Un cane, un gatto o un coniglio: il legame con un animale da compagnia può essere in ogni fase della vita un’esperienza intensa e appagante, anche per gli anziani. Non a caso le persone che vivono con un animale sono davvero tante in Italia. Un’indagine di Senior Italia Federanziani con l’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani ha mostrato come oltre la metà degli interpellati (quasi duemila) possedesse uno o più animali (oltre l’86% aveva più di 65 anni, quasi il 40% più di 75 anni), nella maggior parte dei casi cani (51,6%) seguiti dai gatti (33,3%). Il 78,7% di chi aveva un cane lo portava fuori ogni giorno e il 71,4% giocava quotidianamente con il suo gatto. Secondo due intervistati su tre (67,9%) la compagnia dell’animale aveva un’influenza sul benessere, sia fisico sia mentale.

I possibili effetti benefici della relazione con gli animali domestici sul benessere di una persona, a livello fisico e mentale, sono da diversi anni oggetto di studio. L’obiettivo è capire se, quanto e come la relazione uomo-animale sia efficace e dia risultati positivi sia in soggetti sani, per esempio nella prevenzione di disagi psicologici o problematiche collegate all’invecchiamento, sia in persone con decadimento cognitivo, disturbi psichici o fisici, o più in generale in condizioni di isolamento, ridotta autonomia e inattività fisica, fattori che rendono la persona avanti negli anni un soggetto “fragile”.

La domanda non è da poco e la risposta non facile…

 

La relazione con gli animali nella terza età

L’età anziana comporta uno stato di maggiore vulnerabilità e fragilità collegate al declino di diverse funzioni: l’interazione con gli animali può avere un ruolo di prevenzione, ritardo e miglioramento della condizione di fragilità, configurandosi come un vero e proprio intervento di healthy aging. Ma perché? Diverse ricerche si sono interrogate sul meccanismo alla base dei benefici associati a questa interazione. Una possibile interpretazione indica come l’interazione uomo-animale possa comportare un miglioramento su un piano sociale, da cui discende un miglioramento della condizione psicologica (per esempio in relazione a depressione, stress, ansia), per arrivare a un effetto positivo sullo stato di salute.

Interagire con un animale può farci sentire meno soli e isolati, con un maggiore benessere psicologico e una migliore qualità della vita. Da non sottovalutare anche il fatto che per fare compagnia ai nostri animali siamo costretti a muoverci di più, beneficiando degli effetti positivi collegati all’attività fisica.

Ce ne siamo resi conto durante l’isolamento e le restrizioni per COVID-19: la convivenza prolungata con gli animali, seppur possa essere stata anche fonte di stress, talvolta ha donato conforto, compagnia e supporto.

Tuttavia la compagnia dei nostri animali può comportare anche effetti avversi, per esempio stati depressivi dovuti alla perdita dell’animale amato o un aumento nel rischio di cadute.

 

Che cosa dice la scienza

Gli studi per dimostrare i benefici dell’interazione con gli animali sono numerosi, ma ci sono diverse variabili (contesto, persona, animale, eccetera) che possono complicare l’interpretazione dei dati in questo campo di ricerca, portando anche a risultati deboli o talora contrastanti. Per esempio, uno studio di qualche anno fa che ha considerato alcuni indicatori dell’invecchiamento (in area fisica, immunologica e psicologica) non ha rilevato cambiamenti associati al vivere in compagnia di animali grandi o piccoli.

Altre ricerche su invecchiamento e depressione hanno invece segnalato come la vita con un animale sembri migliorare la solitudine e l’isolamento sociale, anche se non necessariamente comporti una riduzione della gravità della depressione.

D’altra parte, un’altra ricerca ha riscontrato che la convivenza con un animale, o la possibilità di un’interazione frequente con un animale, si associno a uno stato cognitivo migliore rispetto a chi non ha queste possibilità, evidenziando anche un collegamento tra l’avere un cane e una funzionalità fisica migliore.

Sempre nelle persone in là con gli anni, senza riferimento a specifiche malattie, è stato trovato che la presenza di un animale era in grado di alleviare le conseguenze negative sulla salute psicologica collegate alla perdita di una persona cara (per divorzio o lutto).

 

Il ruolo di progetti strutturati

Una distinzione importante da fare, quando si studiano i benefici dell’interazione con gli animali, è quella tra la compagnia degli animali nella vita quotidiana delle persone anziane, che può avere ricadute positive, e i progetti definiti e mirati, che invece hanno l’obiettivo specifico e misurabile di prevenire o ridurre depressione, solitudine, ansia, e di agire sulla salute cognitivo-psicologica e fisica.

Gli Interventi Assistiti con gli Animali-IAA (inizialmente denominati Pet Therapy), sono progetti in cui la relazione con l’animale è strumento per raggiungere un obiettivo terapeutico, riabilitativo, educativo, di benessere di una persona o di un gruppo di persone con malattie oppure sane. In Italia vi sono Linee Guida sugli IAA, con tutte le informazioni, le caratteristiche (Terapia, Educazione o Attività assistita con gli animali) e le figure professionali coinvolte.

Numerosi sono gli ambiti su cui sono stati portati avanti progetti di IAA con la persona anziana: decadimento cognitivo senile e demenza di diverso grado, disturbi psicologici e comportamentali, depressione, ansia, riabilitazione fisica, eccetera.

In particolare, seppur non in tutti gli studi effettuati e con limiti, interventi assistiti con il cane hanno avuto un impatto positivo su aspetti sociali, comportamentali, psicologici, cognitivi, fisiologici e fisici negli anziani, aumentando le interazioni spontanee e la comunicazione, i livelli di coinvolgimento relazionale, la mobilità, le attività quotidiane, la percezione della qualità della vita, e stimolando la memoria, in persone sia sane sia con demenza o malattie mentali, ospitate e non in istituti e case di cura. Sono stati segnalati anche effetti nel ridurre l’apatia, l’agitazione, l’irritabilità e la solitudine, e un’efficacia di interventi con il cane sulla depressione.

Purtroppo i miglioramenti ottenuti sulla qualità della vita, lo stato di benessere, e a livello cognitivo e di memoria, in persone con demenza sembrano perdersi col tempo una volta interrotti gli IAA (con cane), e tale riscontro indicherebbe l’importanza di una continuità di tali progetti, per mantenere i risultati raggiunti contro la progressione della malattia.

 

Il presente e le prospettive

E quindi? Le ricerche in questo campo proseguono nello sforzo di sviluppare studi con numeri maggiori di persone coinvolte e con caratteristiche confrontabili, per arrivare a risposte e indicazioni via via più precise, che rendano conto di variabili quali per esempio differenze del contesto, del tipo di intervento, dell’animale coinvolto, della patologia della persona e della sua gravità.

Importante sottolineare anche che non sia trascurato il vissuto dell’animale, il cui benessere va sempre considerato e tutelato, in un’interazione uomo-animale in cui ogni attore coinvolto deve essere a suo agio e stare bene.

In presenza dunque delle necessarie condizioni, valutando vantaggi e svantaggi,  la relazione che si può instaurare tra l’animale e la persona anziana rappresenta un’opportunità con effetti positivi sulla qualità della vita e sulla salute.

 

A cura di Valeria Confalonieri

 

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