L’OMS definisce la salute orale come lo stato della bocca, dei denti e delle strutture orofacciali che consente all’individuo di svolgere funzioni essenziali, come mangiare, respirare e parlare.

La salute orale è parte integrante della salute dell’individuo e varia nel corso della vita dai primi anni di vita alla vecchiaia.

Ma “come se la passano” i denti delle persone anziane? Dal Rapporto ISTAT e dalla Letteratura Internazionale si possono estrapolare dati interessanti. La tendenza che si osserva è una diminuzione della perdita dei denti nei singoli individui, anche se, a causa dell’aumento globale del numero di anziani, il numero totale di persone prive di denti è in aumento.

In Italia, secondo l’ISTAT, la perdita totale di tutti i denti tra i cosiddetti baby boomers (cioè le persone nate fra il 1946 e il 1964) è del 10,5% tra i 55 e 64 anni e del 22,6% nella fascia 65-69 anni e raggiunge il 60% tra gli anziani ultraottantenni, con una diffusione maggiore tra i soggetti di bassa estrazione sociale (29,4%) e con una chiara differenza di genere: le donne ultraottantenni edentule (cioè totalmente prive di denti) sono il 62,5%, contro il 55,1% degli uomini ultraottantenni. Anche l’istruzione e il contesto socio-culturale giocano un ruolo chiave: tra i 45 e i 64 anni la percentuale di chi non ha nessun dente naturale è massima tra chi ha conseguito la licenza elementare (11,8%), contro il 6% di chi ha il titolo di media inferiore e il 2,6% di coloro che hanno un titolo di studio superiore; tra gli anziani ultraottantenni edentuli la quota di persone con dentiera mobile completa arriva al 52,2%, ma il 5,9% è in una condizione di totale mancanza di protesi riabilitative.

Anche la sostituzione dei denti persi, con impianti o protesi mobili, è influenzata dal fattore socio-economico poiché in Italia le cure per la salute dei denti sono quasi totalmente a carico delle famiglie.

Le principali malattie dei denti

La Carie 

Una revisione sistematica del 2022 ha rivelato che a livello mondiale un gran numero di persone di età compresa tra i 60 e i 64 anni presenta carie non trattate; tale dato è attribuibile sia al maggior numero di denti residui sia al riassorbimento osseo (per cui i denti delle persone anziane appaiono più lunghi) che determina un aumento di carie della radice del dente, normalmente coperta dalla gengiva e dall’osso. La prevalenza di carie non sottoposte a terapie adeguate comporta successivamente la progressione delle stesse e la necessità di cure odontoiatriche maggiormente fastidiose e invasive (per esempio devitalizzazioni ed estrazioni) in età più avanzata, ossia quando vi è una minore autonomia e capacità di sopportazione e minore autosufficienza.

La malattia parodontale

La malattia parodontale, chiamata anche piorrea, è un processo infiammatorio che colpisce il sistema di sostegno dei denti (quello che unisce i denti alle ossa mascellari). La causa principale è una igiene orale non corretta. In una prima fase interessa la gengiva (gengivite) che si presenta arrossata, gonfia, sanguinante in conseguenza di minimi traumi; se non adeguatamente curata e in presenza di altri fattori legati a abitudini viziate (soprattutto il fumo) e malattie sistemiche (soprattutto il diabete) l’infiammazione si può estendere al tessuto osseo determinandone la distruzione con conseguente mobilità e perdita dei denti (parodontite). La malattia parodontale è una delle tante malattie e condizioni che aumentano con l’età, e che contribuiscono ad aumentare la fragilità degli individui.

Esiste probabilmente una relazione bidirezionale tra la malattia parodontale e la fragilità: sicuramente entrambe sono condizioni croniche che condividono diversi fattori di rischio; inoltre, sia la fragilità che la malattia parodontale hanno forti associazioni con cambiamenti fisiopatologici legati all’età .

Gli anziani di oggi hanno maggiori problemi parodontali ma in molti casi ciò è dovuto alla conservazione di un maggior numero di denti rispetto a quanto accadeva nel passato, resa possibile anche dall’evoluzione delle possibilità protesiche. Oggi infatti è possibile avvalersi anche del posizionamento di impianti (viti nell’osso su cui ancorare protesi fisse o rimovibili).

Malattie del cavo orale: cause e ricadute sulla salute in generale

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità i cambiamenti rapidi dello stile di vita, che hanno portato in molti Paesi la diffusione di diete ricche di zuccheri e alti consumi di alcol e tabacco, sono all’origine di molte alterazioni croniche delle condizioni di salute, incluse le malattie del cavo orale, che possono avere diverse cause.

Una cattiva igiene orale è la principale causa delle due patologie oro-dentali più frequenti e globalmente diffuse: la carie, che colpisce i tessuti duri del dente, e la malattia parodontale, che colpisce le gengive e l’osso di supporto dei denti.

La carie e la malattia parodontale hanno una prevalenza molto elevata soprattutto nelle classi economico-sociali più svantaggiate con gravi ripercussioni non solo sulla salute orale e sull’efficienza masticatoria ma anche sulla salute dell’organismo nel suo complesso.

D’altra parte nella popolazione economicamente e culturalmente più evoluta la consapevolezza dell’importanza della prevenzione permette di mantenere una dentatura efficiente per tutta la vita, con ricadute tangibili anche sulle condizioni di salute generale. Esiste, infatti, una correlazione dei fattori di rischio della carie e della malattia parodontale con quelli di diabete, neoplasie, malattie cardiovascolari, polmonari e renali.

Poiché i trattamenti odontoiatrici non sono accessibili a tutta la popolazione per la scarsità di offerta del Servizio Sanitario Nazionale, l’OMS assegna, nei suoi piani strategici, un ruolo preminente alla prevenzione delle malattie dentali per ridurre il numero di denti persi nelle età successive.

È quindi fondamentale prevenire le malattie del cavo orale, attraverso corretti regimi alimentari e idonee metodiche di igiene e profilassi che permettano di mantenere la dentatura in buone condizioni di salute, il più a lungo possibile.

Cosa mettere sotto i denti? Alimentazione e altre strategie di prevenzione

Che cosa possiamo fare, dunque, per mantenere forti e in salute i nostri denti? Ecco alcune indicazioni:

  • Alimentarsi correttamente. Sia i bambini che gli adulti dovrebbero evitare di assumere molti zuccheri e carboidrati, contenuti soprattutto in dolci e snack; si dovrebbero consumare i pasti a orari regolari e poi lavarsi i denti. Mangiare frutta e verdura ricca di fibre durante la giornata stimola la salivazione che a sua volta favorisce la re-mineralizzazione della superficie dei denti.
  • Avere una corretta igiene orale. Lavarsi i denti e passare il filo interdentale e/o lo scovolino riduce significativamente la persistenza della placca e previene la carie e le infiammazioni gengivali e le gengiviti. È indispensabile, in assenza di specifiche controindicazioni, utilizzare un dentifricio a base di fluoro: la prevenzione data dal fluoro contro la carie funziona a qualunque età.
  • Evitare o ridurre il consumo di tabacco. Oltre a tutti gli altri rischi per la salute, i consumatori di tabacco rischiano fino a sette volte di più lo sviluppo di disturbi a carico delle gengive rispetto ai non fumatori. I fumatori hanno anche un rischio più alto di sviluppare cancro della bocca e della gola e infezioni fungine, soprattutto da Candica albicans, del cavo orale.
  • Limitare l’uso di alcol, che costituisce un altro fattore di rischio per il cancro della bocca e della gola. Tabacco e alcol sono fattori di rischio indipendenti, ma il rischio aumenta quando sono assunti contestualmente.
  • Andare regolarmente dal dentista: i controlli regolari permettono di identificare i primi segni di malattia, anche in assenza di sintomi, e di prevenire l’aggravamento. Sedute di igiene orale professionale, ablazione del tartaro e levigatura radicolare, sono procedure indispensabili per la prevenzione di malattie oro-dentali.
  • Consultare il medico di base. In caso di dolori dentali, sanguinamento gengivale, ferite della bocca che non guariscono, noduli, alterazioni di colore delle mucose, alitosi, è necessario consultare il medico di base. Inoltre non dobbiamo dimenticare che alcune patologie e alcuni farmaci possono favorire l’insorgenza di malattie oro-dentali: i diabetici sono a più alto rischio di problemi a carico delle gengive; alcuni farmaci antipertensivi causano aumento di volume gengivale con maggiore ristagno di placca; molti farmaci causano diminuzione della salivazione, con maggior ristagno di residui alimentari. È importante segnalare al medico di base eventuali problemi e farsi inviare per un consulto da un odontoiatra.
  • Bonifica del cavo orale. La salute oro-dentale è indispensabile nel caso si debbano intraprendere percorsi terapeutici che prevedono trapianti d’organo o di cellule staminali, interventi cardiochirurgici o la necessità di sottoporsi a terapie antineoplastiche, con farmaci immunosoppressori o anti-riassorbitivi, ecc.In questi casi è sempre consigliato un controllo odontoiatrico supportato da indagini radiografiche (panoramica dentaria) per programmare la l’estrazione dei denti irrecuperabili e la cura di quelli conservabili, la ablazione del tartaro, la manutenzione di manufatti protesici e per pianificare un calendario di controlli periodici.

Referenze

 

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