Nell’immaginario collettivo i testicoli sono sovente associati a immagini ilari, battute simpatiche (o squallide…) o sono protagonisti di insulti molto coloriti: certe volte vengono utilizzati per definire persone antipatiche o poco intelligenti (chissà perché poi…), si dice che possano venire danneggiati da situazioni particolarmente tediose e c’è chi li tocca per scacciare la malasorte (a mo’ di feticcio). Tralasciando le amenità, la patologia del testicolo è un tema centrale nella salute maschile, e non solo da un punto di vista sessuale. Esistono, infatti, numerose patologie che possono colpire i testicoli: molte sono benigne (per es. infiammazioni) ma ce n’è una in particolare della quale ogni uomo (fin da giovane) dovrebbe essere consapevole; parliamo, ovviamente, del tumore del testicolo.

 

Anatomia del testicolo 

I testicoli (o didimi) sono gli organi sessuali principali dell’uomo. Sono alloggiati all’interno di una sacca di tessuto chiamata scroto, munita di numerosi strati, che li protegge dall’ambiente esterno e che, grazie ad una tonaca di sottili fibre muscolari, può addirittura determinarne una parziale risalita. Il testicolo ha due principali funzioni: produrre gli spermatozoi e produrre gli ormoni sessuali maschili (principalmente il testosterone). Posteriormente e superiormente ai testicoli si trova l’epididimo che, durante l’eiaculazione, raccoglie gli spermatozoi prodotti dai didimi e li convoglia, attraverso il dotto deferente, verso l’uretra prostatica. Da un punto di vista istologico i testicoli sono costituiti da due componenti:

  • I tubuli seminiferi (90%): sono responsabili della produzione e del sostentamento degli spermatozoi e sono costituiti da cellule germinali e cellule di Sertoli

  • Cellule di Leydig (10%): producono androgeni

Come è noto i testicoli sono molto piccoli nel feto e nel bambino, ma crescono molto rapidamente con l’arrivo della pubertà. A questa crescita dimensionale si associa anche una maturazione funzionale, con produzione di ormoni sessuali e sviluppo dei caratteri sessuali secondari.

Il tumore testicolare può insorgere a livello di qualsiasi cellula che compone i didimi ma, nella maggior parte dei casi, nasce dalle cellule germinali.

 

Il tumore del testicolo 

Il tumore testicolare rappresenta circa l’1% di tutti i tumori nell’uomo e il 5% di tutti i tumori urologici. È una malattia tipica dell’uomo giovane, con un picco di incidenza tra i 20 e i 30 anni e un secondo picco tra i 30 e i 40 anni. Come abbiamo già detto, un tumore testicolare può svilupparsi a partire da qualunque cellula che compone il testicolo, ma l’istologia più frequente è quella derivante dalle cellule germinali: in questa grande categoria (che da sola rappresenta circa il 95% dei casi di carcinoma testicolare) le due forme più frequenti sono il seminoma e il non seminoma. Esistono alcuni fattori di rischio, spesso sottovalutati, come l’ipospadia, alterazioni della spermatogenesi, alterazioni dello sviluppo del testicolo.

Come spesso accade, il carcinoma testicolare è una malattia silente (soprattutto nelle fasi iniziali) fino a quando non raggiunge stadi avanzati, con comparsa di metastasi diffuse. Proprio in virtù di questa caratteristica, la diagnosi precoce è un aspetto fondamentale nella sua gestione. Nonostante esistano molte indagini radiologiche per diagnosticare il tumore testicolare, l’arma più potente che abbiamo a disposizione per la prevenzione secondaria è l’autopalpazione dei testicoli.

 

L’autopalpazione dei testicoli: una pratica semplice che può salvarti la vita 

La particolare posizione dei testicoli (organi quasi “esterni” rivestiti da uno strato di tessuto molto sottile) rende possibile una loro attenta valutazione, sia da parte del medico che del paziente, semplicemente tramite la palpazione.

Si tratta di una pratica semplice, che dura solo pochi minuti, assolutamente indolore.

Dovrebbe essere fatta con calma, di solito dopo una doccia calda, quando i testicoli discendono nella borsa scrotale e sono ben palpabili. Il primo passo è posizionarsi di fronte ad uno specchio e valutare forma e dimensioni dei testicoli, notando se vi sono irregolarità visibili a occhio nudo. Successivamente si prende un testicolo, posizionando indice e medio nella parte inferiore e il pollice nella parte superiore e facendo scorrere pian piano le dita sulla superficie del didimo. I testicoli hanno una consistenza sodo-elastica (immaginate una pallina di gomma) e sono assolutamente lisci sulla faccia anteriore e sui lati, mentre sarà possibile apprezzare una zona più “ruvida” nella parte posteriore (epididimo). È sempre importante palpare bene entrambi i testicoli uno alla volta. A suscitare preoccupazione deve essere l’identificazione di aree “dure”, rilevate (come dei noduli di consistenza dura come la pietra) o aree particolarmente dolenti (l’autopalpazione del testicolo dovrebbe essere indolore).

L’autopalpazione dei testicoli dovrebbe essere fatta una volta al mese e, se si dovessero identificare aree sospette, bisogna rivolgersi subito al proprio medico. In presenza di una massa scrotale sospetta lo specialista urologo avvierà l’iter diagnostico adeguato (ecografia scrotale e dosaggio dei markers tumorali).

 

La chirurgia radicale: si può vivere senza un testicolo?

La gestione terapeutica del carcinoma testicolare prevede, nella maggior parte dei casi, l’orchifunicolectomia (la rimozione chirurgica di testicolo e funicolo spermatico). Considerando che il tumore del testicolo è una malattia del giovane uomo, che colpisce spesso pazienti ben prima che questi decidano di avere figli, sorge spontanea la domanda: si può vivere normalmente senza un testicolo? Potrò comunque avere dei bambini? La risposta è si: in condizioni normali, un testicolo sano è perfettamente in grado di produrre un quantitativo di ormoni sufficiente al fabbisogno fisiologico e a produrre spermatozoi vitali per la fecondazione.

Bisogna comunque specificare che, qualora il paziente lo volesse o qualora questi dovesse sottoporsi a chemioterapia adiuvante, è possibile conservare i propri spermatozoi presso una banca del seme al fine di poterli riutilizzare nel futuro per una fecondazione assistita.

 

Vi è poi, in ultima analisi, il fattore psicologico: nel caso della chirurgia demolitiva (non solo testicolare), molti pazienti sviluppano un profondo disagio nell’immaginare il proprio corpo con un “pezzo mancante”; sensazione esacerbata nel caso di organi “visibili” come i testicoli o le mammelle. Nei casi come questo è possibile, contestualmente alla rimozione del testicolo, il posizionamento di una protesi che, almeno esteticamente, garantisce un risultato simile alla conformazione naturale dei didimi.

 

Una malattia curabile

Anche se in alcuni casi la sola chirurgia potrebbe non essere sufficiente (il paziente dovrà quindi sottoporsi a uno o più cicli di chemioterapia), al giorno d’oggi il tumore testicolare è una malattia curabile, anche nelle fasi avanzate. È proprio per questa ragione che la diagnosi precoce assume un ruolo di primaria importanza: identificare la malattia subito permette un trattamento radicale, può evitare la chemioterapia, e porta a una migliore prognosi. Sarebbe quindi auspicabile che ogni ragazzo conoscesse bene l’autopalpazione e la praticasse regolarmente.

 

L’autopalpazione dei testicoli non costa niente, è una pratica facile da imparare e, se è vero che allontana la sfortuna…toccarsi qualche volta in più sicuramente male non fa.

 

Bibliografia

 

 

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