Di cosa si occupa un medico specializzato in geriatria? E qual è la sua ‘mission’? La risposta è solo apparentemente semplice: il geriatra è uno specialista in grado di comprendere, valutare e gestire i bisogni della persona anziana – monitora il suo stato di salute, sia fisico che psicologico, e interviene sui processi di invecchiamento con strategie complesse che possono includere sia la gestione delle malattie croniche che la loro prevenzione. Il geriatra può incoraggiare la messa in pratica di comportamenti positivi riguardanti lo stile di vita – soprattutto alimentazione e movimento, e promuovere il mantenimento delle relazioni e del ruolo sociale della persona. Può ricorrere a terapie farmacologiche o consigliare alcuni interventi chirurgici, monitorando la persona anziana durante l’intero percorso riabilitativo. 

Il geriatra collabora costantemente con il medico di medicina generale, e funge da collante, e da ponte, fra i professionisti della salute che si fanno carico delle diverse malattie che possono affliggere la persona anziana: dall’endocrinologo al neurologo, dal cardiologo all’ortopedico, dall’urologo al reumatologo, dallo psicologo al fisioterapista. 

Una diagnosi multidimensionale

La ‘mission’ del geriatra è preservare lo stato di autonomia personale e sociale della persona il più a lungo possibile, in modo tale da consentirle una buona qualità di vita nonostante l’avanzare dell’età – è l’applicazione del concetto di ‘successful aging’, ovvero riuscire a invecchiare bene restando attivi e in salute. Ecco perché la visita dal geriatra, consigliata dopo i 65 anni, assume un ruolo fondamentale nella prevenzione, nella diagnosi e nella terapia di alcune malattie legate all’invecchiamento. 

Per comprendere le reali condizioni fisiche e mentali della persona anziana – vista nella sua unicità e totalità (secondo un approccio a 360° chiamato ‘olistico) – il geriatra effettua una valutazione cosiddetta ‘multidimensionale geriatrica’, o VMD, utile anche per il rinnovo della patente, o nell’ambito della medicina legale nei casi di richiesta e accertamento di invalidità (L. 104/92).   

Si tratta di una diagnosi complessa, risultato di un lavoro d’equipe, che considera tutti i fattori che svolgono un ruolo determinante per lo stato di salute della persona. Vengono esaminati non solo gli aspetti fisici che incidono sulla fragilità o disabilità del paziente, ma anche il suo profilo emotivo per individuare eventuale sintomi di depressione. Il geriatra è in grado di distinguere fra sintomi che possono essere ricondotti a un normale processo di invecchiamento – l’insonnia, la perdita di memoria, l’ansia –  o invece rimandano a malattie degenerative che possono diventare disabilitanti, sia sul piano cognitivo che funzionale, quali la demenza nelle sue diverse forme. Per fare ciò lo specialista si avvale di un colloquio approfondito con la persona anziana, e con i familiari o le persone che le prestano assistenza (caregivers), e di alcuni test psicologici e scale di valutazione cognitiva. La visita include anche un esame obiettivo completo dei vari organi e apparati per poter restituire al paziente un quadro completo del suo stato di salute. 

Nel rapporto medico finale il geriatra illustra la situazione complessiva della persona, e indica le eventuali necessità di cura e di assistenza per la migliore gestione possibile dei disturbi e delle malattie che l’hanno eventualmente colpita. In questo percorso il medico di medicina generale resta una figura essenziale per la gestione della persona anziana, e può diventare un vero e proprio partner del geriatra – conosce la storia clinica e la situazione familiare del paziente, e soprattutto può attivare tempestivamente una rete di supporto della persona coinvolgendo i familiari, i servizi sociali, le strutture medico-sanitarie territoriali e le associazioni di volontariato locali.  

Le malattie più frequenti

Alcune malattie comuni in età geriatrica possono riguardare diversi organi e apparati, anche insieme e contemporaneamente. Sono spesso colpiti l’apparato cardiocircolatorio, con l’aritmia, l’ischemia, e l’infarto del miocardio; l’apparato respiratorio, con malattie come la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BCPO), l’enfisema polmonare, l’asma; l’apparato muscolo-scheletrico, con l’artrite reumatoide, l’osteoartrosi che colpisce in particolare le articolazioni del ginocchio e dell’anca dove la cartilagine si è deteriorata nel tempo, e l’osteoporosi che rende le ossa più fragili, maggiormente a rischio di cadute e di fratture. E inoltre l’apparato cardiovascolare, con l’insufficienza venosa, la trombosi e l’arteriosclerosi, che coinvolge le arterie di medio-piccole dimensioni, o l’aterosclerosi, che invece riguarda le arterie più grandi, indurite a seguito di un accumulo di grasso sulle pareti dei vasi. 

L’apparato urinario è frequentemente coinvolto con il disturbo dell’incontinenza urinaria, e il sistema nervoso, con il morbo di Parkinson e la demenza nelle sue diverse forme (più frequenti quella vascolare, o causata dal morbo di Alzheimer). Anche il diabete mellito di tipo 2 è una malattia che può colpire la persona anziana, e riguarda il metabolismo degli zuccheri nel sangue, quando l’organismo non riesce a produrre abbastanza insulina.

A fronte di un quadro clinico complesso del paziente, il geriatra svolge anche il ruolo di coordinatore delle diverse terapie, calibrando le scelte e gli interventi proposti, e controllando che i farmaci prescritti non siano in conflitto fra loro.

Il valore della comunicazione

Nella relazione con la persona anziana, il geriatra pone particolare attenzione agli aspetti comunicativi. È infatti dalla qualità della comunicazione che può nascere un rapporto di reciproca fiducia fra medico e paziente: ciò consente al geriatra di essere riconosciuto come una figura di riferimento nel percorso di cura e assistenza della persona.  

Dalla qualità del dialogo e di ascolto della persona anziana (o del caregiver) il geriatra può comprendere i suoi reali bisogni e aspettative, oltre che conoscerne le abitudini e lo stile di vita. La comunicazione con il paziente sarà semplice e diretta. Il tono del geriatra sarà pacato, e la terminologia medica sarà tradotta in parole chiare e comprensibili, adatte al livello di conoscenza e comprensione della persona. 

Per un individuo rendersi conto di dover dipendere in parte o completamente dagli altri può essere traumatico. Per questa ragione il geriatra coinvolgerà tutte le figure che prestano assistenza alla persona affinché lavorino assieme per motivare la persona a reagire alle malattie, mantenendo il più a lungo possibile una – seppur minima – autonomia funzionale, e assumendo i farmaci prescritti con regolarità.

Anche il ruolo sociale della persona anziana è un tema centrale nella relazione fra paziente e geriatra. Quest’ultimo si adopererà per riconoscere e promuovere il valore sociale della persona anziana, e la incoraggerà a mantenere vivi i rapporti con i familiari (sia in presenza che in distanza con l’aiuto della tecnologia) e il vicinato e, qualora fosse necessario, ad accettare la presenza e l’aiuto di un assistente o di un badante, o l’eventuale ricovero in una casa di comunità.   

 

A cura di Patrizia Salvaterra

Bibliografia

 

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