità del movimento, che rimane fra gli indicatori più significativi di autosufficienza e vitalità dell’individuo. A partire dal bambino che muove i primi passi, per arrivare alla persona anziana ancora in grado di camminare autonomamente, al piede va riconosciuto un ruolo centrale nel processo del successful aging, che significa invecchiare bene, conservando una condizione complessiva di equilibrio e benessere psicofisico lungo l’intero arco della vita.

Le malattie più frequenti del piede

Dal piede dipendono non solo la possibilità di camminare, ma anche la postura e l’equilibrio dell’organismo: per ridurre al minimo il rischio di cadute e infezioni, con l’avanzare dell’età ai nostri piedi va riservata una maggiore cura e attenzione.
Oltre ad alcuni cambiamenti strutturali nella pelle e nelle unghie – con l’avanzare dell’età possiamo verificare un maggiore ispessimento della cornea, e una diffusa disidratazione che talvolta provoca lesioni – l’elenco dei disturbi che possono colpire il piede è piuttosto lungo. Può verificarsi un’atrofia delle cellule fibroadipose del tallone – ovvero il cuscinetto di grasso che funge da ammortizzatore diminuisce, e la conseguenza è un appoggio eccessivo sull’osso del calcagno che si infiamma provocando dolore (tallonite). La cartilagine che protegge le articolazioni può ridursi, provocando un graduale calo della mobilità del piede: l’esito alquanto doloroso è la metatarsalgia, una condizione infiammatoria che colpisce l’avampiede, ovvero la parte anteriore del piede con il coinvolgimento delle ossa del metatarso e delle cinque dita (o falangi).

L’osteoartrosi è invece una malattia che coinvolge la cartilagine articolare, assieme alla regione ossea più vicina alla cartilagine – le cosiddette creste ossee periarticolari, con la conseguenza di una loro graduale decalcificazione. Le aree più coinvolte sono l’alluce, il tarso e il metatarso: la persona che ne è colpita avverte dolore quando cammina, e il piede si arrossa e si gonfia.

L’artrite reumatoide del piede e della caviglia può comparire per la prima volta anche dopo i 60 anni. In questa malattia di tipo infiammatorio e autoimmune il piede si presenta tumefatto e arrossato, le articolazioni sono rigide, e il dolore si manifesta soprattutto al mattino, a differenza dell’osteoartrosi in cui è più presente la sera.

L’alluce valgo è un disturbo piuttosto comune: con il passare del tempo la base dell’alluce si sposta verso l’esterno, e la punta si rivolge alle altre dita, spesso accavallandosi con il secondo dito. La deformazione può risultare molto dolorosa e compromettere il movimento del piede. La cura può prevedere l’applicazione di bendaggi specifici insieme a plantari correttivi nelle scarpe, oppure un intervento chirurgico, oggi eseguito con tecniche minimamente invasive e in day surgery, ovvero la persona viene dimessa il giorno stesso dell’operazione.

Va ricordata anche l’errata postura del piede dovuta a problemi vascolari o cerebrali. Per esempio, una persona colpita da un incidente neurologico può camminare in punta di piedi, compromettendo l’equilibrio complessivo del corpo ed esponendo il piede a continui traumi.

 

Focus sul piede diabetico

Si tratta di una malattia che colpisce il piede delle persone affette da diabete mellito – 1 su 6, se consideriamo le persone anziane con più di 65 anni. In Italia si contano circa 4 milioni di persone diabetiche, ma si stimano oltre un milione di casi non ancora diagnosticati, e fra questi circa il 5% sviluppa un’ulcera al piede, di cui la metà si infetta, con il rischio che l’infezione arrivi fino alle ossa (osteomielite). Quando ciò avviene, l’infezione va affrontata chirurgicamente in modo tempestivo, accompagnata da una terapia antibiotica mirata, ma va considerato anche il rischio di subire un’amputazione. Gli esperti diabetologi stimano che nel mondo ogni 20 secondi una persona perda il piede o la gamba a causa del diabete: un vero e proprio bollettino di guerra.
Talvolta la condizione del piede diabetico può peggiorare: se si scalda, si arrossa e diventa gonfio in modo insolito e unilaterale, diventando sempre più insensibile al calore, al freddo e al dolore, può significare che la malattia in corso sta degenerando verso una condizione chiamata “piede di Charcot”. Questa grave malattia inizia con un’infiammazione delle ossa e delle articolazioni che nel tempo si modificano, deformandosi e diventando più fragili. La persona affetta da piede diabetico in generale, o nella forma degenerativa del piede di Charcot, necessita di un tempo di scarico del peso almeno doppio rispetto a quello di un individuo sano: la malattia cambia radicalmente la biologia dell’osso, e tutto il sistema neurologico e vascolare ne risulta compromesso. La persona non avverte più il dolore al piede, non si accorge di eventuali ferite e rischia di ustionarsi con l’acqua bollente perché non percepisce più il cambio di temperatura. Oggi in Italia si registrano 16 mila casi di pazienti affetti da piede di Charcot. Nei casi più severi è necessario un intervento chirurgico per salvare l’arto, provando a ricostruire le ossa del piede e la caviglia.

Prevenire è meglio che curare!

Cosa possiamo fare per prevenire le malattie del piede? Oltre alla buona pratica di un esercizio fisico costante, e l’assunzione di una dieta varia e moderata nella quantità – per evitare che un peso eccessivo del corpo gravi sull’architettura del piede – ci sono alcune semplici azioni che possiamo mettere in atto tutti i giorni per conservare i nostri piedi in buona salute, e che costituiscono una buona abitudine anche nel caso di una persona affetta da piede diabetico, per impedire che la malattia progredisca fino ad arrivare a una condizione irreversibile.

Cosa fare per prevenire le malattie del piede

  • indossare una calzatura comoda e adeguata che risparmi al piede traumi e ferite, ed eviti la formazione di calli e duroni;
  • usare un plantare personalizzato quando necessario;
  • garantire una cura e una pulizia costanti del piede: unghie ben tagliate e pelle regolarmente idratata;
  • promuovere la circolazione del sangue, sollevando le gambe quando a riposo e massaggiando il piede con delicatezza;
  • rivolgersi con regolarità a un podologo laureato;
  • prestare attenzione alla condizione del piede: è arrossato? È gonfio in modo unilaterale? Ci sono ferite? Non avverte i cambiamenti di temperatura tra caldo e freddo? È insensibile al dolore? Se le risposte sono affermative, bisogna rivolgersi con tempestività al proprio medico di medicina generale.

 

 

A cura di Patrizia Salvaterra

 

Bibliografia

Elderly exercise photo created by rawpixel.com – www.freepik.com

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